Vite low cost

La ricerca di uno ″stile di vita low cost″ è diventata vitale per gli studenti universitari che dipendono ancora da mamma e papà e devono far fronte alle tasse universitarie e magari anche all’affitto nel caso degli studenti fuori sede… Va di moda, per esempio, recuperare vecchi vestiti dal dimenticatoio nel fondo degli armadi, ancora odoranti di naftalina, per riutilizzarli, rivisitarli e rivestirli dando un tocco di originalità e creatività al proprio look senza spendere cifre assurde al centro commerciale.

La sobrietà si vede anche nei mezzi di trasporto: meno scooter nuovi fiammanti in giro. Molti più ragazzi usano la bicicletta per spostarsi risparmiando soldi (e senza inquinare). Quando poi ce n’è l’occasione, tanti affiancano agli studi universitari un lavoretto che porti loro qualche soldo.

Un esempio dello stile improntato sul risparmio si trova in un divertentissimo blog che fa tendenza: www.discountordie.org  (discount o morire) in cui si narra della cosiddetta “arte di far la spesa al discount”…In mezzo alle recensioni (tutte da leggere) dei prodotti più diversi, tutti ovviamente da pochi euro o preferibilmente anche meno, si trovano anche improbabili, utilissimi consigli come «La guida definitiva dell’ospitalità negli squat e negli spazi occupati» dove si spiega come fare «a sfangarsela in situazioni del tipo: orda di punx affamati e squattrinati, con plotone di gruppi che suonano in cambio di tanto affetto (e che meritano almeno un pasto decente), per un non precisato benefit a sostegno di una causa X, senza la possibilità di scaldare alcunché». Magari va bene anche per qualche festa dell’oratorio, chissà.

Insomma, difficile essere giovane in tempo di crisi, ma non ci piangiamo addosso, in fondo possiamo sempre ripensare i nostri consumi e reagire creativamente. Se anche noi ventenni siamo cresciuti in una società intrisa del capitalismo d’assalto delle multinazionali e gli spot televisivi ci hanno educato al consumo, l’abbiamo capito che il vento è cambiato e che non è più tempo di weekend all’Oriocenter.

Noi ventenni eravamo destinati ad essere i figli del «turbo-consumismo», ci avevano convinto della possibilità di una vita in cui il minimo bisogno veniva immediatamente (ed illogicamente) soddisfatto dallo sfregamento della Mastercard che ogni cosa poteva… invece il nostro destino da homines consumantes è stato stravolto, e noi ci ritroviamo involontariamente a vivere la nostra giovinezza in un periodo d’intensa crisi sociale ed economica.

Ma si può essere giovani vivendo (e consumando) con sobrietà? Certo che si può. Ci ribelliamo agli stereotipi secondo i quali i giovani sono solo quelli che comprano abiti firmati, non possono far a meno dell’ultimo smartphone (e fanno la coda di notte per comprarlo), non sanno rinunciare all’happy hour e devono timbrare il cartellino in discoteca il sabato sera. In effetti la sobrietà è stata fuori dal vocabolario giovanile per decenni e tanti non sanno nemmeno cosa significhi; non importa poi se in futuro potranno permettersi il medesimo standard di vita: l’imperativo categorico è rimasto (comunque) spendere e consumare come se non ci fosse un domani (e chissene importa se c’è crisi). Ma i giovani sobri esistono, eccome.  E si può essere sobri e felici….