Giornata della Memoria delle vittime del covid-19. Uniti dal suono delle campane

È stata una notte lunghissima, piena di dolore quella del 18 marzo dell’anno scorso. Una notte senza sonno per moltissimi bergamaschi. Il pensiero era rivolto alle immagini, diventate subito virali sui social, dei carri dell’esercito che trasportavano via da Bergamo le bare delle vittime del covid-19, così tante in pochi giorni da riempire le chiese – come quella di Ognissanti al cimitero di Bergamo e quella di San Giuseppe a Seriate – , così numerose da mettere in crisi perfino le imprese di pompe funebri.
Un anno dopo la nostra provincia è di nuovo in zona rossa, come il resto della Lombardia, anche se in una condizione diversa, con nuovi sprazzi di speranza offerti soprattutto dalla campagna vaccinale in corso. In questo clima arriva la prima Giornata della Memoria dedicata alle vittime del covid-19.

Sono molte le commemorazioni sia civile sia religiose che si svolgeranno sul nostro territorio, che l’anno scorso è diventato simbolo ed epicentro della pandemia. Il vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, ha espresso un invito alle comunità della diocesi a raccogliersi in preghiera, “affidando al Signore i defunti e chiedendo il conforto della fede per i loro familiari”.

Ci sarà un segno forte che riunirà idealmente tutti, anche a distanza: ogni parrocchia è invitata a suonare le campane “a morto” alle 20 di giovedì 18 Marzo. I rintocchi arriveranno ovunque: nelle case, negli ospedali, nei luoghi di lavoro, come un richiamo a fermarsi per un momento di preghiera e di ricordo dedicato alle numerose vittime della pandemia.

Il programma della giornata, coordinato dal Comune e dalla Diocesi di Bergamo, in collaborazione con l’Ospedale Papa Giovanni XXIII e Humanitas Gavazzeni, si dispiega in diversi luoghi.

Non ci sarà ovviamente la possibilità di assistere di persona a questi appuntamenti, in ottemperanza alle regole della “zona rossa” per il contenimento del coronavirus, ma saranno organizzate trasmissioni in diretta attraverso la tv e i social network.

Ecco nel dettaglio il programma delle prossime giornate:

Mercoledì 17 marzo: il Cuore tricolore

È prevista l’esposizione di un “Cuore Tricolore” in piazza Vecchia, in Città Alta. Questo speciale oggetto è il frutto di un lavoro collettivo: è fatto a maglia, ha un diametro di venti metri. Sarà fissato sulla facciata del Palazzo della Ragione di Piazza Vecchia e vi rimarrà fino a domenica 21 marzo. L’hanno realizzato 14 donne del Laboratorio Creativo dell’Associazione De Leo Fund Onlus, che hanno lavorato per 1.200 ore all’uncinetto, confezionando il cuore con 26 mila metri di filo. Alle 21 ci sarà nella Basilica di Santa Maria Maggiore, sempre in Città Alta una “Preghiera per l’Italia” trasmessa da TV2000 e da Bergamo TV. Il vescovo presiederà il Santo Rosario, affidando al Signore la situazione che stiamo vivendo, le persone che soffrono e tutti coloro che nei diversi campi della società sono impegnati sia nella lotta al virus, che nella cura e tutela reciproca.

Giovedì 18 marzo: il Bosco della Memoria

Il 18 marzo, Giornata della Memoria per le vittime del Covid-19, il primo appuntamento sarà al mattino al Parco Martin Lutero alla Trucca per l’Inaugurazione del Bosco della Memoria. Alle 14, all’esterno dell’ASST Papa Giovanni XXIII ci sarà il passaggio della Fiaccola Benedettina come simbolo di rinascita e speranza, per tutto il Paese, trasmesso in diretta dall’Ospedale Papa Giovanni XXIII. La fiaccola, detta anche Torcia della Pace, ogni anno tocca una città d’Europa, quest’anno arriverà a Bergamo come simbolo di luce di speranza e di rinascita. La fiaccola sarà accesa con una cerimonia in forma statica e ridotta alla presenza dei Sindaci di Cassino, Norcia e Subiaco e di una rappresentanza di medici, ricercatori, infermieri e operatori sanitari dell’Ospedale.
A cura del Comune di Bergamo e dell’ASST Papa Giovanni XXIII.

Alle 16 ci sarà un momento di preghiera al Cimitero monumentale di Bergamo. Una cerimonia intercofessionale e interreligiosa di commemorazione delle vittime dell’epidemia, poi trasmessa da BergamoTV alle ore 20.30. La preghiera interreligiosa e interconfessionale si svolgerà alla presenza dei rappresentanti di diverse fedi e comunità religiose della città. A cura del Comune di Bergamo in collaborazione con la Curia Diocesana di Bergamo

A seguire sarà inaugurata la mostra fotografica “Primavera”, composta di immagini di alcuni scorci della città che il fotografo Lorenzo Zelaschi ha scattato durante il lockdown, in contrapposizione a un’inedita documentazione fotografica, conservata negli archivi dell’Amministrazione comunale e che il personale del Cimitero Monumentale ha realizzato a testimonianza di quei giorni dolorosi. A cura del Comune di Bergamo

Alle 17.30 all’Humanitas Gavazzeni, in via Mauro Gavazzeni, 21 ci sarà l’inaugurazione de Il coraggio e la memoria”, trasmessa in diretta da Humanitas Gavazzeni: un’installazione sonora temporanea e un libro (a distribuzione interna) che raccoglie le storie di uomini e donne dell’ospedale durante la pandemia Covid-19 a Bergamo. L’installazione, allestita dal 18 marzo al 4 maggio 2021 in un’area centrale del parco dell’ospedale, racconta emozioni e speranze vissute durante i primi mesi della pandemia a Bergamo, attraverso la riproduzione, da 20 casse posizionate ad altezza orecchio, di tracce audio selezionate dal libro “Il coraggio e la memoria” e lette da coloro che sono stati in prima linea nell’assistere i malati. La registrazione audio ha una durata di 20 minuti. La disposizione a cerchio invita ad un momento di raccoglimento e vuole essere metafora della comunità, del potere della vicinanza e della memoria collettiva.
A cura di Humanitas Gavazzeni

Alle 20 in ogni parrocchia della diocesi suonerà “la campana del ricordo”. Il vescovo Francesco desidera che tutte le comunità si uniscano in preghiera, affidando al Signore i molti defunti e chiedendo il conforto della fede per i loro familiari. Ogni parrocchia è invitata a suonare le campane “a morto” così che i rintocchi raggiungano tutti ovunque si trovino, nelle case, negli ospedali, nei luoghi di lavoro e sarà un invito a sostare in un breve momento di silenzio e raccoglimento.

Alle 20.30 nella Cattedrale Sant’Alessandro, Bergamo Città Alta ci sarà un’elevazione musicale: Memoriale della Rinascita – Meditazione in musica, trasmessa in diretta da BergamoTv. La sinfonia dell’unità di riflessione e preghiera delle diverse fedi, religioni, comunità (celebrata nel pomeriggio) si completa idealmente in una seconda parte con il linguaggio universale della musica, simbolicamente nella composizione “Dona pacem” offerta alla città in questa circostanza dal direttore d’orchestra Maestro Damiana Natali, di origine bergamasca. L’opera vuole essere non solo ricordo ma augurio di rinascita e di collaborazione tra nazioni e generazioni. Con l’Orchestra Ars Armonica, il coro Città Piazzola sul Brenta e i solisti (nomi internazionali della lirica) Soprano Federica Vitali, Contralto Anna Maria Chiuri, Tenore Ivan Defabiani, Basso Marco Spotti, verranno eseguiti anche brani di Vivaldi, Mozart ed Händel. A cura della Curia Diocesana di Bergamo.

Nella Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus, giovedì 18 marzo, l’arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, renderà loro omaggio, visitando i cimiteri di cinque parrocchie di rito ambrosiano della diocesi di Bergamo, epicentro della crisi sanitaria nella prima ondata di infezioni. La visita dell’arcivescovo – spiega una nota – inizierà alle 16 da Vercurago e toccherà i comuni Calolziocorte, Monte Marenzo, Erve, Carenno, piccoli centri della valle San Martino, le cui comunità ecclesiali appartengono alla diocesi orobica, ma sono storicamente legate alla diocesi ambrosiana. Al termine, alle 20.30, nella parrocchia di Maria Immacolata nel comune di Carenno mons. Mario Delpini celebrerà la messa in memoria di don Adriano Locatelli, sacerdote della parrocchia morto di Covid proprio il 19 marzo 2020. “In questo triste anniversario attendiamo l’arcivescovo Delpini per ricordare tutti i morti che in quei giorni tragici non abbiamo potuto salutare come avremmo voluto, confortati dalla certezza di saperli accolti dal Padre”, spiega il parroco di Carenno, don Angelo Riva.