Piccola Francia

PARIGI – La Francia si appresta a vietare i concorsi di miss alle ragazze di età inferiore ai 16 anni. Il divieto è stato approvato il 18 settembre in Senato con 196 voti contro 146, nell’ambito di un vasto progetto di legge sulla parità uomo-donna. Per entrare definitivamente in vigore dovrà essere approvato anche dall’Assemblea Nazionale. E’ un primo successo per Chantal Jouanno, ex ministro dello Sport di Nicolas Sarkozy, promotrice dell’emendamento

(ANSA, 18 settembre).

UNA LEGGE CHE FA LA MORALE

La laicissima Francia approva una legge “moralizzatrice”. Lo Stato fa morale e in un settore, quello dello sfruttamento del corpo femminile delle bambine miss, che è cruciale, per quello che dice e per quello che suggerisce. La notizia è accompagnata da due particolari molto interessanti. Pare che la Francia sia il primo paese europeo a promuovere una legge di questo tipo e, secondo, la legge era stata promossa dal ministro del governo conservatore di Sarkozy, ed ha avuto una approvazione “trasversale”: i socialisti attualmente al governo si sono divisi e un gruppo di loro hanno votato a favore.

UNA LAICITÀ IN PANNE

Il caso è esemplare. La laicità francese è presentata dagli analisti come la più radicale, la più esclusiva. Lo stato è il detentore dei valori della appartenenza repubblicana e li insegna a scuola e li tutela con le sue leggi. Ogni altra agenzia è vista con sospetto, come potenziale attentatrice al carattere esclusivo del magistero civile dello Stato e delle sue istituzioni. Solo che lo Stato che impone per legge un comportamento si trova anche in difficoltà a giustificarlo: da una parte esalta la liberté come ideale, dall’altra è costretto a regolamentarla. Il cittadino libero è un po’ meno libero e sarebbe autorizzato a chiedersi se, in questa situazione, non sia anche un po’ meno cittadino. Oltretutto altre visioni culturali abitano l’universo francese e difficilmente si riconoscono nell’universalità laica dello Stato. I casseurs delle banlieu, di origine nordafricana, quelli che bruciano le macchine e lottano contro la polizia sono interessati alle sfilate delle baby miss? Difficile.

UN’ALTRA LAICITÀ

Anche da queste anomalie appare in tutta la sua maggiore, più positiva potenzialità l’altra visione, quella “americana” che non vede nelle altre agenzie di valori, in primis le Chiese, dei concorrenti da limitare, ma dei collaboratori da favorire. La società plurale deve accettare una pluralità di fonti di ispirazione e solo in questa ottica, probabilmente, si può salvare.
Resterebbe, a questo punto, il problema, non secondario: le varie Chiese, le diverse religioni, sono esse pure tutte attrezzate per vivere insieme in questa vasta convergenza? Anche questo è un bel problema. Non ancora risolto, evidentemente.