Guarda la partita Italia – Costa Rica con i rifugiati a Urgnano e San Paolo d’Argon

La partita? La guardiamo con i rifugiati: oggi è la Giornata internazionale del Rifugiato. Caritas e Ufficio Migranti della diocesi di Bergamo hanno deciso di ricordarla dando un segno forte di condivisione e di solidarietà nei confronti delle persone in fuga dai contesti della guerra. Nei due luoghi dove vengono accolte, alla Cascina del Migrante di San Paolo D’Argon e alla Battaina di Urgnano, ci sarà l’occasione di guardare insieme la partita Italia-Costa Rica. Così il calcio diventa, al di là del risultato, un bel modo per stare insieme guardandosi negli occhi e riconoscendosi uomini oltre le divisioni e le polemiche. Noi oggi abbiamo il nostro convegno (e vi invitiamo a partecipare) ma idealmente, con il cuore, ci siamo, e vi invitiamo a partecipare e a mandarci tweed e immagini: li condivideremo nel nostro Bar Sport. Di seguito il messaggio di don Claudio Visconti e don Massimo Rizzi e il programma della serata.

Il 20 giugno, come ogni anno, si celebra la Giornata internazionale del Rifugiato.
Quest’anno, più che mai in passato, è una data che ci interroga e ci impone di riflettere sulle necessità dell’accoglienza e la tutela delle persone in fuga dai contesti di guerra.
Dal 1° gennaio sono sbarcati in Italia oltre 50 mila profughi, qualcuno è stato accolto anche in Bergamasca nelle strutture di Caritas e della diocesi, avvalendosi della collaborazione della Cooperativa Ruah. Sono famiglie siriane in fuga da un Paese dilaniato dalla guerra da due anni con l’obiettivo di raggiungere il nord Europa dove possono trovare una comunità e una legislazione più accogliente e giovani dell’Africa subsahariana, vittime di persecuzioni e discriminazioni che cercano in tutti i modi una vita migliore.
Mentre i governanti litigano sull’operazione Mare Nostrum, le organizzazioni criminali lucrano sulla pelle di queste persone: dopo gli “scafisti” via mare, ora abbiamo scoperto gli “scafisti” via terra, che ingaggiano i profughi sulla terraferma e cercano di portarli oltreconfine, terra di destinazione di molti profughi che non vogliono rimanere in Italia. L’incertezza burocratica, l’improvvisazione nella tutela e il regolamento di Dublino (che impone al richiedente asilo di rimanere nel Paese di prima accoglienza) generano più illegalità e insicurezza, sia per i rifugiati, sia per la popolazione locale.
Così ci chiediamo se sia caduto nel vuoto l’appello di Papa Francesco, che nel suo primo viaggio pastorale, volle andare a Lampedusa e lanciò il monito contro la globalizzazione dell’indifferenza. Quindi anche noi ci chiediamo: quanto i profughi provocano la comunità cristiana? Abbiamo accolto la parola del Papa oppure consideriamo quanto sta accadendo un problema da risolvere solo dal punto di vista della sicurezza?
A Roma, un gruppo di senzatetto è stato accolto nella basilica di Santa Maria Maggiore. È stato un gesto non mediatico, tanto che qualcuno inizialmente ha parlato di “occupazione”. Un gesto che cambia paradigma, che ha voluto segnare con i fatti l’appello del Papa ad aprire chiese e conventi per l’accoglienza dei profughi. “Sono carne di Cristo” disse nella sua visita al Centro Astalli e i frati hanno preso alla lettera l’appello, trovando una soluzione semplice con regole condivise con i propri ospiti nell’attesa che le istituzioni si attivassero per una più strutturale accoglienza.
E allora anche noi comunità cristiane bergamasche possiamo sentirci coinvolte nell’appello del Santo Padre. Riusciamo pertanto a fare delle riflessioni serie e approfondite sulla questione migratoria e dell’accoglienza nelle nostre comunità? Abbiamo strutture che possiamo mettere a disposizione per l’accoglienza di queste persone? Perché non giocarci noi, in prima persona, come volontari presso la Caritas? Cristo è comunione e proprio nell’incontro con questi profughi potremmo riconoscerne il volto.
Certo, sappiamo delle difficoltà. Non le nascondiamo. Ma con il supporto di persone qualificate possono essere affrontate. E comunque non possono rappresentare la nostra scusa per rimanere indifferenti al grido di dolore di questi nostri fratelli.

don Claudio Visconti, direttore Caritas diocesana bergamasca
don Massimo Rizzi, direttore Ufficio per la Pastorale dei Migranti

LE INIZIATIVE IN BERGAMASCA

In diocesi i profughi sono ospitati a San Paolo d’Argon, Urgnano e Bergamo.
Ad occuparsi dell’accoglienza è la Caritas diocesana bergamasca con la collaborazione della Cooperativa Ruah.
Per la Giornata internazionale del Rifugiato del 20 giugno, in collaborazione con l’Ufficio per la Pastorale dei Migranti, vengono organizzati due momenti di incontro e aggregazione.
A San Paolo d’Argon, presso la Cascina del Migrante, dalle 18 verrà proiettata la partita dei mondiali, con l’Italia impegnata ad affrontare la Costa Rica, mentre a seguire ci sarà un momento di riflessione.
Dalle 20.45, invece, all’oratorio buffet preparato dagli ospiti della Cascina del Migrante e musica della Bantu Band (nella foto di apertura).
Ad Urgnano, presso la Cascina Battaina, alle 18 si vedrà tutti insieme la partita dell’Italia e seguirà un momento di riflessione.
Alle 20.30 buffet preparato dagli ospiti e partita di calcio Italia-Africa dal vivo.