“La scuola non è secondaria” al Conca Verde Lezioni al Mascheroni ai tempi della dad

“La scuola non è secondaria”, ovvero: dove è finito lo studente misterioso? Come raccontare la scuola al tempo della cosiddetta ,DAD – didattica a distanza – che in questo anno di pandemia ha costretto insegnanti e allievi (e genitori), a confrontarsi con modalità didattiche mai sperimentate fino ad ora? Ci provano il regista e produttore Alberto Valtellina e l’insegnante Paolo Vitali, che nel film documentario “La scuola non è secondaria”, cercano di dare un senso a questa nuova forma di didattica, raccontandola dall’interno di una scuola. Andando al cuore del problema: incidendo con il bisturi della narrazione cinematografica, nella carne viva dell’istituzione scolastica. È nato così il documentario intitolato, appunto, “La scuola non è secondaria” che verrà presentato in anteprima, alla presenza degli autori, martedì 25 (proiezione già sold out), e venerdì 28 maggio al cinema Conca Verde di Longuelo alle 19.45 (La proiezione di martedì 25 maggio si svolge con il supporto di Fondazione Dalmine, l’ingresso è gratuito con prenotazione richiesta alla email sas@sas.it. La proiezione di venerdì 28 è invece a pagamento, ingresso 6 euro con prenotazione sul sito, del cinema https://sas.18tickets.it). “Dopo aver realizzato, con Paolo Vitali, il film Il condominio inclinato, – spiega il regista Alberto Valtellina – abbiamo intrapreso insieme una nuova avventura, nata dall’attività di insegnamento di Paolo, docente di disegno e storia dell’arte al Liceo Mascheroni. Obiettivo documentare le forme in cui la didattica della scuola secondaria superiore si è dovuta adattare all’emergenza pandemica”. La videocamera di Valtellina si piazza così all’interno dell’istituto “Mascheroni” registrando in presa diretta le lezioni che gli insegnanti tengono davanti allo schermo di un computer, cercando di interagire con gli studenti collegati a loro volta con i propri strumenti elettronici. Girato nel novembre 2020 al Liceo Mascheroni, “interpretato” dagli insegnati Barbara Lussana, Elena Depetroni, Stefania Moreni, Giuliana Duret, Rita Mantovani, Ileana Maria Paloschi, Battista Panseri, Mariateresa Fornoni, Guido Tacchini, Angelo Sangalli, Lita Gatti, Anna Maria Gritti, Mario Pizzi, Caterina Arrigoni, Franco Mancini , Maria Buscieti, Ilario Latassa, Angelo Paolo Vavassori, Sabina Romeo, Ombretta Bulla, Milena Soli, Michael Mandile, Tiziana Vecchi, Daria Tonzig, Nicola Buttarelli, il documentario ragiona, in fondo, sul concetto di vuoto e di pieno: le prime immagini, della aule vuote, dei banchi vuoti, dei corridoi vuoti, danno un senso di spaesamento. Acuito dalle immagini degli insegnanti delle varie materie che, soli in aula, cercano di connettersi con gli studenti collegati via computer. Un vuoto che si riempie, però, del pieno della didattica: che sia filosofia, che storia dell’arte, che matematica, quello che il documentario coglie bene è proprio lo spirito: lo spirito della didattica: quella che, in presenza o a distanza, fa dello scambio docente-discente, il cuore pulsante della trasmissione del sapere. E lo studente misterioso? È lo studente che l’insegnate di matematica non riesce a vedere collegato: sarà andato a mangiare? Non vuole farsi interrogare? Una piccola gag divertente che in fondo ci riconcilia con questo strano periodo: avercela, ai nostri tempi la DAD, quando, per non farsi interrogare, bisognava convocare uno sciopero che coinvolgeva tutto l’istituto: ma questa è tutta un’altra storia.