DeSidera: teatro del sacro per decifrare i segni dei tempi

Tornare a guardarsi dentro, a indagarsi nel silenzio e nella meraviglia per decifrare i segni che la pandemia ha lasciato in ciascuno di noi: è questo il filo conduttore della nuova edizione di deSidera Festival, rassegna di teatro del sacro e dell’incanto che porta storie e riflessioni fuori dai teatri e dentro i luoghi del territorio bergamasco, come chiese, santuari, castelli e natura. Giunta quest’anno alla 19esima edizione – la seconda in tempo di Covid – la rassegna prenderà il via il prossimo 26 giugno 2021 e vuole essere un’occasione per cercare, insieme, una via d’uscita e di speranza alla situazione attuale: un teatro che sia catarsi, ripartenza collettiva all’insegna delle emozioni e incontro. Un modo, insomma, per ritornare a respirare la bellezza. Per riscoprire l’aprirsi alla fiducia. 

Parole d’ordine: fiducia

«Sarà un’uscita. O, più probabilmente, saranno molte uscite», commenta Luca Doninelli, direttore artistico di deSidera. «Bisognerà uscire tante volte. Usciremo dal Covid, già ne stiamo uscendo a un prezzo altissimo. Ma dovremo uscire piano piano anche dalla paura che ci immobilizza, che rattrappisce le nostre gambe e il nostro cuore, e affrontare un mondo un po’ diverso da prima, pieno di incognite. Lunghi decenni di scetticismo ci hanno indotto a pensare che le cose andranno sempre un po’ peggio, ed è quasi naturale che ciascuno si aggrappi alle sue sicurezze, come dentro una tana. Una voce ci dice: rimani qui. Nella tua casa, nella tua mansione, nella tua specialità, nel tuo settore o ambito di interessi. In quello che sei e in quello che sai già. Ma c’è un’altra voce, più profonda, che senza sosta ci dice il contrario. Possiamo ignorarla, ma non è in nostro potere annullarla, sarebbe come tagliarsi un braccio. Questa voce ci dice: esci, accetta la sfida del futuro, adesso sei di nuovo in gioco come non lo sei mai stato. Dopo un anno e mezzo di sacrifici, adesso noi, tutti noi, contiamo un po’ più di prima, e non perché teniamo un blog o perché abbiamo tanti like sui social, ma perché questo mondo in frantumi (e non soltanto per via del Covid) ha bisogno di una materia di cui ciascuno di noi è portatore: la fiducia. Forse per tanto tempo non ci siamo nemmeno resi conto di possedere questa materia con cui si costruisce il mondo. Ora non possiamo più ignorarla, bisogna metterla in gioco. È con questi pensieri che diamo inizio alla nuova stagione di deSidera Festival». 

Il tema delle fiducia ritorna anche nelle parole di Gabriele Allevi, direttore artistico del Festival insieme a Doninelli: «Come gli anni precedenti, anche quest’anno vogliamo percorrere temi profondi come la pietà, la giustizia, il rispetto della natura, il destino quotidiano, la dedizione e, soprattutto, la fiducia. Lo facciamo portando negli stupendi luoghi del deSidera (ve ne sono molti di nuovi) la magia del teatro che sa colpire al cuore il pubblico che viene agli appuntamenti. Grande ricorso si fa alla letteratura (La Divina Commedia in primis, ma anche Antigone, Il cavaliere inesistente di Calvino, Romeo e Giulietta), e alla dimensione del sacro». 

“Lydia tra le nazioni”

Non è un caso, quindi, che sia proprio questo l’ordito delle trame che compongono il festival 2021. 

A cominciare dai luoghi scelti, luoghi in cui storia, fede e natura hanno lasciato un segno, e dalle storie che comporranno le narrazioni del festiva. Come il nuovo spettacolo di deSidera, “Lydia fra le nazioni”, dedicato alla figura di Lydia Gelmi Cattaneo, prima donna bergamasca a ricevere nel 1974 il titolo di Giusta tra le Nazioni. Debutto assoluto per questo spettacolo, che vedrà la luce proprio durante l’edizione 2021 di deSidera Festival e racconterà la storia misconosciuta di questa donna coraggiosa, audace, consapevole di dove fossero il giusto e lo sbagliato e capace di mettersi direttamente in gioco per i suoi ideali: durante la Seconda Guerra Mondiale, infatti, agì attivamente contro il nazifascismo e salvò da morte certa diversi ebrei e partigiani. Sul suo impegno deSidera aveva già creato un documentario, di cui la rappresentazione teatrale è diretto e naturale prosieguo, anche grazie a una campagna di raccolta fondi che ne ha permesso la realizzazione: con regia di Paolo Bignamini e drammaturgia affidata a Mara Perbellini, debutterà il 14-15 luglio al Castello di Valverde, luogo del cuore di Lydia. 

Tra storia e natura 

«Due novità rilevanti quest’anno», spiega ancora Allevi. «Il percorso fra natura e cultura, cioè narrazioni di domenica pomeriggio in oasi del verde nella bassa bergamasca, e un cartellone di teatro ragazzi in collaborazione col Sistema Bibliotecario di Ponte San Pietro. Riparte così un fitto calendario di appuntamenti con il nostro pubblico, un dialogo che vuole rispondere al desiderio che sentiamo potente di tornare insieme a teatro». L’edizione 2021 di deSidera Festival torna anche nella basilica di Sant’Alessandro in Colonna, con una rappresentazione in anteprima dedicata al profeta Elia, scritta da Luca Doninelli e interpretata da Sandro Lombardi. Altri luoghi della rassegna 2021 saranno la Basilica di Santa Giulia a Bonate Sotto, il santuario di San Donato a Osio Sotto, la Cornabusa a Cepino, il santuario della Madonna di Prada a Mapello e il Santuario di San Patrizio a Colzate, per la prima volta location di deSidera Festival, ma anche i castelli – come quello di Cavernago o di Brignano Gera d’Adda – e il verde, tra orti botanici e passeggiate nella campagna della bassa bergamasca. 

«L’anno e mezzo trascorso ci ha resi più coscienti che l’uomo non si realizza nel rapporto con uno schermo (per quanto importante) di computer, che la realtà virtuale non è il cuore della realtà, che l’intelligenza artificiale (per quanto utile) non è la vera intelligenza», commenta Doninelli. «Ai primi caldi, la gente ha affollato le strade, i tavolini dei bar e dei ristoranti, perché abbiamo bisogno di vivere insieme, pensare insieme, sentire insieme. Fare teatro è come celebrare un rito, che è religioso e laico insieme, fisico e spirituale al tempo stesso. I riti sono come specchi, nei quali possiamo guardare la nostra vita, guardarci mentre viviamo. Questo è il teatro: un rito di semplicità e fiducia». 

«Il cuore di tutti, e dei bergamaschi in particolare, non si è raggelato», conclude Allevi. «Facciamo nostro il verso di Ungaretti: il mio cuore/oggi/non è altro/che un battito di nostalgia». 

Per info e programma: https://www.teatrodesidera.it/ 

Credits fotografie: Federico Buscarino