Grande successo a Roma per l’oratorio di monsignor Frisina

Grande successo ha riscosso a Roma l’esecuzione dell’oratorio composto da monsignor Marco Frisina dedicato a San Giovanni XXIII: «Venne un uomo mandato da Dio. Il suo nome era Giovanni».

Dopo le applauditissime esibizioni bergamasche, l’oratorio ha conquistato anche la basilica di San Giovanni in Laterano, in un’atmosfera raccolta e attenta. Anche il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto emerito della congregazione per i vescovi, ha voluto essere presente, tra la folla entusiasta, all’importante evento artistico e musicale che ha visto protagonisti principali il coro della diocesi di Roma e 100 giovani coristi e orchestrali del conservatorio Gaetano Donizetti di Bergamo, accompagnati dal direttore Emanuele Beschi. L’opera era naturalmente la stessa eseguita in prima mondiale il 22 febbraio scorso nell’auditorium del Seminario Vescovile di Bergamo, su iniziativa della diocesi di Bergamo e della Fondazione Papa Giovanni XXIII e resa possibile grazie al sostegno e alla collaborazione della Fondazione Mia, della Fondazione Credito Bergamasco e dell’Immobiliare Percassi. L’oratorio sacro utilizza citazioni bibliche e liturgiche particolarmente amate da Roncalli e da lui citate e pregate spesso in lingua latina. Ad esse si aggiungono stralci significativi del Giornale dell’anima e di altri scritti roncalliani. Il testo, a cura della Fondazione Papa Giovanni XXIII, è stato musicato dal Maestro Marco Frisina in occasione della canonizzazione.

«Per San Giovanni XXIII – ha detto don Ezio Bolis, direttore della Fondazione Papa Giovanni XXIII, in apertura della serata, portando anche il saluto del vescovo di Bergamo Francesco Beschi – la musica è via privilegiata per avvicinarsi alla Sacra Scrittura, per rivivere la Passione di Gesù, la sua Pasqua, il mistero centrale della fede cristiana. Una vera e propria rivelazione. Un godimento spirituale inatteso e ineffabile».

Accanto al maestro Frisina, nelle quasi due ore di esecuzione dell’oratorio musicale, le voci soliste Fabrizio Flamini e Gianni Proietti insieme alla voce recitante Alessandro Quasimodo, figlio del noto poeta.

Tra le diverse autorità e istituzioni presenti alcuni rappresentanti del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, della Regione Lazio, della Fao e per la Provincia di Bergamo l’Assessore Silvia Lanzani. Al termine dell’esecuzione, dopo scroscianti applausi ai giovani interpreti visibilmente emozionati, il cardinale Giovanni Battista Re, ricordando il suo personale e affettuoso legame con Papa Giovanni XXIII, ha espresso grande soddisfazione per l’oratorio sacro. A suggellare la sintonia tra Bergamo e Roma, nella splendida cornice della Basilica Lateranense, sono stati proposti anche i due Inni dedicati ai due Papi santi: Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. I video della preparazione e il dietro le quinte dell’opera sono disponibili sul sito della Diocesi di Bergamo (www.diocesibg.it) e sul sito della Fondazione www.fondazionepapagiovannixxiii.it attraverso uno speciale “real time”. Fondatore e direttore del Coro della Diocesi di Roma dal 1984, che quest’anno celebra trent’anni di attività a servizio della Chiesa romana, monsignor Frisina ha collaborato al progetto internazionale della Rai “Bibbia” sia come consulente biblista che come autore delle musiche dei film prodotti. Ha composto oltre venti oratori sacri ispirati a personaggi biblici o alla vita di grandi santi. L’oratorio dedicato a San Giovanni XXIII è una composizione musicale d’ispirazione religiosa, ma non liturgica, con trama compiuta, presentata in forma narrativa ma senza rappresentazione scenica, mimica e personaggi in costume. La forma musicale dell’oratorio prende il nome dall’oratorio della tradizione filippina, il piccolo locale in cui già tra il 1500 e 1600 si svolgevano i cosiddetti “esercizi dell’oratorio”, riunioni di fedeli durante i quali si pregava, si compivano esercizi spirituali e si cantava.

Le tre parti in cui è diviso l’oratorio rappresentano tre momenti della vita profetica di Papa Giovanni. L’inizio della prima parte è caratterizzato dalla domanda di Cristo: “Mi ami tu?” e dalla sua proposta: “Seguimi!”. Queste parole ritorneranno nello svolgersi dell’oratorio; esse rappresentano l’intima dinamica della fede di Roncalli: mettersi alla sequela di Cristo e amarlo facendolo amare.

La seconda parte mostra la dedizione di Papa Giovanni alla Chiesa, passione che diventa intraprendenza e coraggio nella convocazione del Concilio, con gli occhi rivolti alla riforma e alla crescita della comunità ecclesiale, con la carità verso i piccoli e i poveri. Questa parte si conclude con una delle preghiere mariane più amate da papa Giovanni: “Ave mundi spes”, in cui Maria è vista come speranza del mondo, come rifugio sicuro in tempi difficili e dolorosi. La terza parte è incentrata sull’amore che nasce dall’umiltà, dall’adesione alla Croce del Signore e che si allarga dolcemente ai fratelli divenendo esso stesso evangelizzazione e salvezza; l’inno “Ubi charitas” sintetizza tutto questo. L’oratorio termina con l’eco del “Mi ami tu?” iniziale e con il Cantico di Simeone, “Ora lascia o Signore che il tuo servo vada in pace…”, è il congedo dal mondo vissuto nella pace e nella gioia di chi ha compiuto il suo cammino di fede tutto orientato verso la luce, con il cuore già in paradiso”.