I suoi vecchietti del «BarLume» sono in onda su Sky cinema 1 (il secondo film lunedì 18 in prima serata), e ai suoi lettori i gialli brillanti che si ispirano apertamente a Nero Wolfe sembrano sempre «troppo corti»: è Marco Malvaldi, chimico felicemente prestato alla letteratura, il protagonista dell’incontro di domani (sabato 16) alle 18 al Teatro del Borgo di Ranica (via Sette Fratelli Martiri 1) nell’ambito del festival PresenteProssimo, diretto da Raul Montanari. Al mattino incontrerà anche gli studenti dell’Isis «Valle Seriana». Sempre ai vertici delle classifiche di vendita, Marco Malvaldi è un narratore vivace e anticonvenzionale, che basa i suoi romanzi su un’acuta capacità di osservazione e una capacità inusuale, forse derivata dalla sua professione, di mescolare gli ingredienti del racconto. La trama dell’ultimo «Argento vivo» (Sellerio) è un po’ shakespeariana, una commedia degli equivoci. «Peccato – osserva lui con un sorriso – che la trama l’abbia inventata mia moglie».
Galeotto è il romanzo del protagonista Giacomo Mancini, giocatore di golf e autore molto prolifico ma ormai sul viale del tramonto. Il libro sta per uscire quando la sua casa viene rapinata e i ladri gli portano via il computer dove ha salvato il file, l’unica copia esistente.
Da questo file, che diventa «argento vivo» passando di mano in mano, prende vita la giocosa macchina narrativa di Malvaldi. Il computer lo ritrova un ingegnere a contratto e blogger, Leo, che prima vorrebbe una ricompensa, poi prende gusto nella lettura e incomincia a dare allo scrittore dei buoni consigli. Ma prima che il libro finisca ne capitano delle belle. La vicenda scorre con grande piacevolezza, lo sguardo di Malvaldi sulla realtà è benevolo ma affilato, con un’ironia tipicamente toscana, feroce sì, ma irresistibile. Imperdibili le scenette tratte dal tran tran quotidiano, come questa, tra Leo e Letizia: «Senti amor mio che fa il critico letterario, io oggi avevo il consiglio di classe alle due e poi il ricevimento fino alle sette – disse Letizia -. La prossima volta, invece di stare lì a deliziare i tuoi due lettori e mezzo ti metti il grembiule e mi dai una mano». Il libro di Malvaldi è un giallo fuori dalle righe, ci sono una rapina e delle indagini, l’intreccio è vivace come quello di una fiction, ma non superficiale. A tirare i fili è il caso (e ogni tanto la malasorte) e poi ci sono le storie delle persone, con il loro carico di emozioni, desideri, speranze e delusioni, che tra una risata e l’altra offrono anche l’occasione per riflettere sulla vita.