Il dolore in scena

Domani sera (11 ottobre, ore 20,45) al cineteatro Cagnola di Urgnano, nell’ambito della rassegna di teatro sacro Desidera va in scena lo spettacolo «Giobbe o la tortura dagli amici». Tratto dall’opera omonima di Fabrice Hadjadi, scrittore di origine ebraica, con genitori tunisini,  convertito al cattolicesimo in età adulta, è la rivisitazione in chiave moderna della storia del personaggio biblico, che qui si trova afflitto in un letto di ospedale, attaccato a una flebo, dopo una vita di sofferenze. Accanto a lui sfilano gli amici, ognuno dei quali rappresenta un tipo umano e una tentazione. C’è per esempio Elifaz, che gli propone la meditazione, la moglie che lo vuole convincere della validità di una puntura letale, e via così, fino al diavolo in persona.

LA VITA COME INCONTRO

Nella rappresentazione del Teatro degli Incamminati (in scena Andrea Bonami, Andrea Maria Carabelli e Dina Perekodko) la scena si apre, come spiegano le note di scena, su «un Dio che immediatamente supera il vuoto che lo separa dagli spettatori, sussurra loro da vicino come il più geloso confidente. Quello che con Giobbe va in scena nelle sequenze successive è la vita come incontro e come rituale: gli amici e la moglie vanno a visitarlo, uno per uno, e ciascuno di loro esprime un punto di vista sempre diverso; ma ogni posizione è, almeno per un aspetto, sempre comune: essa mira ad abbassare il tiro della questione. La sofferenza di Giobbe viene sempre ridotta a qualcosa di causale, di non decisivo. E solo nel monologo finale, curiosamente – genialmente – dedicato non al dolore ma alla gioia, esplode tutta la verità della figura di Giobbe: attraversamento del dolore, sì; ma per arrivare ad una comprensione di che cosa il dolore e la sofferenza veramente sono: un’esigenza, una domanda, una tensione inestinguibile – ma, soprattutto, una vita». Lo spettacolo a Urgnano conclude un «Percorso sul dolore» iniziato con una serata sul racconto della storia di Giulia Gabrieli, ragazzina bergamasca morta di cancro, una riflessione di don Ezio Bolis sulla pedagogia del dolore, un incontro con il vescovo Francesco Beschi e il giornalista Francesco Agnoli su come stare di fronte al dolore.