La storia di Anna e Marco, una famiglia come tante: “La pandemia ci ha rubato le nostre certezze”

Ci sono tempeste così forti che l’amore non basta a contenerle, gli argini saltano, tutto sembra fuori controllo. Anna e Marco l’hanno sperimentato all’improvviso durante la pandemia. Sono entrambi quarantenni, sposati da poco più di cinque anni. Vivono in un paese della Bassa Bergamasca e hanno due figli, il più grande, Giulio, ha appena iniziato la scuola elementare e poi c’è Filippo, il minore, che soffre di un disturbo dello spettro autistico.

Anna ha un lavoro part time in una mensa scolastica: “L’ho scelto per poter stare il più possibile vicina a Filippo, che ha bisogno di tempo e attenzione” spiega. Suo marito Marco, invece, lavora in un’agenzia di viaggi. “Abbiamo comprato casa due anni fa – chiarisce Anna -e abbiamo dovuto accollarci un mutuo, ma non eravamo eccessivamente preoccupati, perché entrambi abbiamo un lavoro e non ci siamo mai trovati in particolari difficoltà”. La pandemia, però, ha cambiato le carte in tavola in modo improvviso e inaspettato.
“Al primo lockdown – racconta Anna – la mensa scolastica ha chiuso e l’agenzia dove lavora Marco si è trovata in grave difficoltà perché a causa delle norme anti-covid ha azzerato i ricavi. Il nostro bilancio familiare, quindi, è crollato bruscamente”.

La coppia si è quindi trovata in una situazione mai sperimentata prima, in difficoltà a pagare i conti, con la necessità di chiedere aiuto. I loro problemi sono stati acuiti dalla necessità di assicurare a Filippo l’assistenza e le attività integrative di cui ha bisogno, a carico della famiglia: un’educatrice che lo affianca nelle attività quotidiane e una struttura “di sollievo” dove trascorre qualche ora nel tempo libero.

A giugno, quindi, non appena hanno scoperto la possibilità di accedere al fondo “Ricominciamo Insieme”, creato dalla diocesi di Bergamo con Caritas Bergamasca e finanziato grazie alle risorse messe a disposizione della Cei con l’Otto per mille e con il sostegno di Intesa San Paolo, hanno presentato domanda.

“Eravamo disperati – chiarisce Anna -. Non solo non sapevamo più come pagare il mutuo, ma non riuscivamo più ad avere fiducia nel futuro, nella possibilità di riprendere a lavorare e a sostenere la nostra vita e la nostra famiglia”. Hanno potuto contare su un contributo aggiuntivo, previsto dal fondo per rispondere alle esigenze di famiglie in cui ci fossero soggetti con fragilità e disabilità. “Abbiamo avuto la possibilità di risollevarci in un momento molto difficile. Non possiamo dire che tutti i nostri problemi siano risolti, ma abbiamo ritrovato un po’ di speranza”.