Una settimana fa il secondo appuntamento di Welcome to Bergamo, un progetto partito lo scorso anno per creare alcune occasioni di scoperta e confronto con e sull’arte contemporanea in città. Un progetto che nasce all’interno di un’associazione no-profit, Contemporary locus, che ha come scopo quello di costruire connessioni tra arte contemporanea e tessuto urbano, riscoprendo e riaprirendo luoghi dismessi, abbandonati e dimenticati, mediante la reinterpretazione di un artista. Un progetto che, come ricorda Paola Tognon, tra le fondatrici, “ha come presupposto quello di costruire dei momenti in cui gli artisti possano raccontare il loro lavoro creando così connessioni tra le diversità”.
Artisti italiani, chiamati e accolti in una aula dell’Accademia Carrara, uno dei luoghi più significativi della città, gremita da giovani studenti, artisti e appassionati. A parlare di sé e del proprio lavoro artisti di livello che hanno fatto nascere interesse e domande costruendo un dialogo con il pubblico: Anna Scalfi Eghenter, Diego Marcon, Luca Resta, Francesca Grilli, Margherita Moscardini, Jacopo Miliani e Luigi Presicce.
Una raffica di racconti, di scelte e di stili differenti. Un turbine di tematiche e testimonianze grazie alle quali, come diceva in apertura la Tognon, “si attua un meccanismo di connessione ed attenzione. Tutto sarà rivolto alla diversità e al fulmine delle informazioni che ci arrivano: sarà una maratona, in cui il nostro corpo cammina nello spazio e deve trovare un suo equilibrio”. Una ricerca di continuità nella diversità che passa dagli interventi urbani della Eghenter, volti ad inserirsi all’interno della componente organizzativa degli spazi, ai video di Diego Marcon, la cui matrice è sempre la realtà, riscritta e resa di nuovo visibile, depurata da alcuni elementi visivi quotidiani in un lavoro creativo che arriva ad indagare il vuoto, l’immagine svuotata, attorno al quale prendono forma i luoghi. Un’indagine che corre dalle intense ed essenziali performance di Francesca Grilli in cui il corpo, di pubblico e performer, è messo in forte relazione con lo spazio, il tempo e il suono alle performance visuali di Luigi Presicce dove l’immagine è costruita come farebbe un pittore del ‘200, componendo le figure in surreali tablaux vivant.
20 minuti il tempo concesso. Difficile selezionare, scegliere gli aspetti del proprio lavoro da mostrare e raccontare. Ognuno anche in questo ha trovato le proprie personali modalità per farlo. Nel pomeriggio è stata la volta di Jacopo Miliani, artista impegnato in una ricerca che indaga gli elementi della rappresentazione: invitati tutti i presenti ad uscire dall’aula li ha fatti rientrare, accompagnandoli gradualmente alla consapevolezza di quanto stava accadendo, inserendoli in una vera e propria performance. Un’esperienza è lo strumento migliore per quest’artista per raccontarsi. L’esperienza è quanto di più importante possa esserci per un artista che come lui conosce e impara costantemente da sé e da chi partecipa ai suoi workshop e alle sue opere.
Una giornata ricca che è stata anche l’occasione di darsi un nuovo appuntamento, per la prossima edizione di Contemporary Locus: il giorno sarà il 17 maggio, nel week end di Artdate, il luogo la Chiesa di San Rocco a Bergamo, le artiste chiamate Jo Thomas e Margherita Moscardini. Non resta che aspettare.
Nel video una performance di Francesca Grilli.