Cara suor Chiara, siamo una famiglia felice. Siamo sposati da quindici anni, abbiamo tre figli: una ragazza di tredici, uno di dieci e uno di sei anni. Il nostro piccolo problema del quale vogliamo parlarti è il nonno. Abbiamo in casa mio padre, infatti. Ha 82 anni. Sta benino. Ma ha, appunto, “la sua età”. Se i ragazzi strillano – e strillano spesso – lui si spazientisce, lui va a letto regolarmente alle 9 di sera. Per fortuna è un po’ sordo, ma le strilla dei ragazzi, qualche volta lo svegliano. Alla mattina della domenica, quando la casa diventa un dormitorio fino a tarda mattina, lui si deve alzare per andare alla messa delle 8. Insomma, hai capito, la distanza fra un anziano di 82 anni e un bambino di 6 è troppa e non si riesce a colmarla. Voi avete delle suore anziane nella vostra comunità? Come si trovano? Come vi trovate voi giovani con loro? È possibile dare un ruolo a un anziano in una società che lo sente solo come un peso?
Gigi
FAMIGLIA CON IL NONNO
Il tuo scritto, caro Gigi, affronta una problematica attuale che interpella tutti. Innanzitutto occorre tenere presente che le diverse fasi della vita sono caratterizzate da particolari aspetti biologici che non si possono bypassare; questo rende comprensibile la fatica di convivere con fratelli di diverse fasce d’età. Lo sperimentate molto bene nella vostra famiglia! Quanto sia difficile far “dialogare” i contrastanti bisogni dei bambini con quello dell’anziano! I primi, infatti, hanno esigenze, oseremmo dire, opposte ai secondi; l’anziano a sua volta necessita di ritmi più lenti e ripetitivi, che lo aiutano a custodire il suo equilibrio psico-fisico fragile e limitato. Anche la diversa formazione culturale e spirituale ha la sua incidenza.
La sfida che, come famiglia, siete chiamati ad affrontare è quindi, impegnativa, a volte persino conflittuale, ma l’integrazione delle fasce esistenziali citate può rivelarsi arricchente: i bambini possono, infatti, imparare a familiarizzare con i limiti dei nonni; a loro volta, gli anziani possono mantenere viva la giovinezza del cuore e della mente proprio grazie a quella dei bimbi ed uscire, così, dai possibili ripiegamenti sui propri malanni. Non è facile, lo sappiamo bene.
MONASTERO CON LE ANZIANE
Come fraternità, anche noi lo sperimentiamo, sebbene in modo diverso: delle 21 sorelle che la compongono (dai 30 agli 87 anni), quelle di mezza età e di età giovanile costituiscono circa la metà della nostra comunità. Anche noi, quindi, “tocchiamo” con mano la fatica di far dialogare, in modo armonico, queste due fasi della vita. L’indole gioiosa delle giovani, infatti, si integra con la saggezza dell’età senile ed entrambe si arricchiscono. Le sorelle giovani, poi aiutano le seconde ad aprirsi al presente e al futuro, con le sue numerose sfide; le ultime, invece richiamano le prime ai valori essenziali. Giovani, adulte, meno giovani e anziane ci troviamo concordi nel desiderio di seguire il Signore Gesù e di essere per i fratelli segno della Sua presenza nel mondo. È questo il motivo che ci tiene unite e che ci rende disponibili nell’accoglierci, rispettare e nell’aiutarci vicendevolmente.
La nostra piccola esperienza ci insegna quanto sia importante crescere nella consapevolezza che la vita è un bene in sé ed è positiva anche quando l’invecchiamento e la malattia diminuiscono la propria autonomia. Crediamo sia necessario cercare insieme di rispettare le debolezze fisiche delle sorelle più anziane, avendo cura che, compatibilmente alle proprie forze fisiche e intellettive, possano continuare a contribuire alla crescita di tutta la fraternità, evitando che si insinui il tarlo del “non sono utile a nessuno”. Significativa e necessaria è stata, anche la scelta di riservare alle sorelle anziane o inferme un ambiente più tranquillo, idoneo alle loro necessità, chiamato comunemente “infermeria”. Anche nell’ambito della formazione, estremamente necessaria alle sorelle più giovani, abbiamo scelto di offrire alle sorelle anziane, che sentono più forte il peso e la fatica dell’itinerario formativo, la libertà di parteciparvi o di astenersi, per alleggerire il loro cammino. Nelle scelte comunitarie, inoltre, cerchiamo di tenere sempre presente le loro esigenze. Siamo coscienti, tuttavia, che nelle nostre comunità e famiglie non è facile compiere opzioni significative, poiché la presenza dell’anziano è spesso posta al margine. Non a caso papa Francesco ci invita a non cedere alla cultura dello scarto che tende a escludere chi non è più in grado di stare al passo con i ritmi vertiginosi della società dei consumi. La sfida rimane aperta, per tutti: auguriamoci che qualcosa possa migliorare anche grazie al nostro contributo!