Il ministero del catechista. Suor Chiara: “Un compito prezioso che non si può improvvisare”

Buongiorno, mi chiamo Livia e sono una catechista. Mi piace molto accompagnare i ragazzi della mia parrocchia nel cammino di formazione ai sacramenti, anche se devo ammettere che è una grande fatica, soprattutto negli ultimi anni da quando anch’io sono diventata mamma. Ho letto di recente che quello del catechista è diventato un vero e proprio ministero istituito da Papa Francesco. Mi sembra un bel riconoscimento per una figura che a volte nelle parrocchie (parlo per la mia esperienza) viene data un po’ per scontata, nonostante l’impegno che richiede. Che cosa ne pensate? Vi ringrazio e vi accompagno con la preghiera

Livia

Cara Livia, la scelta di papa Francesco di istituire la figura del catechista come ministero è senza dubbio un grande riconoscimento al valore di questo servizio nelle comunità cristiane. La sua origine risale all’inizio della storia della Chiesa e, nel tempo, l’umile e prezioso servizio di uomini e donne, ha contribuito all’opera di evangelizzazione. Il compito dei catechisti è di primaria importanza per la crescita dei credenti, in particolare delle giovani generazioni, e la loro testimonianza evangelica, soprattutto in contesti e tempi di persecuzione, è giunta sino al martirio, con il dono della vita per Cristo. Nell’attuale momento storico di scristianizzazione e di fronte all’imporsi di una cultura globalizzata che rende necessaria una nuova evangelizzazione, la loro missione diventa ancora più urgente e fondamentale per la Chiesa e per il mondo. È necessaria la presenza di laici appassionati del Vangelo e innamorati di Gesù, che si mettano a servizio della comunità dei credenti, catechizzando. Questo comporterà per i catechisti assumere la responsabilità di una formazione seria e approfondita, che il riconoscimento del ministero richiederà, per poter dare ragione della speranza che li abita, alle donne e agli uomini del nostro tempo. Non ci si può improvvisare catechisti, perché l’impegno di trasmettere la fede richiede una personale esperienza di vita cristiana dove l’incontro con il Signore da senso alla vita del catechista, poiché egli è il primo soggetto dell’annuncio. Inoltre, non vive un servizio per sé poiché parla a nome della Chiesa e trasmette la fede della Chiesa, e quindi annuncia una verità che non è sua, alla quale aderisce e crede con l’umiltà del discepolo, riconoscente del dono ricevuto. Tutto questo comporterà un cambiamento di mentalità non facile né scontato per i sacerdoti e per i credenti, per quanti con semplicità e amore hanno svolto questo prezioso servizio.

Per accedere al ministero saranno necessari dei requisiti. Primo fra tutti, quello della dimensione vocazionale a servire la Chiesa dove il vescovo lo ritiene più qualificante. Le Diocesi dovranno poi provvedere perché i futuri catechisti e catechiste abbiano una solida preparazione biblica, teologica, pastorale e pedagogica e che abbiano già maturato una previa esperienza di catechesi. Fino ad oggi, come tu dici, questa figura era un po’ scontata: i parroci invitavano bravi giovani e ragazze, mamme o papà, a offrire il loro servizio di annuncio per i ragazzi più piccoli, improvvisando lezioni fatte con tanta buona volontà. Oppure veniva richiesta la partecipazione a corsi parrocchiali o diocesani, e solo a qualcuno, la frequentazione a corsi teologici. Il catechista diventerà una figura sempre più qualificata, potrà aver parte attiva nella pastorale e in quelle forme nuove di evangelizzazione volte a incontrare le persone là dove vivono e operano. Penso ai catechisti in terra di missione e alla loro preziosa presenza accanto ai religiosi e alle religiose che, nei diversi villaggi, offrono l’annuncio evangelico. Vivere questo ministero porterà coloro che saranno chiamati, a una scelta cristiana coerente e consapevole, capace di offrire una testimonianza trasparente e motivata. Forse sarà più difficile trovare donne e uomini che saranno disponibili? Certamente, ma nel nostro contesto culturale, è necessario che i cristiani siano convinti e credibili: forse saranno un piccolo resto, come il lievito, capace però di far fermentare la pasta del mondo!