Sguardo sulla croce

«Solo per oggi. Solo per oggi dedicherò dieci minuti del mio tempo a sedere in silenzio ascoltando Dio, ricordando che come il cibo è necessario alla vita, così il silenzio e l’ascolto sono necessari alla vita dell’anima» (Giovanni XXIII). Che la quaresima sia un tempo buono per riprendere il proprio cammino di fede, personale e comunitario, è presto detto ma spesso ci si concentra soltanto sulle azioni, su quello che si decide di fare e di non fare, su fioretti, penitenze e celebrazioni a cui partecipare. Molto meno si pensa a fare silenzio e ascoltare. Una invece la parola d’ordine che guida il cammino di quaresima della parrocchia di Palazzago: contemplazione.
«Sempre, durante questo periodo forte, – sottolinea don Giuseppe Navoni – siamo soliti inserire all’interno della chiesa parrocchiale un elemento artistico forte che guidi la riflessione e il cammino comunitario. Abbiamo avuto Defendi e Grimaldi, per citarne qualcuno. Quest’anno la scelta è caduta su grande immagine di Cristo, già risorto, che, collocato dietro l’altare, in fondo alla Chiesa, sia simbolo di ciò che ci viene incontro, di quello che ci aspetta al termine del nostro cammino quaresimale: il volto della misericordia».
Grande, colossale, la croce che accoglie la comunità all’interno della chiesa. A realizzarla un artista decorativo, Carlo Bombardieri, esperto di iconografia russa. Un’idea che nasce dalla forma stessa della chiesa, un ottagono, forma che in sé richiama l’idea dell’abbraccio e del compimento. Idea che si completa nelle parole dell’antico inno di Venanzio Fortunato della Liturgia delle Ore (sec. VIII): il vessillo della croce è mistero di morte e di gloria, è l’albero fecondo e glorioso, è il talamo, il trono e l’altare al corpo del Signore, è la bilancia del grande riscatto, è il segno della nostra speranza. Le braccia spalancate del Cristo sulla croce la trasformano davvero nel legno della salvezza.
Un cammino quaresimale basato completamente sulla contemplazione del volto di Cristo e sul dialogo, silenzio, meditativo e personale, con esso. Tanti i momenti in cui bambini, ragazzi, giovani e adulti hanno potuto mettersi di fronte al volto benigno di Cristo. «Racconto con gioia che più di una persona mi ha raccontato di essersi commossa nella contemplazione, stare in dialogo con Lui tocca il cuore» continua don Giuseppe. Non a caso la preghiera che accompagna il cammino e i diversi incontri è Anima Christi, «lo sguardo mistico di questa preghiera è proprio questo, contemplare proprio come un innamorato che non si stanca mai di esaltare l’amato passando in rassegna ogni parte del suo corpo e della sua anima».
Un cammino quaresimale che, nonostante la meta sia già data, l’abbraccio di Pasqua, non si tira indietro dal sollevare lo sguardo verso quel passaggio obbligato che è la croce. Croce che simbolicamente diviene punto di intersezione tra cielo e terra, tra Dio e l’uomo, con le sue braccia che si estendono verso i capi del mondo. Un abbraccio, quello del Cristo crocifisso e risorto, che, meditato con gli occhi e con il cuore, invita alla fiducia e alla comunione, rivelando anche la responsabilità di ciascuno: Lui ha fatto la sua parte e tu? In modo particolare non avrò paura di godere di ciò che è bello e di credere nell’Amore.