I giovani del Sermig consegnano la “Lettera alla Coscienza” alle istituzioni di Bergamo

Una lettera che parla alla coscienza di tutte le donne e gli uomini. Mercoledì 26 e giovedì 27 maggio i giovani del Sermig di Bergamo hanno consegnato la Lettera alla Coscienza alle Istituzioni civili della nostra città. Il Sindaco Gori, il Presidente della Provincia Gafforelli e il Rettore Morzenti Pellegrini hanno ricevuto le parole di impegno civile del Sermig. Sono stati coinvolti anche i partner del 6° Appuntamento internazionale dei Giovani della Pace, che l’11 maggio del 2019 ha portato a Bergamo migliaia di giovani da tutta Italia. 

La Lettera alla Coscienza è stata scritta da Ernesto Olivero, fondatore del Sermig e cittadino onorario di Bergamo, e nasce dall’esperienza viva dell’Arsenale della Pace di Torino e degli altri Arsenali nel mondo. In queste settimane, la Lettera sta viaggiando in tutta Italia. Il Sermig è infatti Partner Sociale del Giro d’Italia: una sua delegazione sta percorrendo tutti i 3.479 chilometri della Corsa Rosa. Obiettivi: consegnare la Lettera a Istituzioni, gruppi e associazioni, portare speranza, tornare a stare in mezzo alla gente. «Siamo convinti che mai come oggi il nostro Paese abbia bisogno di un messaggio di speranza e di impegno per costruire un mondo migliore» ha detto Ernesto Olivero. 

La lettera alla Coscienza

“Cari amici,la storia bussa ogni giorno alla porta della nostra umanità, del nostro cuore, della nostra intelligenza. Intorno a noi abita un odio più forte di mille bombe atomiche”. Sono tanti i mali del nostro tempo: povertà, fame, dipendenze, malattie, indifferenza. “Potrei puntare il dito in alto, scandalizzarmi, fare polemiche, ma da tempo ho capito che purtroppo non basta gridare “Al lupo, al lupo” per cambiare le cose. La verità va vissuta nell’intimo, ogni giorno. Ho capito che è molto meglio puntare il dito su me stesso: io, cosa sono disposto a fare? È tempo di risvegliare la coscienza e capire che i piccoli possono fare cose grandi, ma occorre che torniamo a credere nella forza propulsiva del fare comunità. Occorre gente che abbia voglia di mettere l’io al servizio del noi, un’unica squadra al servizio di una grande visione. Dai piccoli che si uniscono e vivono nella verità può venire l’autorità morale di dire: “Basta!”. Un’autorità capace di mobilitare senza violenza milioni di persone”. Coscienza è non imbrogliare, non tradire, scegliere il perdono. È piangere con chi piange, senza strumentalizzare la sofferenza. È riflettere sulla tragedia del Covid-19 e sulla fragilità della condizione umana, perché tutti gli uomini e le donne si sentano partecipi di uno stesso destino, più uniti. Coscienza è studiare con impegno, adoperarsi perché tutti abbiano un lavoro dignitoso. È fare politica per servire, senza cercare privilegi. È dire un “no” fermo alle armi. Un “no” fermo alla droga leggera o pesante, libera o non libera. Coscienza è difendere la natura. È vedere nell’altro un uomo, una donna, come me. È imparare a vivere da vivi. Coscienza è la voce di Dio che parla dentro ogni uomo ed ogni donna. “La coscienza non fa chiacchiere. Fa e fa essere persone disposte a diventare gli occhi di un cieco, le orecchie di un sordo, il pane di un affamato. La coscienza mi fa amare l’oggi guardando già al domani, mi apre al mondo, alla legalità e alla fraternità. La coscienza mi fa distinguere un bene apparente dal vero Bene, ciò che piace da ciò che porta alla pienezza e, soprattutto, mi fa capire che a fin di bene esiste solo il bene. Solo la coscienza mi aiuta a dire i sì e i no di cui la mia vita, gli altri e il mondo hanno bisogno […] Mi rivolgo alla coscienza degli assopiti, a chi è convinto che darsi da fare non serva a nulla.
Il mondo si può cambiare!
Abbiamo dentro la forza interiore per farlo, una forza che ribolle e geme in noi. Scrivo alla coscienza di chi ha voglia di ascoltare perché sono un pover’uomo e parlo ai poveri uomini come me. Sono convinto che per fare nuovo il mondo servano la mia e la vostra debolezza. Serve la debolezza dei giovani senza potere, i più poveri di tutti, i più sfruttati, perché Dio da sempre scommette sui piccoli. Dio ama senza misura il nuovo che i giovani portano dentro e sa che sono in grado di realizzarlo. Un miracolo che può esplodere solo se la coscienza si risveglia in loro, in noi, in tutti. Allora, lo stupore busserà alla porta della storia”. 

Il testo completo della lettera si può trovare qui: https://www.sermig.org/idee-e-progetti/mondiale-dei-giovani/lettera-alla-coscienza_2021.html