L′orologio del Papa

«Che cosa pensa, reverendo, di Papa Francesco?». È una delle domande più frequenti che noi preti ci sentiamo rivolgere da quasi un anno. E immagino che ce la rivolgano, perché pensano che il “ciclone Bergoglio” abbia sorpreso non solo loro, “comuni mortali”, ma anche noi “esperti del settore”. E, per quanto mi riguarda, non faccio fatica ad ammetterlo, anzi lo faccio con molto piacere.

PAPA SCONCERTANTE

Dirò di più, in una catechesi televisiva che tengo settimanalmente su Teleclusone, in tre puntate dedicate al Papa, al giornalista che ogni volta mi pone le domande sul tema (si tratta di una catechesi dialogata e si può vedere in You Tube) ho dichiarato ripetutamente che Papa Francesco non è solo sorprendente, ma, a mio parere, è sconcertante. Al mio stupito interlocutore, perché non rimanesse scandalizzato, ho aggiunto subito: «Sconcertante in modo positivo, naturalmente».

Papa Francesco sta infatti sconvolgendo pregiudizi, abitudini, clichés, che ormai da tempo omologavano il ruolo e l’autorità del Papa e le relative prese di posizione da tutti i versanti nei suoi confronti. E sta picconando molti stereotipi della dottrina religiosa e della pastorale in tutti i campi.

Sono convinto, e lo ribadisco, che si tratta di uno sconcerto positivo. Infatti, molti fedeli finiti ai margini per propria pigrizia abitudinaria, o per emarginazione tacita da parte dei “perfetti”, si sentono scossi e riprendono la via della Chiesa. I fedeli praticanti sono pure scossi nel loro essere naturalmente (troppo naturalmente) casa e Chiesa, nei secoli fedeli, ma spesso senza creatività. Noi preti (e forse perfino i vescovi) siamo spiazzati dall’inconsueto modo di agire e di parlare del Papa.

INQUIETUDINE

Tutto ciò che sconcerta però, oltre a provocare salutari riflessioni,  può a volte provocare anche una certa inquietudine, perché, una volta scossi e rimessi in movimento, non si vede bene dove si andrà a parare, o lo si vede anche troppo bene nella sua difficoltà.  E questo fa problema e crea delle esitazioni e, nella peggiore delle ipotesi, perfino delle resistenze.

Uno dei temi più sconcertanti di Papa Francesco è la sua insistenza sulla misericordia. Se questo a molti ha aperto il cuore ad una fiducia nuova e li ha riportati sulla via della Chiesa, ha però anche fatto pensare a qualcuno (tra i quali nientemeno che un intelligentone come Scalfari) che il Papa abbia addirittura abolito il peccato. Sono più di uno quelli che si riaccostano sì alla confessione, ma per avere finalmente l’approvazione “misericordiosa” alle  situazioni più “fuori”. E non sono pochi i preti che si chiedono quale debba essere, in confessionale e nella predicazione, il comportamento più consono alle parole del Papa. Tra questi anche l’amico parroco di Belsito.

IL PARROCO DI BELSITO

Io mi sono permesso di fargli notare che, se in ospedale un primario raccomanda ai suoi aiuti di essere più umani con gli ammalati, non vuol dire che non si devono più diagnosticare malattie gravi, e curarle anche energicamente, soprattutto se contagiose. Così pure, se un dirigente scolastico raccomanda comprensione intelligente alle situazioni dei ragazzi, i professori non devono per questo smettere di segnalare gli errori di ortografia o di calcolo. Allo stesso modo, un papà e una mamma che nelle conferenze per genitori in parrocchia o a scuola si sentono raccomandare di non fare da padri-padroni, non devono per questo farsi andar bene tutto quello che combinano i figli.

Comunque, è vero: il Papa sta mettendo in discussione metodi pastorali, atteggiamenti mentali e posizioni teoriche e pratiche inveterate. Crea problemi? È sotto gli occhi di tutti. Ma un proverbio francese dice che “non si può fare una buona omelette senza rompere le uova”.

CICLONE PROVVIDENZIALE

Il sommovimento provocato dal “ciclone Francesco” è quello di cui c’era bisogno, e bisogno urgente. Riconosciamolo. Tutti! Perciò stiamo col Papa. Lasciamoci sconcertare. Facciamo singolarmente o, meglio, in gruppo tutte le riflessioni che questa novità comporta. Senza paura.

A Marsiglia vive un ex-cantautore diventato prete (Michel-Marie Zanotti-Sorkine) che in una sua pagina di aforismi, uno più bello dell’altro, dice: «Di’ ciò che pensi, sii ciò che sei, alla luce di ciò che la Chiesa universale scrive sul tempo che tu vivi. Non sbagliare decennio. Rispondi presente all’appello del Papa. Il suo orologio segna l’ora esatta».