Bambini a Messa

I bambini a Messa? Chiacchierano, giocano, azzeccano una risposta ogni tre….Piano piano si abituano, dicono genitori e catechisti, che in genere si occupano di tenerli (benevolmente) in riga. A Grumello del Monte per quattro mesi all’anno, da novembre a febbraio, ormai da parecchi anni è stata introdotta una “liturgia separata”. «Alla Messa delle dieci, ogni domenica – racconta il curato don Fabio Pesenti -, dall’inizio fino al credo i bambini hanno un posto tutto loro dove stare, un’aula polifunzionale accanto alla chiesa, dove nel frattempo rimangono gli adulti.

La “Messa dei bambini” è per gli alunni della scuola primaria, dalla prima alla quarta, «anche se non è proprio tassativo – spiega il curato – ogni tanto si aggregano anche i fratellini e alcuni genitori». L’obiettivo è educare i bambini alla liturgia: «Così hanno uno spazio e un tempo che è soltanto per loro, in cui viene dedicata loro più attenzione, per insegnargli a rispondere bene e a cantare».

La “liturgia per i bambini” non si discosta di molto da quella “normale”: «Non facciamo la seconda lettura – spiega don Fabio – principalmente per una questione di tempo, perché dobbiamo comunque arrivare a ricongiungerci ai grandi dopo il Credo. E poi si adotta qualche piccolo accorgimento. L’atto penitenziale, per esempio, lo fanno i bambini. Qualcuno alza una mano e dice un peccato e tutti insieme dicono “Signore pietà”. È anche un modo per imparare a dare un nome ai peccati, una cosa che appare forse scontata per gli adulti ma non lo è per i più piccoli».

Le letture vengono fatte a turno dai catechisti. Poi ci sono le mamme che dirigono il coro dei bambini. L’omelia, naturalmente, è fatta su misura per loro. «In questo – aggiunge don Fabio – ci aiuta il luogo dove si tiene la celebrazione. Si tratta infatti di un’aula in cui si può usare il proiettore. Sullo schermo scorrono di solito le risposte e i canti. Spesso utilizzo delle immagini per illustrare l’omelia. Non si proiettano invece le letture. I bambini rimangono seduti per terra su lunghi tappeti, ogni classe ha la sua posizione. In un posto visibile a tutti c’è una “ruota” di compensato a spicchi colorati sulla quale abbiamo disegnato l’anno liturgico, segnando periodi diversi (il tempo ordinario, l’avvento, il Natale, la quaresima, la Pasqua) con i vari colori, anche per abituare i bambini a capire la differenza».

Quando il parroco che nel frattempo celebra la Messa per gli adulti arriva al Credo, il sagrista arriva e chiama i ragazzi: «Passare da un luogo all’altro è forse il momento più delicato, è inevitabile che tra i ragazzi cali un po’ l’attenzione. Ma l’ingresso in chiesa in processione è sempre un momento molto bello, segna l’accoglienza dei piccoli da parte degli adulti nella comunità. È una bella esperienza, che cerchiamo ogni anno di migliorare. Adesso è diventata un’esperienza alla quale non rinuncerei, perché nel tempo dà ottimi frutti. Anche le famiglie portano più volentieri i bambini a Messa, sapendo che c’è uno spazio fatto per loro».

All’inizio, però, non è stato facile, all’interno della comunità c’erano molte opinioni diverse: «C’era chi riteneva che dovesse durare di meno, chi di più, chi voleva limitare questa liturgia separata all’avvento e alla quaresima: ci sono state molte occasioni di confronto, anche piuttosto acceso. Ma negli ultimi anni abbiamo trovato un buon equilibrio che rispetta esigenze diverse».

Com’è la «Messa dei bambini» nella tua parrocchia? Come ti piacerebbe che fosse?Raccontaci la tua esperienza.