Consigli

«Chiedete sempre il dono del consiglio». Si è conclusa con questo invito la catechesi dell’udienza generale di oggi, dedicata a questo dono dello Spirito Santo. Parlando a braccio, il Papa ha raccontato un episodio della sua vita personale: «Io ricordo – ha detto – una volta ero nel confessionale e mi sono trovato una cosa brutta davanti». Davanti a Bergoglio, infatti, c’era un uomo con i tatuaggi, era venuto per dirmi cosa succedeva a lui. «Era un problema grosso, difficile». «Lui mi ha detto – ha proseguito il Papa -. Io ho raccontato tutto questo alla mia mamma, e mia mamma mi ha detto: ‘Vai dalla Madonna e lei ti dirà cosa fare’». «Ecco una donna che aveva il dono del consiglio!», ha esclamato Francesco: «Non sapeva come fare, ma ha indicato al figlio la strada giusta. Quella donna umile, semplice, ha dato al figlio il più vero consiglio. ‘Guardavo la Madonna e ho sentito che dovevo fare questo, questo… mi ha detto quell’uomo. Io non ho dovuto dire niente». «Voi, mamme, che avete questo dono, chiedete questo dono per i vostri figli, il dono di consigliare i figli», l’esortazione del Papa, sempre a braccio: «È un dono di Dio». Poi l’invito a pregare con le parole del Salmo 16: «Benedico il Signore che mi ha dato consiglio, anche di notte il mio animo mi istruisce. Io pongo sempre davanti a me il Signore, sta alla mia destra, non potrò vacillare».
Il dono del consiglio, ha esordito il Papa all’udienza generale di oggi, è «quanto mai prezioso per la nostra vita: sappiamo quanto è importante, soprattutto nei momenti più delicati, poter contare sui suggerimenti di persone sagge e che ci vogliono bene». Attraverso il dono del consiglio, ha spiegato il Santo Padre, «è Dio stesso, con il suo Spirito, a illuminare il nostro cuore, così da farci comprendere il modo giusto di parlare e di comportarsi e la via da seguire». «Come agisce questo dono in noi?», si è chiesto il Papa. «Nel momento in cui lo accogliamo e lo ospitiamo nel nostro cuore – la risposta – lo Spirito Santo comincia subito a renderci sensibili alla sua voce e a orientare i nostri pensieri, i nostri sentimenti e le nostre intenzioni secondo il cuore di Dio». Nello stesso tempo, «ci porta sempre più a rivolgere lo sguardo interiore su Gesù, come modello del nostro modo di agire e di relazionarci con Dio Padre e con i fratelli». Il consiglio, allora, «è il dono con cui lo Spirito rende capace la nostra coscienza di fare una scelta concreta in comunione con Dio, secondo la logica di Gesù e del suo Vangelo». In questo modo, per il Papa, «lo Spirito ci fa crescere interiormente, positivamente, ci aiuta a non cadere in balia dell’egoismo e del proprio modo di vedere le cose».
La «condizione essenziale» per ottenere il dono del consiglio, ha ricordato il Papa all’udienza generale di oggi, è la preghiera. «È tanto importante la preghiera», ha detto a braccio: «Pregare con le preghiere che sappiamo da bambini, e pregare con le nostre parole, e con la preghiera facciamo spazio perché lo Spirito venga, ci aiuti in quel momento e ci consigli su cosa dobbiamo fare». «Mai dimenticare la preghiera, mai!», l’ammonimento del Papa: «Nessuno se ne accorge quando noi preghiamo sulla strada, nel silenzio, col cuore, approfittiamo per pregare perché lo Spirito ci dia il dono del consiglio». «Nell’intimità con Dio e nell’ascolto della sua Parola, pian piano mettiamo da parte la nostra logica personale», ha spiegato il Papa, per «chiedere consiglio al Signore, e questo lo facciamo con la preghiera». In questo modo, «matura in noi una sintonia profonda, quasi connaturale nello Spirito». «È lo Spirito che ci consiglia, ma noi dobbiamo dare spazio allo Spirito perché ci consigli, e questo dare spazio è pregare», il suggerimento del Papa, che ha ricordato che «il Signore non ci parla soltanto nell’intimità del cuore, ma anche attraverso la voce e la testimonianza dei fratelli».  «È davvero un dono grande, ha continuato il Papa, poter incontrare degli uomini e delle donne di fede che, soprattutto nei passaggi più complicati e importanti della nostra vita, ci aiutano a fare luce nel nostro cuore e a riconoscere la volontà del Signore».
«No a ogni tipo di droga». È il grido che il Papa ha esortato i circa 50mila fedeli in piazza a ripetere, al termine dell’udienza generale di oggi. Salutando i pellegrini di lingua italiana, Francesco si è rivolto tra gli altri ai familiari dei ragazzi di San Patrignano, «ai quali mi unisco nel dire no a ogni tipo di droga», ha detto. Il Santo Padre ha poi salutato il Gruppo Confcommercio Ascom di Padova: «Li incoraggio in questo momento di difficoltà economica», ha affermato. «Che la crisi economica non ci tolga la vita», ha auspicato subito dopo. Poi il Papa ha citato la festa della Madonna del Rosario di Pompei, che la Chiesa celebra domani, invitando a riscoprire la preghiera del Rosario in questo mese di maggio e ricordando che domani «a quel celebre santuario si recherà il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin: invito tutti a invocare l’intercessione di Maria, affinché il Signore conceda misericordia e pace alla Chiesa e al mondo intero». Salutando, poco prima, i fedeli polacchi, il Papa ha ripetuto le parole pronunciate domenica scorsa, facendo visita alla comunità polacca della chiesa romana di san Stanislao: «Abbiamo cominciato la strada verso l’incontro in Polonia» per la Gmg del 2016. Salutando i fedeli di lingua tedesca, infine, il Papa si è rivolto ai familiari e agli amici delle Guardie Svizzere che ieri hanno prestato giuramento.