La nostra quaresima

Cara suor Chiara, è iniziata la quaresima. So, vagamente, che voi monache vivete dei momenti particolari di penitenza e di preghiera. Ecco, la mia domanda, se vuoi, è un po’ di curiosità: mi racconti la vostra quaresima? Ma aggiungerei: le vostre pratiche quaresimali perché sono speciali e sono davvero così speciali da essere vissute solo da voi o potrebbero, al limite, essere “esportate” al di fuori del convento?

Claudio

IL SENSO DELLA QUARESIMA

Quaresima, tempo di ritorno al Signore, di conversione profonda del cuore. La liturgia ci conduce in questo itinerario, nella sequela di Gesù verso Gerusalemme, partecipando al suo cammino di spogliazione e abbassamento per vivere con Lui la Pasqua di resurrezione. La quaresima è caratterizzata da una forte dimensione penitenziale per riscoprire nella nostra vita, l’amore di Dio rivelatoci in Gesù Cristo crocifisso. È tempo di grazia nel quale rivivere la nostra vocazione battesimale, non nella mestizia o nella tristezza, ma nella gratitudine per il dono della salvezza ricevuto in Cristo. Meta della quaresima è la Pasqua! Come il lungo cammino del popolo d’Israele nel deserto verso la terra promessa, il percorso quaresimale conduce il credente a partecipare alla vita nuova del Cristo risorto, alla comunione con Lui. Nella nostra forma di vita francescano-clariano la dimensione penitenziale è molto importante. Santa Chiara e san Francesco hanno voluto fare della conversione a Cristo povero e crocifisso, la tensione della loro esistenza. L’itinerario quaresimale ci libera progressivamente da ogni forma di attaccamento al nostro “io”, a ogni individualismo e autoreferenzialità, per ripercorrere con sempre maggiore passione, la via della sequela e della scelta del Vangelo come forma di vita.

LA QUARESIMA NEL MONASTERO

In monastero le giornate sono caratterizzate da un clima di preghiera e di silenzio più raccolto: l’ascolto della parola personale e comunitario, più assiduo è arricchito anche dalla sapienza della liturgia che ci conduce nelle diverse ore del giorno. La meditazione e contemplazione della passione del Signore sono quotidiane; gli esercizi spirituali annuali trovano, qui, la loro collocazione. Alcune scelte di rinuncia e sobrietà nell’uso delle cose e dei beni, ci aiutano a vivere una dimensione penitenziale trasmessaci dalla nostra tradizione: le comunicazioni personali epistolari, telefoniche e mediatiche sono limitate a particolari situazioni, al fine di vivere con più raccoglimento questo tempo. La sobrietà e alcuni tempi di digiuno dal cibo, ci ricordano la priorità della ascolto della Parola e ci aprono a una maggiore condivisione di ciò che abbiamo con i poveri, in un legame più profondo di fraternità e prossimità. Ogni scelta di vita penitenziale ha la sua verifica nella dilatazione del cuore, in una carità che si espande nella fraternità e nel mondo, in una misericordia che abbraccia le nostre e altrui miserie e fragilità e diviene compassione e condivisione. È entrare nella vita nuova dei salvati, che la Pasqua ci dona e ci chiama a testimoniare sulla scena del mondo, come nel silenzio del monastero.

Possa questo itinerario quaresimale aprire anche in noi nuovi orizzonti di umanizzazione e rinnovare le nostre esistenze in Cristo.

 

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