Doni nel carrello

Domani si fa la spesa anche per aiutare chi ne ha bisogno: sabato 30 novembre in tutta Italia circa 135mila volontari della Fondazione Banco Alimentare Onlus, in oltre 9 mila supermercati, inviteranno a donare alimenti a lunga conservazione che saranno distribuiti a più di 8.800 strutture caritative (mense per i poveri, comunità per minori, banchi di solidarietà, centri d’accoglienza, ecc.) che aiutano 1.800mila persone bisognose. Tutto ciò avrà luogo in tutta la Penisola e il consumatore sarà sensibilizzato con lo slogan “Fai la spesa per chi è povero”. Anche in Bergamasca saranno coinvolti centinaia di volontari.

La Giornata Nazionale della Colletta Alimentare è uno degli appuntamenti della campagna Emergenza Alimentare Italia, iniziativa di sensibilizzazione e raccolta fondi promossa dalla Fondazione Banco Alimentare Onlus (http://www.bancoalimentare.it), nata in Italia nel 1989 per iniziativa di monsignor Luigi Giussani, fondatore del movimento Comunione e Liberazione, e di Danilo Fossati, all’epoca Presidente dell’Azienda Alimentare Star.

“Secondo gli ultimi dati dell’Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) sono 4,1 milioni le persone che ora in Italia sono a rischio di povertà alimentare. Per questo la XVII Giornata della Colletta Alimentare, invitando i cittadini a donare una spesa in più oltre alla propria per le famiglie indigenti, quest’anno diventa ancora più importante” dichiara Andrea Giussani Presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus. “Non è più solo un atto di istintiva generosità ma una risposta urgente a una situazione che è veramente drammatica, che noi abbiamo chiamato Emergenza Alimentare Italia, perché ora il nostro Paese si trova in questa situazione. Quindi invitiamo come ogni anno tutti i cittadini a contribuire con questa spesa, abbiamo un sostegno da circa 135mila volontari che accompagneranno i cittadini in questo gesto. Contiamo di essere presenti in oltre 9mila punti di vendita in Italia”, prosegue Giussani ricordando che l’anno scorso sono state raccolte “9200 tonnellate di alimenti, circa il 14% di quello che riusciamo a distribuire durante l’anno, quest’anno ci auguriamo di mantenere questa quantità, perché la crisi si fa sentire e lo sforzo del dono sarà inevitabilmente più forte ma contiamo anche di aumentarlo perché speriamo che i segnali di emergenza convincano la gente a donare di più. Intanto un segnale positivo è che i punti di vendita che hanno aderito sono aumentati. Tutti gli alimenti donati saranno poi distribuiti nei 2/3 mesi successivi alle strutture caritative di riferimento”. Nel nostro Paese sono ormai oltre 4 milioni le persone che soffrono di povertà alimentare, (+47% dal 2010), di queste il 10%, 428mila sono bambini che hanno meno di 5 anni. Aiutare dunque con un gesto concreto le oltre 8.800 strutture caritative attraverso l’acquisto di olio, alimenti per l’infanzia, scatolame (pesce, carne, legumi, pelati e sughi) tenendo conto della recente analisi della Coldiretti, che si basa sul Piano di distribuzione degli alimenti agli indigenti 2013, resa nota in occasione del primo baratto della solidarietà.

In tre anni sono aumentati del 47% coloro i quali con le proprie forze non riescono neanche a mangiare, una vera e propria emergenza al Sud dove  4 su 10 non riescono a coprire i costi della spesa alimetare. Questa importante iniziativa, che si svolge sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, è resa possibile grazie alla collaborazione dell’Esercito Italiano e alla partecipazione di decine di migliaia di volontari aderenti all’Associazione Nazionale Alpini, alla Società San Vincenzo De Paoli e alla Compagnia delle Opere Sociali, che rischia di restare senza viveri. Infatti, dal 1° gennaio 2014 i pacchi alimentari che l’Agea finora smistava alle realtà assistenziali sparse sul territorio tramite l’Unione Europea smetteranno di arrivare. La crisi morde, la sovrapproduzione agricola non c’è più, e i paesi ricchi dell’UE impongono una totale revisione dei sussidi. Domandiamo al Presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus da dove arriveranno gli altri aiuti. “Gli altri aiuti che continuiamo a sforzarci di incrementare sono quelli che vengono dalle eccedenze delle aziende della produzione e dalla distribuzione del catering, anzi il nostro sforzo già nei mesi scorsi è stato quello di mettere maggiormente in rete un numero maggiore di aziende per poter in qualche modo sopperire a ciò che ci verrà a mancare dall’aiuto europeo. Però l’aiuto dell’Europa che valeva quasi la metà di quanto noi distribuivamo ci fa dire che ci sarà un impatto sulle quantità distribuite molto significativo”. Nel 2012 sono andati sprecati 61milioni kg di alimenti, pari a un valore di circa 180 milioni di euro ovvero come un carico di oltre 2.200 tir.

Le donazioni di alimenti ricevute durante la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare andranno a integrare quanto la Rete Banco Alimentare recupera grazie alla sua attività giornaliera combattendo lo spreco di cibo. “Noi recuperiamo in un anno circa 40.000 tonnellate di cibo dalle aziende, dalle industrie di produzione della distribuzione alimentare, cibo che non sarebbe più venduto e quindi distrutto. Secondo la nostra ricerca effettuata due anni fa in collaborazione con il Politecnico di Milano è ancora disponibile circa un milione di tonnellate di cibo che va disperso. Il numero dei poveri aumenta, la quantità di alimenti rischia di diminuire. Lo Stato potrebbe intervenire per esempio aiutando fiscalmente chi dona alimenti. Oggi un’azienda che dona le eccedenze alimentari a scopo sociale ha lo stesso recupero dell’Iva che avrebbe se gettasse questa stessa merce. Se invece si creasse un meccanismo di maggior agevolazione fiscale al recupero sociale invece che alla distruzione questo aiuterebbe moltissimo. La generosità verrebbe incentivata anche dal punto di vista economico”. Anche Papa Francesco di recente ha invitato tuttia riflettere sul problema della perdita e dello spreco del cibo per individuare vie e modi che, affrontando seriamente tale problematica, siano veicolo di solidarietà e di condivisione con i più bisognosi. […] quando il cibo viene condiviso in modo equo, con solidarietà, nessuno è privo del necessario, ogni comunità può andare incontro ai bisogni dei più poveri”.