In Bielorussia

Il volontariato? Un gesto d’amore, ma anche un modo per crescere. Così lo intende Cristina, vent’anni, giovane della parrocchia del Villaggio degli Sposi, in città. Cristina è una studentessa universitaria, frequenta la facoltà di Scienze Motorie alla Statale di Milano, per sette anni con la sua famiglia ha ospitato alcuni bambini bielorussi nella propria casa seguendo le iniziative dell’associazione “Aiutiamoli a Vivere”, come fanno con grande generosità centinaia di famiglie bergamasche. Da qualche anno è entrata a far parte del distaccamento giovanile  di questa associazione chiamato Ulipka (che in russo vuol dire sorriso), che si propone di portare un sorriso ai ragazzi bielorussi meno fortunati: non si limita ad accogliere, in questo caso i giovani partono e si recano sul posto e lì (in una regione molto povera, dove mancano anche i servizi di base, dove per i bambini e i ragazzi ci sono pochissime occasioni di formazione e intrattenimento) svolgono attività di animazione per i più piccoli, per portare loro, appunto, un sorriso e per aiutarli a crescere meglio. È il secondo anno che Cristina parte per la Bielorussia con altri volontari. Soggiorna per due settimane in una specie di colonia estiva dove si organizzano giochi e animazione per bambini e ragazzi con diverse fragilità e problematiche.

“Inizialmente – dice la giovane volontaria – mi sono avvicinata ad Ulipka per curiosità. Poi ho notato che gli incontri di formazione erano interessanti e ho preso parte attivamente alle iniziative in Bielorussia.” Sono stati la curiosità e la voglia di aiutare, e la consapevolezza che queste attività contengono una grande possibilità di crescita umana per chi le svolge a portare Cristina in quel luoghi per la prima volta. Il suo viaggio però è stato una specie di colpo di fulmine: e così da allora sono anche “i ricordi, le emozioni e le sensazioni provate, a ricondurmi là, dove il mio aiuto può servire a quei bambini”. I volontari portano con il loro lavoro in quelle zone l’aspettativa di un futuro migliore per i ragazzi: anche se per molti di loro, come racconta Cristina, “le speranze sono spesso sogni irrealizzabili”. Il compito dei volontario in questo caso è quello di “donare la propria speranza” ai piccoli bielorussi.

Cristina si dice “segnata da quest’esperienza, sia nel bene che nel male”. Un’esperienza che ha di certo cambiato la sua vita. Da un alto è dura confrontarsi con quella realtà così difficile per i  ragazzi bielorussi, dall’altro deve avere il coraggio di essere forte per loro, per potergli offrire, almeno per un breve periodo, l’opportunità di cambiare prospettiva.

I progetti di Ulipka quali sono? “Allargare il raggio d’azione e sensibilizzare il maggior numero di persone per far conoscere le difficoltà drammatiche che vivono questi bambini. Ci vogliono comunque anni per imparare davvero a conoscere queste persone, la loro cultura, la loro mentalità e riuscire a creare un rapporto di confidenza, il mio lavoro sarà ancora lungo”.