Preghiera in strada

Mattino, ore 10, città alta. Salgo da via Lupo verso piazza Giuliani. Per intenderci, la via che dalla Corsarola sale verso il duomo, a sinistra il lavatoio, a destra Passaggio Ca’ Longa che porta verso Piazza Vecchia. Quando si arriva in cima, proprio prima di sbucare in piazza Giuliani, a destra, si trova, sull’abside del Duomo, una santella dedicata alla Madonna. È una Addolorata seduta ai piedi della croce. Sotto l’immagine, una giaculatoria in un italiano passabilmente datato: “Un dono voglio/da voi Maria/salvate pregovi/l’anima mia”.

Passo dunque, di mattino, davanti alla santella, oltretutto tenuta a distanza dalle solite automobili posteggiate davanti. Dietro le automobili, fermo al centro della strada sta un uomo, mezza età, con un cappello antipioggia in testa, giacca impermeabile, blue jeans, un documento infilato nella tasca posteriore. Guarda per un momento la santella. Poi, improvvisamente, fa una genuflessione, proprio una genuflessione, quella che si fa di solito in chiesa, stende la mano destra verso l’immagine della Madonna e alza il pollice. Poi va via veloce. Ho l’impressione che stia correndo verso il lavoro.

Resto sbalordito. Siamo in città alta, duomo da una parte, Santa Maria Maggiore dall’altra: anche la piazza è un po’ chiesa, una chiesa a cielo aperto. (Che strano, però: in un posto così storico mi viene in mente, a proposito di chiesa a cielo aperto, un monumento sacro tipicamente moderno: la Chiesa di Ronchamp di Le Corbusier. Con quel tetto alla rovescia e con le pareti convesse il grande architetto ha voluto non ritagliare lo spazio sacro interno rispetto alla spazio profano esterno, ma inglobarlo: tutto lo spazio diventa sacro). Eppure, nonostante tutte queste suggestioni, siamo in piazza e poi non tutti pregano in chiesa e tanto meno in piazza. Come è affascinante, allora, che questi gesti sacri fioriscano in spazi così profani. E mi viene in mente che, certo, si va lì all’ombra del campanile a pregare, ma per ricordarsi che poi il senso alto della vita, la compagnia del Signore e della sua Parola, la si trova ovunque: davanti a una santella e nel lavoro verso il quale si deve correre ogni giorno.