Calo delle nascite, che fare? Suor Chiara: “Il primo passo è riscoprire il vero e il bello della vita”

Care sorelle, il Papa nella giornata della vita ha detto che “le nascite sono calate e il futuro è in pericolo”. Ogni volta che parlo con le mie figlie del futuro mi rispondono che ci sono ancora tante cose che devono fare prima di poter avere dei bambini, che il mondo è troppo incerto. Non sono certe di poter trovare una persona che stia accanto a loro per sempre e che formi una famiglia con loro. Mi sento molto turbata da questo loro sguardo sulla realtà, a volte mi chiedo se è colpa mia non avergli trasmesso fiducia e speranza. Che cosa ne pensate? Vi ringrazio per il vostro consiglio.

Susanna

Abbiamo anche noi adulti una parte di responsabilità, cara Susanna, ma la situazione storica e la concezione dell’esistenza è notevolmente cambiata: innanzitutto la precarietà economica, politica, relazionale ed affettiva in cui viviamo non incoraggia i giovani a scelte definitive, orientate al dono di sé nel matrimonio aperto alla genitorialità; l’età delle scelte decisive si è notevolmente protratta; nelle coppie di sposi viene sempre meno il coraggio e la gioia di dare alla luce più di un figlio. 

Fra le nuove generazioni si percepiscono sentimenti e stati d’animo fra loro contrastanti: da un lato il bisogno di stabilità economica ed affettiva e la ricerca di punti fermi nei quali radicare la propria vita, dall’altro la tendenza a vivere esperienze “mordi e fuggi”, senza giungere a decisioni stabili; ancora, la profonda fame di libertà e di verità, sovente, non trova sbocchi adeguati e maturi per tradursi in scelte adeguate, oppure, è spesso condizionata dalla paura di perdere proprio quella libertà tanto sognata e cercata. 

Non ultimo, il lungo iter scolastico e la difficoltà nell’approdare a un impegno professionale ritardano la decisione definitiva che orienta l’esistenza. 

Non è da sottovalutare, inoltre, che la concezione del matrimonio e della famiglia ha subito tali contraccolpi da apparire, forse, troppo impegnativa, incapace di aprire la propria vita a un futuro che realizza sé stessi: prima di pensare a formare una famiglia stabile, altri interessi brillano davanti agli occhi dei giovani! Non neghiamo, per di più, che le opportunità odierne spalancano i loro sguardi a 360 gradi, condizionando anche le loro scelte fondamentali. 

La pandemia Covid 19, poi, ha dato “il colpo di grazia”. Basta prendere atto della grave situazione di precarietà nella quale l’umanità è caduta, le cui gravi conseguenze, secondo gli specialisti, si protrarranno per molto tempo, per constatare quanto ciò sia estremamente vero. 

Le parole di papa Francesco, domenica 7 febbraio, giornata nazionale per la vita, tuttavia, non possono cadere nell’oblio! Con il calo delle nascite, il futuro è in pericolo: «Mi permetto di aggiungere una mia preoccupazione per l’inverno demografico italiano – ha esordito il Pontefice – In Italia, le nascite sono calate e il futuro è in pericolo! Prendiamo questa preoccupazione e cerchiamo che questo inverno demografico finisca e fiorisca una nuova primavera di bambini e di bambine». 

L’auspicio di Francesco può risuonare ai nostri giorni come un’utopia; verrebbe spontaneo domandarci: «Ma, nella situazione attuale, come è possibile passare dall’inverno alla primavera demografica?». 

Non abbiamo in tasca nessuna soluzione, se non un semplice invito a riscoprire il vero e il bello della vita, nascosto spesso tra le mura domestiche, là dove ci si vuole bene, ci si rispetta, ci si perdona vicendevolmente, imparando a lasciarci amare e ad amare. Fra queste mura la fecondità è di casa e il futuro diviene realtà. 

È solo un bellissimo sogno? Può divenire realtà?