#librisospesi

Oggi «@Diaridilibri» l’hashtag se lo merita tutto, perché è, appunto, il #librosospeso che spopola su twitter e nelle librerie di tutta Italia il tema scelto dallo scrittore Claudio Calzana, autore di romanzi come «Il sorriso del conte» ed «Esperia», direttore dei Progetti Editoriali e Culturali di Sesaab e direttore della libreria Buonastampa (via Paleocapa 4/d).  La lettura come dono, il dono: un bellissimo tema adatto anche al periodo pasquale. Speriamo che i lettori del Santalessandro gli diano soddisfazione: fatevi avanti. 

Da un po’ di tempo in qua su giornali e periodici è tutto un chiacchierare del cosiddetto libro sospeso. L’espressione è coniata sul modello napoletano del caffè lasciato in omaggio a chi verrà dopo di te: erogato a questo o quel cliente a discrezione del barista, il caffè sospeso spesso premia l’avventore più squattrinato, o semplicemente quello così spigliato da avanzare la richiesta.
Nel caso odierno, la faccenda riguarda il libro, e ha per teatro parecchie librerie, che la pratica si va espandendo mica male. In breve: un cliente è tanto innamorato di un libro, o così generoso, da pagarlo a vantaggio del lettore sconosciuto che prima o poi metterà piede in libreria. Non importa chi, non importa come.
Ecco, grazie a questa particolare sospensione succede a quanto pare che la vendita dei libri moltiplica, come i pesci e i pani quando la fame è tanta, e ovviamente c’è Gesù nei paraggi. Immaginatevi allora i librai tutti belli a fregarsi le mani, vuoi vedere che stavolta svoltiamo davvero? Senza dimenticare i lettori disinvolti, che sottovoce chiedono se ci sono libri sospesi, e fanno incetta. E che dire dei gazzettieri, ai quali non sembra vero che ci sia qualcosa di nuovo sul tema editoria? Se non è notizia questa – gente che regala libri al buio – vorrei vedere quale. E gli editori, infine, che stan sospesi pure loro a vedere se a forza di darci dentro la pratica s’ingrossa, e da palla di neve s’erge a valanga, o perlomeno scivola a slavina.
Da libraio peraltro novello, sulla vicenda sono parecchio indeciso: che faccio, propongo la pratica pure da noi in Buonastampa? Magari attecchisce, come fai a sapere se non provi? Il libro sospeso potrei magari concederlo a chi si comporta uguale: d’altronde, chi riceve un dono è tenuto a fare il liberale, ci manca altro che mi interrompe la collana. Oppure forse è meglio se sorvolo, è una moda, dove vuoi che vada, sostanza poca, futuro ancora meno. Il dubbio poi mi coglie su un aspetto: se proprio proprio qualcuno paga un libro, con che criterio lo regalo, a chi questo titolo piuttosto che quello? Metti il caso, neanche peregrino, di uno che sceglie un libro sciapo, che poi mi tocca decidere a chi appioppare il fardello.
Insomma, per una volta – poi la smetto, promessa da libraio e narratore – mi rivolgo a voi, cari lettori: che dite, procedo o no con questo libro sospeso? Datemi un parere schietto, uno spunto, un’idea. E per farla subito concreta: se istituisco davvero la faccenda, quanti di voi mi danno la parola – anzi si firmano qui sotto, con tanto di titolo in omaggio – che vengono al più presto in Buonastampa a sospender libri per altri lettori?
Se arriviamo a quota 5 volontari, prometto che il libro si sospende anche da noi: e si parte subito, con tanto di avviso pittato, proprio come in certi caffè napoletani che respirano di sole, cose buone e civiltà.

 

© Claudio Calzana
www.claudiocalzana.it
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www.buonastampa.it 

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