Oratori in corso

«La mia seconda casa». Ecco cosa rappresentava, da bambino, l’oratorio di Rivolta d’Adda (Cremona) per Emiliano Mondonico, allenatore (Atalanta e Albinoleffe tra le sue tante panchine in serie A e B) e ora opinionista in tv. La sua passione per il calcio è nata ben prima che diventasse una professione: «Ho sempre giocato in attacco, ero estroso e mi piaceva farmi rincorrere, più che correre dietro agli avversari» racconta. Perciò non stupisce per niente che tra i suoi ricordi d’infanzia non manchi mai un pallone da far rotolare in campo. «All’oratorio ce l’avevo sempre sotto braccio, arrivavo al campo prima dell’apertura e spesso me ne andavo quando chiudeva. In quel luogo mi sentivo completamente a mio agio».

Altri aneddoti divertenti?
«Durante i vespri domenicali, tenevo le cuffiette della radio all’orecchio per ascoltare le partite, ovviamente di nascosto. Avevo sempre paura di esultare troppo per un gol e venire scoperto, ma fortunatamente non è mai successo!».

Il rapporto con l’oratorio è rimasto lo stesso, quando è cresciuto?
«Sì, grazie gli amici ho mantenuto i contatti anche quando il lavoro, negli anni ’80 e ’90, mi ha portato lontano da casa. Per esempio, ho dato il mio contributo quando c’è stato bisogno di un campo sintetico e ora, su quel campo, alleno una squadra di ragazzi che escono da varie dipendenze».

Ci può raccontare questa esperienza?
«Lavoro con loro, grazie all’associazione “L’Approdo” di Rivolta d’Adda, da circa 10 anni, una o due volte a settimana. Lo sport è parte integrante della loro cura e io ne sono felice. Non c’è niente di più bello che aiutare gli altri».

Lei è anche testimonial della “Junior Tim Cup”, che cos’è?
«La manifestazione, organizzata dal CSI in collaborazione con la FIGC, è riservata alle squadre Under 14 degli oratori delle città che ospitano squadre di serie A. Le partite si giocano prima di quelle dei “grandi” e la finale si terrà allo stadio Olimpico di Roma il 3 maggio, giorno della finale di Coppa Italia. È molto emozionante, per i ragazzi, essere in campo dove giocano i club più prestigiosi d’Italia».

L’oratorio, quindi, può essere ancora un punto di riferimento per i ragazzi di oggi?
«Certamente, ma ora, più che in passato, è fondamentale che siano coinvolti attivamente anche i genitori, che si devono rendere conto di come si comportano e cosa fanno i propri figli fuori casa. Può essere la vera svolta nella vita di chi lo frequenta».