Il Bergamo Festival riparte da Astino. “Costruire il presente per abitare il futuro”

“Di generazione in generazione. Costruire il presente per abitare il futuro” è il titolo dell’edizione 2021 del Bergamo Festival, in programma dal 2 al 4 luglio nella stupenda cornice del Monastero di Astino. Un festival che si prospetta ricco di novità e di incontri con importanti personalità del mondo della cultura, del giornalismo, della politica e dell’economia. Tra questi ricordiamo Javier Cercas, scrittore spagnolo e uno dei più importanti romanzieri europei e contemporanei o ancora Gilles Lipovetsky, filosofo scrittore e sociologo, trai i più importanti intellettuali francesi del tardo Novecento. Una tre giorni ricca di spunti e di approfondimenti che si concluderà il 4 luglio col gran finale “Lezioni di volo e di atterraggio” alle ore 21 con protagonista Roberto Vecchioni, uno dei padri storici della canzone d’autore in Italia. L’evento, promosso dalla Diocesi di Bergamo, dall’Ufficio per la Pastorale della Cultura e dalla Fondazione Adriano Bernareggi, con il patrocinio di Regione Lombardia, Provincia di Bergamo e comune di Bergamo, intende trasmettere un messaggio importante, ovvero come la cultura, anche e soprattutto in un periodo critico come quello da poco attraversato a causa della pandemia, possa aiutare le persone a ritrovare un proprio benessere individuale e collettivo, aiutando nella ricostruzione dei rapporti con l’altro. Corrado Benigni, presidente del Bergamo Festival, ha riassunto in un’unica frase un po’ il senso di questa manifestazione: “Con lo sguardo degli altri riusciamo a vedere meglio”. Solo in questo modo infatti, allargando i nostri orizzonti, potremo intrecciare i linguaggi per diventare cittadini più consapevoli. Un festival anche per i giovani, come il titolo lascia intendere, che li coinvolga come protagonisti. “Un anno questo non facile per organizzare il festival in presenza, a causa di quello che abbiamo vissuto, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Questa manifestazione vuole rappresentare l’intrecciarsi dei linguaggi e dei saperi, come del resto il nuovo logo lascia intravedere. È stato scelto infatti un mappamondo con il titolo Bergamo Festival preceduto da un asterisco. Un piccolo simbolo che sta a significare l’approfondimento di una determinata questione, come gli argomenti che tratteremo nei vari incontri, ma che ci invita anche a guardare verso l’alto, in maniera più ampia. (dal latino astericolum, letteralmente stellina)”. A portare i ringraziamenti dell’amministrazione comunale, il vicesindaco Sergio Gandi, il quale ha messo in evidenza come ci sia bisogno sempre più di cultura come cura dell’anima e terapia dopo i mesi passati. Il consigliere provinciale Romina Russo ha invece visto il festival come una sfida aperta per riabituarci a ritrovare il senso della relazione: “Penso sia fondamentale investire nella cultura, la trovo l’azione politica per eccellenza. Bisogna ricreare la relazione col prossimo”. Don Fabrizio Rigamonti, Direttore per l’Ufficio della Pastorale della Cultura e dell’Ufficio beni culturali della Diocesi di Bergamo, ha spiegato tutta l’importanza di questo festival: “Con la pandemia, in tanti ci siamo ricordati che la natura umana è sì cercare di andare oltre il proprio limite, ma che anche il limite fa parte della nostra identità. E in questo contesto il Bergamo Festival si colloca come mezzo offerto alla nostra città  per superare e affrontare il dolore vissuto”. Un festival che intende inoltre dare un’interpretazione a questo mondo che è cambiato negli ultimi due anni e che sta andando in una determinata direzione, come ha sottolineato Don Giuliano Zanchi, Presidente del Comitato Scientifico del Festival. “Abbiamo bisogno di uno screening della situazione attuale in cui ci troviamo. Il nostro intento, con questa edizione, voleva essere anche quello di superare i discorsi sull’epidemia, per aprire il nostro sguardo su un mondo fortemente mutato. Operazione però non facile da effettuarsi”. Un evento che è stato reso possibile anche e soprattutto grazie alla nuova direttrice del Festival, Roberta Smiraglia: “E’ per me un onore accompagnare il Festival in questa sua evoluzione. Volevo ricordare che per accedere ai nostri eventi basta andare sul sito www.bergamofestival.it e prenotarsi. Tutti gli incontri sono gratuiti”. Evento collaterale, infine, Fuori Festival, in programma dal 23 giugno al 23 luglio, l’installazione fotografica urbana  dal titolo “I luoghi e la memoria” del fotografo bergamasco Francesco Acerbis. Si tratta di 25 scatti che daranno vita a 90 manifesti che invaderanno la città nei luoghi del quotidiano, per rappresentare quelle ferite invisibili ma presenti che il Covid 19 ha lasciato, fino a trasformarsi in memoria collettiva.