Costa d’Avorio, addio a don Elvio Nicoli. Una vita spesa nelle comunità d’Africa

Si è spento nell’amata Costa d’Avorio, dove prestava il suo servizio missionario da oltre 30 anni, Don Elvio Nicoli, parroco di Assaoufoué ed economo della diocesi di Abengourou: il missionario bergamasco aveva 68 anni quando, lunedì scorso, è morto presso l’ospedale di Abidjan, dove era ricoverato da qualche giorno per covid-19.

Originario di Valtesse, padre Elvio ha vissuto fin da piccolo a Gorle. Dopo l’ordinazione sacerdotale (12 giugno 1976), ha passato alcuni anni come vicario parrocchiale nella Bergamasca: prima a Torre Boldone (1976-1981), poi alla Ramera di Ponteranica (1981-1987).

Nel 1987 era partito per l’Africa come missionario Fidei donum. In Costa d’Avorio è rimasto per 33 anni, compreso il periodo della guerra civile (2010-2011). Padre Elvio ha ricoperto diversi ruoli nella diocesi di Abengourou: vicario parrocchiale di Agnibilékrou (1987-2002), parroco di Tankesse (2002-2003) e Duffrebo (2003-2007), economo della diocesi (dal 2005 ad oggi), parroco di Notre Dame de la Paix (2008-2011), direttore del centro diocesano Saint Kizito (2011-2015) e parroco di N’Drako (2015-2020) e Assoufoué (dallo scorso settembre). 

All’impegno pastorale ha affiancato quello nella realizzazione di strutture a servizio delle sue comunità: era conosciuto come il missionario architetto perché ha progettato e costruito diverse chiese, canoniche, sale parrocchiali, dispensari e scuole. 

Don Massimo Rizzi, direttore del Centro missionario diocesano di Bergamo, lo ricorda come «una persona solare e sorridente, impegnata e attiva anche dal punto di vista pratico. Il vescovo e i preti della diocesi avevano una grande considerazione di lui. Ho incontrato don Elvio a marzo, durante il mio viaggio missionario in Costa d’Avorio: l’avevo trovato in buona salute e sono rimasto sorpreso dalla notizia. Era una figura gioiosa ed accogliente. Dopo 33 anni di missione, sarebbe rientrato definitivamente in Italia a giugno. E le tante comunità ivoriane che aveva attraversato negli anni stavano organizzando degli appuntamenti per salutarlo».

«Don Elvio era un vero elefante: forte, imponente, diretto, tenace – dice don Luca Pezzotta, missionario bergamasco ad Agnibilékrou -. L’elefante è il simbolo della Costa d’Avorio e credo che si possa dire che quest’uomo nato sulle sponde del Serio avesse colto a pieno lo spirito africano, condividendo veramente le gioie e le sofferenze degli uomini di questa terra. In Costa d’Avorio si muoveva con quella dimestichezza e quella naturalezza dell’elefante: aveva vissuto quindici anni ad Agnibilékrou, ma poi era stato parroco in molte altre parrocchie, a volte pure in piccoli villaggi. Ormai era un vero ivoriano. Con la sua scomparsa, la Costa d’Avorio ha un elefante in meno. E penso che a molti mancherà la sua ingombrante presenza. Di sicuro in Paradiso non mancherà lo spazio per questo elefante, che con tutto sé stesso ha servito con fedeltà e tenacia il suo Signore».

La morte di don Elvio arriva ad un anno di distanza da quella di don Francesco Orsini, un altro missionario bergamasco veterano della missione in Costa d’Avorio. Era nel Paese africano dal 1989: il suo corpo riposa nel cimitero del villaggio di Koutouba, nella diocesi di Bondoukou.