Le mani raccontano storie: la mostra mAnima ad Albano Sant’Alessandro

In bianco e nero risaltano ancora di più le linee delle mani. Segni, pieghe, grinze, che sono storia, vita delle persone. Narrano le mani, nei loro gesti e nelle rughe. Ogni segno è un racconto, è un incontro, è un momento di vita, un ricordo, una storia. Amori, gioie, sofferenze, lavori, abitudini, quotidianità.
Le mani degli anziani hanno più storie di tutte le altre. Il tempo e la vita le hanno segnate come può fare la penna sulle pagine bianche di un quaderno. Le mani di Giulia hanno accolto e cresciuto 5 figli, tutti maschi. Chissà quanta malta avranno visto le dita di Bepi, muratore, che ha vissuto per molto tempo in Svizzera con sua madre e poi è tornato in Italia. Elisa, la “botonera”, lavorava nella fabbrica di bottoni e aveva le mani sempre in acqua per la lavorazione. Era uno spirito “ribelle”: cantava mentre lavorava, anche se non si poteva, anche se le dicevano che l’avrebbero multata e le avrebbero tolto soldi dallo stipendio. La Teresì ha mani da sarta, delicate e fini, ma anche pratiche e svelte da cameriera. Le sue mani ricordano ancora gli abiti da sposa che ha cucito e le carezze che ha dato al suo fidanzato. Tornato dalla guerra tanto malato di cuore, Teresì non si è mai più fidanzata, rimasta legata per sempre alla sua memoria.
Gli scatti di Alessandra Merisio, fotografa amatoriale e ausiliaria socio-assistenziale, indagano con delicatezza, poesia ed eleganza le mani e ricercano le storie in esse raccolte, incise. Storie del passato, ma anche del presente: quelle di una decina di anziani, con demenza lieve, tra i 76 e i 92 anni, ospiti della casa famiglia di Albano San Alessandro, dove Merisio lavora. Sono loro i protagonisti della mostra fotografica “mAnima”, che è ospitata nella biblioteca del paese fino a sabato 21 giugno.
L’Amministrazione comunale e l’assessore alla cultura Claudia Vanoncini hanno dato questo spazio affinché venissero esposte le numerose fotografie (una selezione di circa 100 sulle oltre 1000 scattate), soprattutto in bianco e nero, che raccontano degli anziani ospiti della casa famiglia, della loro vita, del loro entusiasmo, del loro amore. La mostra inizia con una sequenza di mani, la parte più nutrita dell’esposizione, colte nella loro naturalezza, capaci di mostrare e raccontare i segni del tempo e della vita, o intente a compiere gesti quotidiani come mangiare, stendere i panni, sferruzzare, recitare il rosario o stringere altre mani. Procedendo tra le foto e tra i testi di canzoni di Baglioni, Guccini e Battiato che si intervallano agli scatti, la mostra lascia spazio anche ad alcuni sguardi, volti, come quello di Lorenzo, il falegname: normalmente schivo e silenzioso, nella fotografia però rivela il suo sorriso. Infine, con le ultime foto, si ritorna alle mani, che qui si fanno abbracci (e anche baci) e donano affetto e amicizia. Una sorta di cura (non a caso, in questa sezione, sono indicate le parole dell’omonima canzone di Battiato) che gli anziani si dedicano e regalano tra loro. La maggioranza degli scatti sono attimi rubati alla vita di tutti i giorni e hanno coinvolto gli ospiti della casa famiglia che, divertendosi, sono stati sia “modelli” sia selezionatori delle foto da esporre. “Gli anziani – racconta Merisio – sono come bambini: hanno voglia di giocare, partecipare, raccontarsi e divertirsi. Ed era quello che volevo: coinvolgerli, perché hanno voglia di fare. Queste foto sono state un’altra occasione di attività che si è inserita nelle iniziative che già si attuano con gli ospiti della casa famiglia, anche insieme ai volontari delle associazioni che collaborano con noi: “La formica” e il gruppo della San Vincenzo”. “mAnima”, il titolo della mostra: “Unisce la parola mani con anima – spiega Merisio – le mani raccontano l’anima e la vita delle persone”. Le mani degli anziani ritratte da Merisio possono commuovere e regalare sorrisi e inducono anche a riflettere: “Il mondo degli anziani è emozionante e gioioso – conclude – è anche fatica e tristezza, ma non è miseria”.