Pandemia: la corsa ai vaccini tra speranze e ingiustizie. La fede aiuta a cambiare lo sguardo sul futuro

Cara suor Chiara,
In questi giorni stiamo aspettando il vaccino come una liberazione. Purtroppo anche nella somministrazione abbiamo visto tanti malfunzionamenti e disguidi: alla fine gli anziani, i disabili e le persone fragili non hanno avuto nei fatti la priorità che era stata promessa a parole. I miei zii hanno 75 anni e si sono ammalati entrambi di covid proprio adesso, quando il farmaco per prevenirlo è già disponibile. Sento tanto dolore e tanta rabbia di fronte a questa ingiustizia, mi chiedo quale sia il modo giusto per reagire. Vi chiedo una preghiera, un consiglio e una parola di conforto.

Maria

Cara Maria la situazione che descrivi è incresciosa e provoca dolore. Certamente ti accompagniamo e sosteniamo con la preghiera perché lo Spirito ti illumini e ti aiuti a comprendere i passi da compiere. Come più volte abbiamo già scritto, il momento che stiamo vivendo è molto difficile, complesso e anche confuso. Una regione come la Lombardia che era eccellente nell’ambito sanitario, si trova a gestire in maniera discutibile e con molti disguidi la campagna di vaccinazione. Purtroppo affrontare una situazione in cui tutta la popolazione è coinvolta include anche la possibilità di errori e inadempienze. L’aspetto positivo è che ormai la distribuzione è capillare, estesa su tutto il territorio e comprensiva di tutte le fasce di età. Forse dobbiamo pazientare maggiormente. La pandemia ha accresciuto la paura di fronte a un nemico invisibile che ci ha sorpreso; ci sentiamo tutti più vulnerabili e timorosi, in una posizione di difesa da possibili e attacchi del virus che ci sorprende mutando continuamente le sue manifestazioni.

Le restrizioni che ci hanno limitato nello spazio, nelle attività scolastiche, lavorative e ricreative, hanno acuito il disagio e il malessere sociale e per questo, la tensione alberga nei nostri paesi e nelle nostre città. Il tanto atteso vaccino sta giustamente scatenando la corsa verso la “salvezza”, una corsa che però rischia di essere una gara in cui qualcuno, che è più fragile e vulnerabile, viene escluso. Mi auguro che le ingiustizie di cui parli siano solo dovute all’urgenza del momento e alla disorganizzazione di fronte alla vastità del fenomeno e che presto possano risolversi permettendo anche agli “esclusi” di aver accesso alle cure necessarie. Tutto questo però non ci deve illudere che, vaccinati, i nostri problemi sino risolti. Dovremo essere tutti più uniti nella ricerca di un vaccino contro la pandemia dilagante dell’indifferenza che si estende su tutto il pianeta provocando ingiustizie insanabili. Non possiamo pensare che la vita migliora solo se “va meglio per me”. “Cogliamo questa prova come un’opportunità per preparare il domani di tutti, senza scartare nessuno. Perché senza una visione d’insieme non ci sarà futuro per nessuno”. Questa è la scommessa che ci attende, momento favorevole per costruire un’umanità nuova.

Il Signore risorto apra le porte dei nostri “cenacoli” dove siamo rinchiusi nel timore di questa incertezza globale; crei una rottura con il modo di pensare e agire che impera nel mondo, e ci doni di vivere con il respiro del Risorto. «Gesù risorto ci ama senza confini e visita ogni nostra situazione di vita. Egli ha piantato la sua presenza nel cuore del mondo e invita anche noi a superare le barriere, vincere i pregiudizi, avvicinare chi ci sta accanto ogni giorno, per riscoprire la grazia della quotidianità. Perché oltre le sconfitte, il male e la violenza, oltre ogni sofferenza e oltre ogni morte, il Risorto vive e conduce la storia. Sorella, se porti nel cuore un’ora buia, un giorno che non è ancora spuntato, una luce sepolta un sogno infranto, vai, apri il cuore con stupore all’annuncio della Pasqua.

Le tue attese non resteranno incompiute, le tue lacrime saranno asciugate, le tue paure saranno vinte dalla speranza. Perché, sì il Signore ti precede sempre, cammina sempre davanti a te. E, con Lui, la vita ricomincia». Queste parole di papa Francesco siano l’augurio per te e per noi tutti.