“Non chiamatemi morbo”: mostra “parlante” sul Parkinson all’Accademia Carrara

Nella penombra di una camera da letto il marito aiuta la moglie ad alzarsi sorreggendola con entrambe le mani. Nel mezzo di un giardino, sotto gli alberi, un clown-dottore improvvisa una danza. Una giovane donna seduta tiene lo sguardo basso e le mani appoggiate sul pancione, protesa verso il figlio che verrà. Le fotografie della mostra “Non chiamatemi morbo” del reporter bergamasco Giovanni Diffidenti, dal 14 maggio all’Accademia Carrara di Bergamo, catturano situazioni quotidiane e le illuminano di una luce diversa. Non nascondono la fragilità della malattia, ma riescono a offrire su di essa un punto di vista alternativo, fatto di resistenza, tenacia e coraggio. Un messaggio che arriva a tutti, al di là degli stereotipi: per chiarire, per esempio, che il Parkinson non è solo “la malattia degli anziani che tremano”.
La mostra arriva a Bergamo dopo un periodo difficile, pesantemente segnato dalla pandemia, proprio in occasione della riapertura della pinacoteca cittadina, che dedica il mese di maggio al tema della fragilità puntando i riflettori su persone che in quest’ultimo anno sono state ancora più invisibili e isolate. Un segno di sensibilità: «La Carrara – sottolinea Cristina Rodeschini, direttore del museo – in questi anni ha lavorato gettando le basi per diventare sempre più accogliente e inclusivo, aperto a tutti. La mostra fotografica “Non chiamatemi morbo” e il convegno “L’inguaribile voglia di vivere” che ospitiamo in museo si innestano in un percorso avviato da tempo di attenzione verso i pubblici più fragili. L’arte può contribuire al benessere e alla salute di chi ne fruisce, ed è per questo che è ancora più forte, in questo momento storico, l’esigenza di aprire le porte del museo a tutti i visitatori, ai pubblici fragili, alle famiglie, al territorio come alle classi di giovani alunni. La Carrara si conferma quindi uno spazio aperto alla città e ai cittadini, un’esperienza di storia e di bellezza capace di arricchire il visitatore, generare benessere anche grazie alla collaborazione progettuale e di visione di professionisti della cura». «La Carrara – ha aggiunto Giorgio Gori, presidente della Fondazione Accademia Carrara e sindaco di Bergamo – svolge in questo modo in forma esplicita la sua funzione di luogo accogliente e inclusivo. Siamo convinti che arte e salute camminino insieme, anzi che l’arte aiuti a stare meglio. Dai Parkinsoniani riceviamo testimonianze di resistenza, coraggio e positività, mostra come si può essere malati ma innamorati della vita e capaci di trasmettere positività agli altri». L’esposizione è realizzata in collaborazione con Confederazione Parkinson Italia e comprende numerose iniziative a tema, un convegno sulle forme di accessibilità e inclusione, in collaborazione con Associazione Italiana Parkinsoniani, un nuovo appuntamento con Dance Well (domenica 23 maggio alle 10), la pratica artistica di libera espressione corporea a cura di Orlando con Accademia Carrara e Festival Danza Estate. Ci saranno anche alcuni incontri di approfondimento con i protagonisti della mostra: Lella Costa, che nelle vesti di Mrs Parkinson dà voce con Claudio Bisio ai dialoghi che accompagnano le fotografie, Roberto Caselli, autore dei testi interpretati dagli attori, e lo stesso Diffidenti. «Sono felice – osserva Giangi Milesi, presidente Confederazione Parkinson Italia – che la mostra fotografica parlante #NonChiamatemiMorbo riparta da Bergamo per proseguire il tour nelle città italiane. Per due motivi: l’idea è nata nella nostra città e dopo l’esordio al Piccolo Teatro di Milano, è ancora una prestigiosa istituzione culturale quale l’Accademia Carrara a comprenderne il valore artistico ed educativo. Bergamasche sono anche molte delle storie che si raccontano, come quella del Vescovo di Bergamo monsignor Francesco Beschi, caregiver della madre. Bergamasco è il fotografo Giovanni Diffidenti, riconosciuto a livello internazionale per la sua capacità narrativa. Bergamasca la tecnologia (Tiknil di Pedrengo) che consente di ascoltare le voci di Lella Costa e Claudio Bisio a commento delle immagini. Facendoci vivere un’emozione forte, capace di contrastare lo stigma e l’ignoranza che circonda il Parkinson». «Ci siamo divertiti – sottolinea Lella Costa – e abbiamo cercato la giusta misura tra ironia e tenerezza, e come sempre quello che ricevi è molto più di quello che dai». Il 29 maggio dalle ore 9.00 alle 12.30, sempre nella cornice della mostra, si rinnoverà anche la tradizione del convegno “L’inguaribile voglia di vivere” organizzato dall’Associazione italiana Parkinson di Bergamo: «Dopo un lungo periodo di difficoltà – sottolinea Marco Guido Salvi, vicepresidente nazionale di AIP e coordinatore della sezione di Bergamo -, per altro non ancora terminato, paradossalmente uno stimolo positivo e un orientamento ci vengono dati da persone fragili, quelle cioè che di fatto hanno più bisogno di tutela. Questo è il messaggio che anche quest’anno viene dal nostro convegno, giunto alla settima edizione. Attraverso le loro vicende umane queste persone ci raccontano come la malattia o la disabilità abbia portato apprezzamento per il dono della vita che, al di là di ogni problema, vale la pena essere vissuta. Il 2021 è anche un anno particolare, il convegno è infatti inserito negli eventi della campagna di sensibilizzazione basata sulla mostra Non chiamatemi morbo che a sua volta è nata dall’omonimo libro presentato nel 2020. Il tutto nella splendida cornice dell’Accademia Carrara. Tutte queste iniziative sono state ideate e si sono sviluppate nell’ambito dall’associazionismo e del volontariato legato al Parkinson della nostra provincia. Anche questo aspetto è per noi un motivo di orgoglio e di stimolo a continuare su questa strada perché il Parkinson non ferma la vita». Sarà possibile seguire l’incontro, con tante testimonianze di coraggio e resilienza, su www.aipbergamo.it, nonchiamatemimorbo.info e il canale YouTube di Accademia Carrara. La mostra si può visitare negli orari di apertura del Museo, venerdì 15 – 20.30, sabato dalle 10 alle 19 domenica dalle 10 alle 19. Per poter ascoltare i dialoghi di Lella Costa e Claudio Bisio è necessario scaricare un’app gratuita sul proprio smartphone e inquadrare i qr code accanto alle immagini. Tutte le indicazioni saranno comunque fornite in mostra. L’ingresso in Ala Vitali è compreso nel costo del biglietto d’accesso in Carrara. Accesso gratuito per le persone con Parkinson e i loro caregiver, dettagli e modalità su lacarrara.it. Ingressi contingentati, prenotazione obbligatoria nel fine settimana (con un giorno d’anticipo): prenotazioni@lacarrara.it +39 328 1721727. Per altre informazioni sulla mostra e sul libro omonimo “Non chiamatemi morbo” (Contrasto) che ha dato l’avvio a questo progetto, proprio a Bergamo, e ora continua ad accompagnarlo, si può visitare il sito nonchiamatemimorbo.info.