All’Università di Bergamo una cattedra intitolata a San Giovanni XXIII

Una cattedra di storia del cristianesimo dedicata a San Giovanni XXIII all’Università di Bergamo: l’annuncio è arrivato ieri, nel giorno del 51° anniversario della morte di Angelo Roncalli, con le voci del vescovo di Bergamo Francesco Beschi e del rettore dell’Università Stefano Paleari. Una giornata con un significato particolare nell’anno della canonizzazione, e che ha avuto un epilogo solenne nella celebrazione di ringraziamento per la canonizzazione a Sotto il Monte, presieduta dal cardinale metropolita Angelo Scola.
In questo clima si colloca l’avvio di una collaborazione più intensa tra università e diocesi, attraverso la Fondazione Papa Giovanni XXIII. Il rettore dell’ateneo cittadino Stefano Paleari ha sottolineato che «la vocazione e il ruolo dell’Università sono quelli di allargare i saperi. Chiunque, qualunque studioso, di qualunque specializzazione, è portato a interrogarsi sulle questioni centrali dell’esistenza».
La collaborazione a 360 gradi coinvolge docenti e studenti e si declina in molte forme: tirocinii, consultazione archivistica, stage, condivisione di documenti, ricerche, svolgimento di tesi, esercitazioni e organizzazione di seminari, giornate di studio e conferenze. Il corso di «Società e storia del cristianesimo» intitolato a Giovanni XXIII sarà attivato a partire dal prossimo anno accademico, finanziato dalla Fondazione Papa Giovanni XXIII e affidato a un docente di elevato profilo scientifico e in possesso di titoli accademici adeguati. «In una città come Bergamo e in un momento come questo – ha sottolineato il rettore – è un bel sigillo posto sull’anno della canonizzazione».
Il vescovo ha ringraziato l’università per questa collaborazione e ha sottolineato il ruolo della Fondazione Giovanni XXIII «un tesoro di documenti e testimonianze per una grandissima parte ancora da esplorare». Il vescovo ha sottolineato poi come «l’immagine più diffusa di Papa Giovanni XXIII è quella legata alla bontà, ma essa ha un grande spessore che va esplorato per rendergli ragione, ricco di implicazioni. Papa Giovanni incarna alcuni tratti comuni alla tradizione bergamasca: il forte radicamento nel territorio e insieme l’apertura al mondo e a orizzonti spirituali molto alti. Il suo percorso esistenziale è sicuramente originale e merita di essere approfondito». Il vescovo ha poi ricordato il 50° anniversario, un anno fa, trascorso con quattromila bergamaschi insieme con Papa Francesco, poco prima che il pontefice desse l’annuncio della canonizzazione: «Lui mi disse che gli mancava una cosa di Papa Giovanni, la più importante, la santità. Oggi alla devozione nei confronti del Papa bergamasco e alla raccolta di testimonianze su di lui si accompagna anche il riconoscimento della rilevanza della sua figura nell’orizzonte del mondo».
«L’intento di questo insegnamento – ha aggiunto Marco Roncalli, presidente della Fondazione Papa Giovanni XXIII – è di promuovere lo studio e la conoscenza di Papa Giovanni e creare l’occasione di una nuova lettura a partire dalle radici e aggiungendo nuovi approfondimenti: la storia è un continuo lavoro di aggiornamento. Questa collaborazione con l’Università di Bergamo va ad aggiungersi al grosso lavoro che la Fondazione sta facendo in questi anni: si è costituito un comitato scientifico, presieduto da don Goffredo Zanchi, e si è avviato un lavoro sulla figura di Papa Giovanni con approccio scientifico. È nata una rivista, e intorno alla fondazione ruotano figure importanti che provengono da diversi atenei. Unire le forze intorno a un progetto come questo è un bene per tutti, e rappresenta un’occasione di declinare un’eredità importante nel presente attraverso ricerche storiche».
L’insegnamento, nel corso di laurea magistrale in Scienze pedagogiche, abbraccerà nella sua interezza il confronto tra la Chiesa e la modernità: «È importante – ha affermato don Ezio Bolis, direttore della Fondazione Papa Giovanni XXIII – approfondire questo confronto puntando lo sguardo sui punti di incontro oltre che sulle tensioni e le sfide che lo hanno accompagnato. Il corso sarà aperto sia agli studenti del dipartimento di Scienze umane e sociali all’interno del quale è attivato, sia a quelli di filosofia, perché toccherà sia questioni legate alla modernità e alla post-modernità, sia autori collegabili alla figura di papa Roncalli sia altri che vanno oltre». Il nuovo insegnamento si colloca nell’ambito di un’offerta formativa ampia e qualificata. Da subito la Fondazione Papa Giovanni XXIII istituirà anche una borsa di dottorato di ricerca, dedicata in modo specifico all’approfondimento di temi attinenti a studi e ricerche sui quali la Fondazione si sta concentrando.