Se questo è un uomo. Il presunto assassino di Yara

Si è trovato l’assassino di Yara, dunque, il presunto assassino. In questo incredibile dramma si intrecciano tanti e tali elementi che si fatica a metterli a fuoco: il delitto assurdo, l’arrancare delle ricerche, le false accuse al marocchino Friki, l’esile filo da cui le indagine sono partite, le discussioni sulle indagini, lo scontro fra l’incredibile latitanza del colpevole e le piccole ma sicure certezze della scienza che finisce, dopo tanto tempo, per essere premiata… Insomma non si finirebbe più.

Tra tutto questo intreccio ho provato, come credo tutti quelli che si sono imbattuti nella notizia, a pensare a che cosa può aver pensato in tutto questo tempo l’assassino, il presunto assassino. Anche se presunto siamo autorizzati a pensare che è stato lui, Giuseppe Bossetti, ad uccidere Yara. Lasciamo stare, per ora, il motivo per cui l’ha fatto. Ma l’ha fatto, l’ha fatto lui.

TUTTO NORMALE, TUTTO ANOMALO

Da allora, dal momento in cui ha ucciso Yara, come ha vissuto i suoi rapporti? Come ha messo insieme gli affetti che ha continuato a vivere con il ricordo del cadavere di una ragazzina che lui aveva ucciso e che ha abbandonato in un campo, dove è rimasta, per tre mesi? I giornali dicono che il primo dei suoi tre figli ha la stessa età di Yara. Naturalmente ai figli non aveva detto niente. Non aveva detto niente neanche alla moglie che ieri i giornali descrivono piangente e disperata nella caserma dei carabinieri. Non sapevano nulla i suoi colleghi di lavoro. Ha continuato a fare l’amore con la moglie, ad abbracciare i figli, a coccolare i suoi cani, ha continuato a gestire un suo profilo facebook.

Quello che impressiona, nel personaggio, è proprio la stridente coabitazione fra la più assoluta normalità e la più assurda anomalia di un delitto inspiegabile. Una vita perfettamente doppia, in un soggetto perfettamente unico: Giuseppe Bossetti. L’ultima stranezza ci è stata riferita essa pure dai giornali. Ci hanno detto che Giuseppe Bossetti non ha parlato di fronte ai giudici, ma si è limitato a dire di essere sereno.

«L’INTIMO DELL’UOMO E IL SUO CUORE: UN ABISSO»

Allora, proviamo a metterci nei suoi panni. Lui sostiene di essere innocente. Lui innocente viene accusato del delitto atroce di Yara, di quel delitto, di cui tutti parlano. Una cosa da far morire dalla paura. Lui, invece, è “sereno”. Non è che anche questo finisce per essere una riprova di una personalità divisa, capace di vivere in un “altro mondo” accanto a tutti, perfino accanto a se stesso?

Si può soltanto dire che non si riesce a dire qualcosa, al di là dello stupore. Ho cercato una qualche frase che dicesse al mio posto, visto che è così difficile dire. Mi è venuto in mente il salmo 64: “Tramano delitti, attuano le trame che hanno ordito; l’intimo dell’uomo e il suo cuore: un abisso!”. Un abisso di cui non si vede il fondo e fa venire i capogiri solo a guardarci dentro.