Fashion Revolution Week a Bergamo: riflettori accesi sulla moda etica

A dare il la sulla reale consapevolezza internazionale in merito alle problematiche sociali e ambientali connesse al mondo della moda è stato un evento tragico, il crollo del Rana Plaza in Bangladesh con la sua scia di oltre mille morti e duemila feriti. Da quel drammatico incidente, nel 2013, ha preso il via un movimento globale per creare una coscienza etica nella produzione della moda: è nata così Fashion Revolution, associazione internazionale con ramificazioni in tutto il mondo che aggrega il meglio della creatività e della moda sull’intero pianeta, per accendere i riflettori sull’impatto disastroso della fast fashion su ambiente e società, sensibilizzare su una tematica attualissima e proporre alternative pulite, etiche, sostenibili. Ed è infatti da Fashion Revolution che è partita l’organizzazione della Fashion Revolution Week, settimana di sensibilizzazione internazionale proprio su queste problematiche: problematiche che anche a Bergamo da due anni a questa parte sono diventate parte di un programma di mobilitazione attento e partecipe, un progetto di sviluppo e riflessione su temi complessi, interconnessi e strettamente proiettati verso un futuro sostenibile ed etico.

Nel 2020, infatti, è nato Fa.Re. Bergamo, sostenuto dall’associazione La Terza Piuma, e dal 19 aprile 2021 prenderà il via anche nella città orobica la seconda edizione della Fashion Revolution Week Bergamo, con un programma intenso che non si limiterà alla “canonica” settimana della FRW (19-25 aprile), ma proseguirà anche nei mesi successivi. Come a dire, il problema dell’eticità nel mondo della moda non può limitarsi a una sola settimana: meglio – e più importante – parlarne e attivarsi nel corso di tutto l’anno e strutturare un percorso che sia prassi continuativa, analisi, sviluppo programmatico anno dopo anno.

«La scelta di strutturare una progettazione lunga nasce e di creare appuntamenti costanti nel corso dell’anno nasce da una domanda: oggi, sette anni dopo la tragedia del Rana Plaza, quanto è cambiato realmente nel mondo della moda e della produzione tessile internazionale? – spiega Lorenzo Nava de La Terza Piuma aps, uno dei referenti del progetto – Vogliamo quindi che la Fashion Revolution Week non sia soltanto un evento spot, un “festival evento”, ma un vero e proprio punto di partenza e di arrivo annuale, con tanto di verifica anno dopo anno sui progetti effettuati per capire come e se modificare la rotta ed eventualmente ripartire da progetti nuovi».

Perché Bergamo?

Il fatto che la manifestazione sia stata sviluppata e pensata sul territorio bergamasco non è un caso. Sebbene sia facile guardare subito alla metropoli Milano quando si pensa a progetti di sensibilizzazione e sviluppo su ampia scala, in questo caso è Bergamo a fare da capofila sul territorio lombardo per quanto concerne la Fashion Revolution Week: «Perché Bergamo? E soprattutto, perché Bergamo città e provincia? – continua Lorenzo -. Perché siamo una città caratterizzata da una forte vivacità culturale, di attivismo e di corporativismo, e perché c’è già uno zoccolo duro sensibile a queste tematiche e che risponde in modo proficuo alle riflessioni che lanciamo. Ma anche perché il contesto è interessantissimo pure sotto il profilo produttivo: la bergamasca, intesa come territorio provinciale, ha da sempre una storia tessile molto articolata».

Eventi, incontri e riflessioni

Il programma di Fa.Re. Bergamo 2021 vedrà la partecipazione di figure importanti e significative anche a livello nazionale per quanto concerne l’ambito della moda a basso impatto, come Marina Spadafora (Fashion Revolution Italia), Giuseppe Iorio (giornalista e scrittore) e Giuselle Alloca di Lo Fo Io / Rilana, oltre a rappresentanti di Fondazione Ferragamo e VdOArt e di realtà quali Italia Ce Cambia, Solidarius Impresa Sociale, Gruppo Aeper, Cooperativa Ser.E.Na, Fondazione Pistoletto ed Esosport. Nella “canonica” settimana della Fashion Week internazionale sono stati messi a calendario tre appuntamenti, che verranno diffusi in streaming grazie alle dirette di RadioBrusa, mentre capitoli di approfondimento ulteriori saranno sviluppati nel corso dell’anno.

«Vogliamo partire da alcune proposte di riflessione sul tema della moda etica. Nel primo appuntamento, una talk con Marina Spadafora, parleremo delle azioni quotidiane che ciascuno di noi può fare in quest’ambito, a cominciare dal proprio armadio. Nel secondo, insieme a Giuseppe Iorio andremo ad analizzare il “lato oscuro” della moda e le prospettive, criticità e potenzialità attuali della moda etica, mentre nel terzo incontro approfondiremo il tema dello zero impact e della produzione certificata nel mondo della produzione tessile».

Non solo. Fashion Revolution Week Bergamo è pensata come manifestazione capace di coinvolgere più realtà della città e della provincia di Bergamo sul tema della moda etica, e di farlo entrando in contatto con un pubblico eterogeneo e rappresentativo della società odierna. Sono previste pertanto diverse tipologie di azioni e riflessioni, narrate tramite l’utilizzo di hashtag tematici, ciascuno dedicato a uno specifico tema connesso al macro-tema della moda sostenibile. Alcuni esempi? Con #whomademyclothes il focus sarà puntato sulla raccolta e riutilizzo degli scarti tessili, con #fashionrevolutionisyoung si coinvolgono giovani e imprese che vogliano approfondire i temi dell’economia circolare e solidale, mentre con #0impact il protagonista è il mondo delle imprese, proiettato verso un nuovo modo di produrre e lavorare.

Per informazioni e dettagli programma per il pubblico:

La Terza Piuma aps, tel. 371 3503510, www.farebergamo.it