Il nuovo sindaco, la politica, le monache e una raccomandazione di san Francesco

E’ stato eletto il nuovo sindaco di Bergamo. Avete votato anche voi? Come vi tocca un evento come questo? Avete un vostro parere sui partiti politici che hanno partecipato alla competizione? Oppure questi argomenti non vi interessano?
Lucio

IL DOVERE DEL VOTO

Le elezioni politiche di questi ultime settimane, hanno coinvolto tutti i cittadini. Anche noi, sorelle clarisse, vi abbiamo partecipato, caro Lucio, consapevoli che nessuno può ritenersi esonerato dal contribuire alla vita pubblica e amministrativa della nostra città. Come cittadine di questa città sentiamo l’urgenza di collaborare al bene comune esprimendo personalmente il nostro voto, quale diritto importantissimo che non possiamo sottovalutare o, peggio, trascurare col pretesto che la politica è “roba” difficile e forse “non troppo pulita”! Tale diritto, conquistato grazie al “sangue” dei nostri padri, si trasforma, perciò, in dovere che ci responsabilizza e ci rende collaboratrici, in modo misterioso, ma reale, dei “grandi” delle nazioni chiamati ad amministrare, in modo sano, le cose pubbliche. Il difficile e sofferto periodo storico che stiamo attraversando, inoltre, rende ancora più necessario e urgente l’impegno e il contributo di tutti.

IL DOVERE DEL CRISTIANO

Per il cristiano tale partecipazione è parte integrante della propria vocazione battesimale! Credere nel Dio che Gesù ci ha rivelato e accogliere il suo vangelo, infatti, non ci estranea dalla realtà, ma ci inserisce profondamente nel cuore della storia con le sue sfide, le sue contraddizioni, i suoi traguardi e le sue vittorie, per renderla conforme al piano di Dio. Il battezzato, secondo le proprie possibilità e il proprio posto nella società, si impegna a rendere più umana la città degli uomini, luogo santo nel quale cresce e si sviluppa il regno di Dio. Come la donna del vangelo, egli affonda, senza timore, le proprie mani nella pasta del mondo con passione e creatività. Il suo vivo interesse alla vita della città e la sua sensibilità alle problematiche attuali lo spronano a lasciare una traccia positiva nella storia per renderla espressione del regno di Dio. Ricordiamo quanto disse a suo tempo Paolo VI: riferendosi alla politica il pontefice osò definirla «la forma più alta della carità». Davvero la partecipazione alla vita politica del nostro paese è forse la più alta e difficile forma di carità perché richiede una profonda e cristallina rettitudine di coscienza, un distacco maggiore da sé e dai propri tornaconti personali, un servizio gratuito, una disponibilità generosa a ricercare, nella verità, ciò che è il bene di singoli e di tutti.
Come tanti cittadini bergamaschi anche noi abbiamo vissuto l’appuntamento elettorale accompagnandolo con la preghiera unita all’informazione, l’ascolto attento della storia concreta e delle sue problematiche, la condivisione fraterna, per cogliere e leggere i “segni dei tempi” (cfr. papa Giovanni XXXIII) e vivere con responsabilità questo evento. Custodiamo ora nella preghiera le persone che sono state scelte a guidare la nostra comunità civile, perché agiscano sempre col vivo desiderio di servire l’uomo, il cittadino, la città.

PER I NUOVI ELETTI L’AUGURIO DI SAN FRANCESCO

A ciascuno di essi osiamo rivolgere l’augurio che san Francesco d’Assisi scrisse ai Reggitori dei popoli: «A tutti i podestà e consoli, magistrati e reggitori d’ogni parte del mondo, e a tutti gli altri ai quali giungerà questa lettera, frate Francesco, vostro servo nel Signore Dio, piccolo e spregevole, a tutti voi augura salute e pace. Considerate e vedete che il giorno della morte si avvicina (Cfr. Gen 47,29). Vi supplico perciò, con tutta la reverenza di cui sono capace, di non dimenticare il Signore, assorbiti come siete dalle cure e preoccupazioni di questo mondo e di non deviare dai suoi comandamenti, poiché tutti coloro che dimenticano il Signore e si allontanano dai comandamenti di lui, sono maledetti (Cfr. Sal 118,21) e saranno dimenticati da lui (Ez 33,13). E quando verrà il giorno della morte, tutte quelle cose che credevano di possedere saranno loro tolte (Cfr. Lc 8.18). E quanto più sapienti e potenti saranno stati in questo mondo tanto maggiori saranno i tormenti che dovranno patire nell’inferno (Cfr. Sap 6,7). Perciò io con fermezza consiglio a voi, miei signori che, messa da parte ogni cura e preoccupazione, riceviate volentieri il santissimo corpo e sangue del Signore nostro Gesù Cristo in sua santa memoria. E siete tenuti ad attribuire al Signore tanto onore fra il popolo a voi affidato, che ogni sera si annunci, mediante un banditore o qualche altro segno, che siano rese lodi e grazie all’onnipotente Signore Iddio da tutto il popolo».