Fascismo verbale

Mi sono visto per intero il filmato dell’incontro di Grillo con Matteo Renzi. Roba da levare il fiato. Grillo ha parlato ininterrottamente e ha detto, ridetto e ripetuto che Renzi non è credibile, che è prigioniero dei poteri forti, che è vecchio, che è il nemico da battere. Renzi ha tentato alcune volte di interferire ma non è riuscito. E non è riuscito a parlare neppure Del Rio che sedeva accanto a lui. Tutto il filmato diceva chiaramente che Grillo non solo non voleva dire qualcosa di programma di governo, di riforme costituzionali, ma soprattutto era preoccupato di non lasciar dire nulla a Renzi. Anche i siti dei vari quotidiani nazionali dicevano esplicitamente che Grillo “non aveva fatto parlare Renzi”. Accanto a Grillo sedevano alcuni suoi compagni di partito. Non hanno detto bah. Ha parlato solo lui. Dunque lui parla a nome di tutti i suoi e ai suoi interlocutori impedisce di parlare.

E questo signore sarebbe il tutore della democrazia in Italia? Ci sono stati, nella storia recente del nostro Paese, alcuni capi supremi che non hanno lasciato parlare i loro avversari. Qualche volta, spesso, anzi, li hanno anche messi in prigione. Non erano a capo di governi democratici. Il Grillo torrenziale che non lascia parlare il Presidente incaricato è l’esponente di un fascismo verbale che lascia temere per altre forme di fascismo, che fanno venire i brividi.