Churchbook: così la Chiesa si affaccia sui social network

Chiesa e social network vanno d’accordo? Stando ai dati della ricerca Churchbook sembra di sì, anche se siamo ancora ai primi passi. «Il 20% dei diocesani e dei religiosi ha un profilo su Facebook. La percentuale sale addirittura al 59,7% nel caso dei seminaristi, segno evidente della maggiore frequentazione di questi ambienti da parte delle generazioni più giovani». Sono questi alcuni dei risultati della ricerca sull’uso di Facebook da parte di sacerdoti, religiosi e seminaristi che è stata condotta dal Cremit dell’Università Cattolica di Milano e dal dipartimento di scienze politiche dell’Università di Perugia, per conto di WeCa (Associazione Webmaster cattolici italiani). I risultati dell’indagine, durata complessivamente tre anni, saranno presentati al convegno «Churchbook. Tra social network e pastorale» che si terrà il 29 maggio in Università Cattolica a Milano, dalle 9 alle 17.30. «Ci sembra interessante – spiega Pier Cesare Rivoltella, direttore del Cremit – richiamare la relazione esistente tra numero di amici e qualità della comunicazione. La ricerca evidenzia come una grande platea incentiva la comunicazione one-way e i comportamenti da palcoscenico, laddove invece la condivisione vuole numeri più contenuti e un ritmo più disteso di pubblicazione». I seminaristi risultano essere i soggetti più attivi: il 20,3% pubblica in bacheca un post al giorno o al massimo ogni due giorni contro il 7,6% delle religiose, il 14,3% dei diocesani e il 18,3% dei religiosi. Si può seguire il convegno anche in diretta su Youtube o dal sito www.webcattolici.it.