Lurano: costruire casa e lavoro per i giovani secondo lo stile di don Fausto

Il paese dove è nato e dove il suo corpo è sepolto. Don Fausto Resmini ha sempre nutrito un forte legame con Lurano. La sua attività a Sorisole si è dispiegata in parallelo anche qui. Un binomio nato sin dall’inizio del suo ministero. 

Dopo la sua ordinazione sacerdotale, don Fausto ebbe l’incarico dal Vescovo di aiutare i sacerdoti di Lurano don Giacomo e don Fausto Melocchi. Erano anziani e il parroco Don Giacomo era ammalato. Don Fausto fu presentato da lui con questo incarico al gruppo di giovani che cominciava a bazzicare nel vecchio Asilo: “Ascoltatelo e seguitelo perché uno come lui non ce n’è. Anche voi, come me, ritenete una grazia averlo con voi”.

A Lurano non c’era l’oratorio e don Fausto mise le basi perché quel gruppo di giovani e l’edificio del vecchio asilo diventassero “oratorio”. Svolse questo incarico fino al 1983, anno in cui fu nominato il nuovo parroco don Romano.

Negli anni in cui andava avanti e indietro da Sorisole a Lurano c’erano tutti i segni che poi sviluppò e che caratterizzarono il suo ministero. Seguiva e istruiva i giovani perché era convinto che dovessero prepararsi per svolgere adeguatamente il loro impegno in oratorio o per prepararsi semplicemente a vivere. Aveva organizzato la gestione del tempo libero dei minori diversamente abili e di un invalido. Aveva attivato un piccolo servizio domiciliare a favore di alcuni anziani impossibilitati ad uscire di casa. Seguiva personalmente il gruppo adolescenti per i quali aveva un suo progetto educativo. Insisteva molto sulla necessità della presenza e del dialogo che i giovani dovevamo avere con i bambini e i ragazzi che frequentavano l’oratorio, ritenendoli prioritari rispetto ai muri, ai campi da gioco e a ciò che si organizzava

Questa impostazione fu sviluppata negli anni a venire e in vari vicariati diede forma ai suoi progetti “adolescenti figli di nessuno” ed “oratori a cielo aperto”.

La malattia del parroco lo portò a vivere questa esperienza con la responsabilità e il coinvolgimento non di un semplice curato, ma di un parroco. La Pasqua successiva alla sua ordinazione sacerdotale dovette presiedere i riti del triduo pasquale e la Pasqua, con trepidazione e consapevolezza che stava facendo un’esperienza con molto anticipo rispetto ai suoi compagni di messa.  

L’attenzione ai migranti e ai profughi già caratterizzava il suo ministero. A Lurano, grazie all’aiuto della gente, ristrutturò dei vecchi locali della Parrocchia e ne ricavò due graziosi appartamentini ammobiliati con tutto il necessario per vivere in modo dignitoso. Due famiglie eritree con i loro figli (profughi di guerra) trovarono anche un mazzo di fiori sul tavolo della casa quando consegnò loro le chiavi di casa.

A Lurano, don Fausto ritornava ogni sabato e ogni domenica per le celebrazioni eucaristiche. Tornavano anche i giovani di Lurano con le macchine piene di ragazzi di Sorisole, che venivano ospitati nelle varie famiglie. Don Fausto educava cosi la sua gente perché i poveri devono essere accolti nella famiglia della Comunità cristiana.

Continuò a mantenere un legame profondo con il suo paese natale celebrando l’Eucarestia della domenica sera fino agli anni ’90.

Lurano è ancor oggi la sede di alcune importanti strutture della fondazione don Milani, poste sotto la cura di Salvatore Oliveto, uno dei più stretti collaboratori di don Fausto, che ha condiviso con lui tutte le tappe della propria vita. Un alloggio e un laboratorio, gestito dalla cooperativa Il Mosaico, sviluppano progetti di semi-autonomia. La comunità alloggio fino al 2002 ha ospitato dei minori provenienti da situazioni difficili, adesso alcuni ragazzi che provengono dalla comunità di Sorisole e iniziano a costruire strade nuove nella propria vita.

Il grande capannone del laboratorio è strutturato in postazioni in cui lavorano braccio a braccio un lavoratore più stabile e uno che ha bisogno di sostegno. Oggi ha dieci assunti e quattro lavoratori protetti, che si occupano principalmente di assemblaggio, lavorando anche per ditte Pneumax e Elios di Lurano. E si insegnano soprattutto le competenze trasversali da spendere poi in un posto di lavoro fuori.

Come la descrive Oliveto, “una Sorisole in miniatura”.