Sul ring elettorale i politici cavalcano la crisi

La corsa elettorale sbarca in tv per l’ultimo giro di pista. Molti italiani non hanno ancora deciso se andare a votare: sono più della metà, un triste record negativo. I leader dei principali schieramenti, così, affidano alla tv, il più tradizionale dei media, gli ultimi messaggi e la propaganda “last minute”. Ieri sera è andata in scena la prima serata di duelli all’inizio di una settimana che si annuncia infuocata. C’erano Beppe Grillo da Bruno Vespa (Rai Uno, il piatto forte della serata), Silvio Berlusconi da Paolo Del Debbio a “Quinta colonna” (Rete Quattro), Matteo Renzi da Corrado Formigli a “Piazza pulita” (La 7) e Giorgia Meloni dalla Gruber a “Otto e mezzo” (sempre La 7). Ecco come è andata. Le pagelle tv (senza alcuna pretesa di dare indicazioni di voto, ma solo legate alle performance televisive) di politici e giornalisti.
Grillo balbetta e Vespa sorride. Il nervosismo di un evento atteso. Il piatto forte della serata era Beppe Grillo da Vespa. Non tornava in tv da venti anni e, all’inizio della legislatura, aveva anche vietato ai suoi di partecipare ai talk show. La politica però è la regina dell’incoerenza. Così Grillo, camicia fuori dai pantaloni per nascondere la cattiva forma fisica, arriva a Via Teulada dove lo aspetta un prevedibile manipolo di fotografi. L’inizio è da commedia dell’arte. Grillo si aggira per lo studio e Vespa è costretto a inseguirlo da vicino. Il conduttore è teso. Con uno sforzo riesce alla fine a far sedere Grillo. Anche il comico, leader del M5S, è nervoso. Fuori ruolo, senza copione, ci mette del tempo a carburare. Non riesce a rispondere alle domande più elementari. “Cosa farete in Parlamento?”. “Non mi interessa”, dice. Da brividi. Vespa si rilassa: ha capito di aver vinto la partita. Grillo ha uno scatto e, senza guardare Vespa, improvvisa un mini comizio. L’esito però è clamoroso. Grillo ha fallito nell’impresa: doveva tranquillizzare l’elettorato moderato, ha finito per spaventare i suoi, anche solo per quel “cinque” dato amichevolmente a Vespa alla fine della trasmissione. Bastava leggere i tweet che impazzavano in diretta. Voti: Grillo, 5; Vespa, 7.
Renzi urla e Formigli finge cattiveria. La piazza, però, è difficile da controllare. Corrado Formigli, “Piazza Pulita” de “La 7”, voleva fare un assist a Renzi. La piazza napoletana, però, gli ha fatto un brutto scherzo. Un gruppo di contestatori (protestavano per il decreto sulla casa) ha rovinato tutto. Fallisce così l’obiettivo di avere il premier in diretta e Formigli è costretto a registrare l’intervista. La trasmissione, per restituire il pathos del “qui e ora”, in apertura, si collega con Piazza Sanità a Napoli, dove Renzi sta tenendo un comizio. I contestatori sono molto rumorosi e Renzi, ripreso impietosamente dalle telecamere, è costretto ad urlare per farsi sentire. Il volto paonazzo e le vene del collo in evidenza. Un’immagine inedita. Nell’intervista registrata Formigli finge cattiveria. Solo apparenza: il cipiglio è cattivo ma le domande sembrano scritte dallo staff del premier. Incalza Renzi solo per fargli ripetere, come un disco rotto, gli stessi temi di tutta la campagna elettorale. Dagli 80 euro fino a “fuori la politica dalla Rai”. Renzi sembra stanco delle ripetizioni. Ha il volto gonfio e, alle sue spalle, campeggia un cartellino con il simbolo del Pd. Poco elegante ma in campagna elettorale tutto è permesso. Voti: Renzi, 6; Formigli, 5.
Berlusconi scherza. Del Debbio si sdraia. Un copione già visto, ma efficace. Silvio Berlusconi, ospite da Paolo Del Debbio a “Quinta Colonna”, scherza (“sono diventato un caso umano”) ma, alla fine, è un fiume in piena. Cita dati, cifre, nomi, fatti. Nelle mani ha un foglio di appunti ma non lo guarda mai. Cita tutto a memoria. Del Debbio è sdraiato a tappetino: sorride, sbadiglia, si agita sul finale, ma avrebbe potuto anche non esserci. Rispetto a Grillo e Renzi, il leader di Forza Italia ha dalla sua un’esperienza di venti anni di politica. Il suo comizio tv risulta convincente. Non riesce a guadagnare nuovi voti ma argina la preoccupazione dei forzisti: l’età e l’esperienza, questa volta possono essere un valore aggiunto, soprattutto per un certo tipo di elettorato. Voti: Berlusconi, 6; Del Debbio, 4.
Le sneakers di Giorgia Meloni e la rigidità di Lilli Gruber. Giorgia Meloni invece era ospite di Lilli Gruber a “Otto e mezzo”. La regia del programma è abituata a fare, fra le altre, un certo tipo di inquadratura: sui tre quarti della conduttrice, dal basso, a riprendere le gambe degli ospiti sotto il tavolo. La Gruber siede sempre sul “pizzo” della sedia. Una posa ingessata. Ieri sera, nella solita inquadratura, si sono viste i piedi ciondoloni della Meloni con un vistoso paio di scarpe da ginnastica, che si agitavano avanti e indietro. Come fanno gli adolescenti quando sono costretti al pranzo domenicale con i nonni e i parenti. Preparata e aggressiva, Giorgia è riuscita a far perdere la pazienza alla Gruber. Nell’inquadratura dal basso, la rigidità della conduttrice sembrava ridicolizzata dalla semplicità sbarazzina della Meloni. Voti; Meloni, 7; Gruber, 4.
Il potere e la fiction. Più di un mese fa, con una strana capacità di preveggenza, un manifesto gigante di Sky era stato affisso in tutte le grandi città italiane. Per pubblicizzare la nascita di un nuovo canale tv, sul poster murale campeggiavano i volti dei protagonisti di tre famose serie tv americane, metafora e racconto di tre diverse facce del potere. Erano Daenerys Targaryen, (Emilia Clarke), la madre dei draghi di “Game of Thrones” (il potere per discendenza dinastica), Frank Underwood (Kevin Spacey), il politicante di “House of cards” (il potere dell’ipocrisia e della menzogna) e Enoch “Nucky” Thompson (Steve Buscemi), il gangster di “Boardwalk Empire” (il potere delle armi). Sembrano, oggi, a una settimana dal voto, la rappresentazione simbolica dei contendenti della corsa elettorale. In un modo o nell’altro, infatti, i partiti politici italiani cavalcano gli aspetti negativi della crisi economica e della disoccupazione. Mancano i messaggi positivi. Come nelle serie tv. “Non bisogna cedere al catastrofismo”, aveva detto il Papa ieri ai vescovi italiani. Chi gli darà retta?