Varese: grazie a un “progetto bolla” i ragazzi vivono insieme all’oratorio

Ultima settimana delle tre previste dal progetto bolla nato nell’Oratorio Luigi Molina di Biumo, a Varese, dall’idea di Leonardo, studente di terza superiore, che ha chiesto a don Gabriele Colombo, sacerdote 35enne responsabile della pastorale giovanile della Comunità “Beato Samuele Marzorati”, di riunirsi in oratorio assieme ad altri 21 ragazzi della città, tutti di età compresa tra i 16 ed i 18 anni, per evitare l’isolamento imposto dalla pandemia di coronavirus Covid-19. “Questa intuizione è nata dopo il primo lockdown, quando eravamo tutti da soli rinchiusi in casa, in solitudine e tristezza”, le parole di Leonardo che ha avanzato l’ipotesi di una vita comune per condividere il momento di reclusione. “Un progetto che ha avuto un tempo necessario per poterlo sviluppare e portare a termine”, dichiara don Colombo non nascondendo le difficoltà nel confrontarsi con le norme, scrivere il progetto e presentarlo al Prefetto di Varese che si è fatto portavoce della proposta alla quale è giunta risposta nel mese di gennaio scorso. “Nel mese di febbraio, dopo che il Prefetto ha autorizzato il progetto, abbiamo iniziato non appena la didattica è stata sospesa ed è iniziata la zona rossa”, aggiunge il sacerdote 35enne che gestisce con i ragazzi l’organizzazione della giornata: sveglia alle 7, colazione, momento di preghiera comune, DaD, pranzo, attività ricreative come sport e musica, cena, momento di preghiera comunitaria. “Durante questi giorni abbiamo avuto modo, attraverso le videochiamate, di conoscere figure di riferimento molto importanti come il Prefetto di Varese Dario Caputo”, le parole di uno dei ragazzi che partecipa del progetto bolla, felice dell’opportunità di aver potuto dialogare con gli altri sulla situazione in Medio Oriente grazie all’incontro con padre Francesco Ielpo, e sulla situazione della loro città nell’incontro con il sindaco Galimberti. “Non siamo rinchiusi in una sorta di carcere o isola felice”, dichiara don Gabriele Colombo che, sottolineando il gemellaggio nato con un altro oratorio, evidenzia la partecipazione e l’interesse con l’esterno, “il nostro stare insieme ha un motivo preciso oltre quello di dare un’alternativa ai ragazzi, e cioè avere un centro: la fraternità evangelica”.

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