#Librisospesi 2

Ecco che torna anche oggi sul tema del #librosospeso @Diaridilibri, rubrica dello scrittore Claudio Calzana, autore di romanzi come «Il sorriso del conte» ed «Esperia», direttore dei Progetti Editoriali e Culturali di Sesaab e direttore della libreria Buonastampa (via Paleocapa 4/d). Torna per l’occasione offerta dalla mail di una speciale lettrice del Santalessandro, che racconta con particolare delicatezza quanto prezioso, sensibile e gradito possa essere il dono di un libro. Speriamo, ancora una volta, che i lettori del Santalessandro accolgano l’invito.

Neanche faccio in tempo a lanciare l’iniziativa dei “libri sospesi”, che mi arriva una mail davvero singolare:
“Ho appena letto dell’iniziativa ‘libro sospeso’… inutile dire che la proposta mi affascina: mi piacerebbe entrare in libreria e sapere che qualcuno mi ha regalato un libro. Che Dio lo benedica! È vero, l’incognita di un libro-mattone è lì dietro l’angolo, ma la sorpresa è una di quelle che aiuta a sognare un mondo migliore. Di fatto, vivendo in monastero, la mia è una pia utopia… ma le vie del Signore sono infinite. Spero che le sia data la possibilità di iniziare questa avventura letteraria”.
Segue la firma, Nadiamaria, è una clarissa del monastero di Lovere. Al che mi interrogo per bene: certo, una clarissa mica può prender su e venir da noi a sospender libri. Così le scrivo di getto, le chiedo che titolo desidera, prometto che glielo farò avere io, e presto. A stretto giro di mail, ecco di nuovo la sua voce:
“La ringrazio di cuore per il libro sospeso che ha trovato nello scrigno della sua generosità… il regalo di Gesù per questo Giorno di grazia! Le farò presto sapere che cosa mi piacerebbe ricevere: ho un elenco quasi infinito di desideri librari!”.
Il tempo di una breve riflessione, ed ecco sussurrata la richiesta: “Tre donne e il Signore” di Adrienne von Speyr. Nadiamaria si affretta ad aggiungere che se lo Speyr non fosse disponibile, di desiderata ne avrebbe altri: “I Salmi. Preghiera e poesia” di Benedetto Piacentini, oppure “Tutta la luce del mondo” di Aldo Nove.
Ma è andata bene al primo colpo: l’altro giorno ho recapitato in monastero il volume di von Speyr, con gioia e un pochino di trepidazione. E l’ho conosciuta, Nadiamaria, una bellissima chiacchierata per saperne di più di una scelta di vita solo in apparenza distante dalle cose di tutti i giorni. Un luogo appartato, il monastero, non certo remoto.
Al termine del colloquio, Nadiamaria mi regala un suo testo nel quale indaga “L’icona dell’ospitalità di Abramo” di Andrej Rublëv; e due vasetti di marmellata fatta in convento, profumata e gustosa. Sapientia dicitur a sapore, rifletto per la strada del ritorno; senza dimenticare che grazie a un libro sospeso me ne torno a casa con un nuovo libro e due barattoli di conserva. E il tutto accade di sabato santo, il giorno sospeso per eccellenza, il buio che segue il sepolcro e precede la rinascita. Potenza del dono, della speciale economia del dono.
Però, mi dico, forse non ho fatto fino in fondo il mio dovere. Certo, un desiderio è stato accolto, ma Nadiamaria e le clarisse meritano perlomeno un paio d’altri titoli. Sì, l’avete capito, le opere di Benedetto Piacentini e Aldo Nove. E allora, dai, la faccio breve: chi di voi si offre per donare questi libri rimasti in sospeso? Le sorelle di Lovere attendono con fede nella provvidenza di chi ha cuore.

© Claudio Calzana
www.claudiocalzana.it
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L’immagine riprende un particolare di un’opera di Richard Wentworth esposta alla Biennale di Venezia nel 2009

Hai anche tu una storia di libri da raccontare? Scrivici e Claudio Calzana la racconterà per te!

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