C’è speranza

Iniziano questa sera «I lunedì di San Bartolomeo» promossi dal Centro culturale San Bartolomeo. In programma quest’anno due cicli di tre incontri ognuno. Gli incontri del lunedì e del martedì al Centro culturale San Bartolomeo hanno in comune un particolare accento sulla speranza. Il filo conduttore del primo ciclo, quello che parte stasera è «Surrexit Christus, spes mea! Una liturgia a tre dimensioni». Conduce Massimo Rossi o. p.. Questa sera il primo incontro (gli orari: alle 18 e in replica alle 21) si concentra su «Già e non ancora! Dalla certezza di Cristo alla speranza dell’Uomo». Ci saranno poi altri due incontri il 4 novembre (stessi orari) su «Propongo di non offenderti mai più. La riconciliazione come programma» e l’11 novembre su «In id quod suimus transeamus, i postumi dell’Eucaristia». «Il titolo del ciclo – dice l’introduzione – vorrebbe suggerire una realtà – la liturgia – che possiede altezza sua propria, profondità sua propria e spessore suo proprio, rispettivamente l’altezza di Dio Padre, la profondità dello Spirito Santo e lo spessore della vita di Cristo. La storia della salvezza può assumere le stesse coordinate, nella misura in cui il popolo di Dio vive la sua esperienza di fede nei fatti quotidiani, la esprime nell’atto di culto e, attraverso il culto, la riceve rinnovata e fortificata dalla Grazia sacramentale. La vitalità della liturgia è garantita dalla prospettiva della speranza, che potremmo definire la “terza dimensione antropologica”, lo “spessore” necessario, l’unico capace di trasformare la pura teoria in pratica, il mero concetto in realtà, l’astratto inafferrabile in concreto tangibile. Senza la celebrazione, la fede corre il rischio di rimanere iscritta in una forma mentis, e non è in grado di contaminare la vita reale. (…) In altri termini, la verità dei sacramenti passa dal piano oggettivo creduto a quello soggettivo vissuto, soltanto se accordiamo ai sacramenti diritto di cittadinanza per il tempo a venire, allorché, terminata la celebrazione, torniamo a casa, ai nostri affetti, al nostro lavoro… Rafforzati nella speranza che Cristo possa continuare a vivere per noi, con noi e in noi. Se questa speranza viene meno, la nostra liturgia si spegne e anche la vita. Se questa speranza resiste, prima o poi, la vita semplicemente buona diventerà vita cristiana autentica, e la Storia della Salvezza raccontata dal Vangelo diventerà storia di salvezza in atto raccontata da noi». Il secondo ciclo di incontri incomincia il 18 novembre e si concentra sul tema «Ripensare la speranza». A condurre è Umberto Frassinetti o. p. Primo incontro: «Il Vangelo Messaggio di speranza – Gesù incontra le attese dell’uomo e dà loro una risposta». Il 25 novembre appuntamento con «La comunità cristiana rifette – La Chiesa coglie i segni dei tempi. Alcuni testimoni di questa verità». Il 2 dicembre ultimo incontro su «La riflessione ininterrotta e rinnovata – Le teologie della speranza». L’idea di parlare di speranza nasce dalle paure di oggi: «La situazione demografica, l’ecologia, la massificazione, la globalizzazione nel bene, ma anche nel male, suscitano paure. La fede cristiana ha parole per rassicurarci, per illuminarci, per insegnarci a dominare i terrori irrazionali? Noi crediamo che tali parole vadano cercate nella Rivelazione biblica, vadano ritrovate, meditate e infine tradotte in scelte di vita, una vita convertita alla luce di Cristo».