Danze Macabre

Scheletri leggeri come fantasmi, figure anonime che si dissolvono, si scompongono e scivolano nel nulla, su un fondo grigio e indistinto. È un segno forte, contemporaneo e allo stesso tempo con una sua particolare grazia quello di Michèle Grosjean, pittrice belga di Bruxelles, che espone le sue opere fino al 6 gennaio al Museo della Basilica di Clusone, in un’esposizione organizzata in collaborazione col Circolo Culturale Baradello, con l’Assessorato al Turismo del Comune di Clusone, con il Circolo di Bruxelles dell’Ente Bergamaschi nel Mondo, della Turismo Pro Clusone. La mostra si concentra sul tema della morte, è fortemente legata, nella forma e nei contenuti, agli affreschi della danza macabra sulla facciata dell’oratorio dei Disciplini accanto al museo ed è articolata in due sezioni.

«La prima sezione “La Morte di Bruxelles” – spiega Mino Scandella – esposta nelle sale al piano terra, è una descrizione-interpretazione pittorica moderna della Morte, opera di Michèle Grosjean; in un suo soggiorno a Clusone ha provato a leggere i nostri affreschi macabri ispirandosi al Trionfo e alla Danza Macabra. La sua opera–rappresentazione incrocia il mito, la coscienza e la certezza della “finitezza umana” dipinta in due grandi trittici, accompagnati  dagli studi preparatori, su tele più piccole».

La seconda sezione “Ognia omo more” è una mostra storica delle immagini della Morte in terra bergamasca dal XV al XX secolo. «È una mostra – prosegue Mino Scandella – nata a Clusone 11 anni fa, che poi ha girato la Bergamasca, la Lombardia, per sostare a Roma. Oggi torna al suo punto di partenza. Le immagini partono dalla Morte di Clusone del 1485, terribile e minacciosa, per poi “addomesticarsi” e integrarsi nel ‘600 nell’esperienza e nella riflessione cristiana. Segue i temi della predicazione sulla Morte ed i segni che essa lascia sul territorio: dalle cappelle mortuarie, spesso legate alle epidemie, ai cippi viari, ai “memento mori” cimiteriali, agli apparati funebri dei tridui dei defunti, per finire ai suffragi, agli ex voto, alle preghiere, che legano vivi e morti nella speranza della Vita eterna». Integrano la Mostra gli apparati funebri usati fino a 30-40 anni fa nei funerali della parrocchia di Clusone, gli stendardi del triduo ancora usati nella parrocchia cittadina di Valverde, i pannelli a tema macabro della parrocchia di Villa d’Ogna del clusonese Giovan Battista Brighenti e alcune opere inedite, sul tema della morte, della scultrice clusonese Marìka Bigoni. Si può visitare l’esposizione fino al 6 gennaio nei fine settimana, dal venerdì al lunedì, con gli orari 10-12 (festivo) e 15-18.