Noi c’eravamo

Anche loro c’erano. Non hanno voluto mancare a questo appuntamento straordinario. Numerosi i giovani presenti alla canonizzazione dei due Papi. Arrivati per esprimere la loro gratitudine e gioia.
“Papa Giovanni XXIII è importante per me perché ho sempre pensato a lui come al Nostro Papa, al Papa dei bergamaschi e della gente semplice, il Papa che ha cambiato la storia della Chiesa partendo da un piccolo paesino della periferia. Papa Giovanni Paolo II invece è il Papa dei giovani, l’inventore della GMG… quello che è stato per noi ventenni il Papa della nostra infanzia e della nostra adolescenza, quello che ascoltavamo con i nostri nonni la domenica mattina tornati da Messa”.
Maria viene da Villa di Serio, classe 1993, sta studiando per diventare una futura ostetrica. E’ andata a Roma per la canonizzazione con Benedetta, Greta e Andrea. La decisione è stata più semplice del previsto. “Benedetta il 10 gennaio mi ha scritto un SMS in cui mi ha chiesto di fare questa pazzia insieme a lei e non potevo che risponderle di sì”.
“A Roma ho visto talmente tante persone…Capitano incontri particolari. Una ragazza di Pescara, Emanuela, ha perso sua mamma nella folla ed è stata con noi tutto il tempo. C’erano moltissimi pellegrini polacchi che piangevano per il loro Papa, spagnoli che con la loro carica contagiavano tutti. Due ragazzi di Bergamo, che non avevo mai visto, hanno iniziato a fare quattro chiacchiere con noi durante la veglia perché hanno sentito che parlavamo di Sotto il Monte e di Atalanta, quella non manca mai. Insomma… c’era davvero il mondo intero…”
Il ricordo più significativo? “Via della Conciliazione alle 3 del mattino con i canti polacchi dedicati alla Madonna. Credo che quella scena mi rimarrà impressa nella memoria. Quella fiumana di gente riunita per lo stesso motivo, gente di ogni età, di ogni luogo, tutta lì per quei due uomini così speciali”.
“L’episodio che mi ha colpito di più – continua Maria – è stato quando, in via della Conciliazione, all’inizio della nottata, abbiamo incontrato una signora anziana. Sarà stata 45 chili di donna, magra, scavata, del Perù, che ci ha detto di essere venuta per il Papa. Aveva un corpicino talmente minuto che mi sono chiesta come avesse fatto a non essere travolta, ma ha davvero dimostrato una costanza e una pazienza spettacolari. In silenzio, da sola, in mezzo a questa marea di persone… davvero unica!”.
E tra dieci anni? “Tra dieci anni potrò dire “Io c’ero” e ho toccato con mano la santità di questi due Papi. Anche quando ne parlo con persone che non credono, vedo che sui loro volti c’è stima e rispetto. Indipendentemente dal fatto che non tutti dicano e pensino che lo Spirito Santo abbia agito in loro, umanamente parlando hanno dato tantissimo e sono stati degli esempi fermi e chiari della presenza di Gesù tra noi”.
Marta di Albino, classe 1993, racconta: “Siamo andati a Roma con il gruppo dell’oratorio Giovanni XXIII, per partecipare in maniera più diretta alla canonizzazione. Abbiamo deciso di partire quando è stato comunicato che sarebbero stati santificati i due Papi”.
E sottolinea: “Penso che giornate come queste siano molto importanti per il cammino spirituale di ognuno, poiché condividere queste esperienze con uomini e donne di tutto il mondo permette di capire l’importanza di Dio nella nostra vita”.

A SOTTO IL MONTE

Marco Colleoni, di Calusco d’Adda, racconta: “Papa Giovanni Paolo II è stato il mio Papa. Parlava a noi giovani. E’ il Papa della forza della croce, nonostante le tantissime sofferenze. Mi ha cambiato in positivo la vita. A lui devo la mia vita, a lui affido le mie preghiere, le mie preoccupazioni e le mie gioie. A lui sono infinitamente grato per tutti gli insegnamenti ricevuti, un vero modello di vita. Un esempio vivo di santità. Ha insegnato a tutti che per essere santi non serve fare cose eccezionali. Da lui ho capito che non serve aver paura”.
E di Papa Giovanni XXIII dice: “E’ il papa delle mie origini. Purtroppo per motivi anagrafici non ho avuto modo di conoscerlo. Quello che so di lui, so per racconti dei miei nonni o per immagini e video presi dal web. Mi ha dato l’impressione di un papa vicino alla gente, rivoluzionario, buono. In un certo senso penso a papa Francesco come un papa Giovanni dei giorni nostri”. Marco non ha potuto andare a Roma, così ha voluto essere presente a Sotto il Monte, condividendo questo evento con altre centinaia di persone.