Padre Costa: il web è un luogo da abitare

L’incontro tra la comunità cristiana e il mondo del web è possibile? Certamente, ma solo cominciando a considerare internet non più come un semplice strumento da piegare al nostro servizio, ma come un vero luogo da abitare. È questa la nuova visione proposta da padre Giacomo Costa durante il convegno promosso dal settimanale Santalessandro venerdì 20 Giugno “La Chiesa, internet e i social network”.

Direttore di “Aggiornamenti Sociali”, padre Costa ha dovuto lottare per sopravvivere e farsi spazio al tempo del web. Il mondo 2.0 (ormai sulla soglia del 3.0) mangia tutto e travolge ogni cosa con la velocità di un tornado, dettando nuovi ritmi: ne sanno qualcosa la carta stampata e i giornalisti di tutto il mondo, costretti a  modellare il proprio lavoro sulla base di queste nuovissime condizioni. «Noi siamo i migliori nel nostro lavoro ma di web ci capiamo gran poco», hanno dichiarato i giornalisti del New York Times e padre Costa ha citato proprio loro per far capire quanto il mondo “virtuale” spaventi un po’ tutti: Facebook, per i giovani è già obsoleto, ha detto con sincerità. Eppure, considerare il mondo digitale e quello reale come due luoghi distanti e in competizione tra loro è chiudere gli occhi di fronte alla realtà: sono due mondi integranti che possono e devono dialogare.

Smartphone e tablet, computer di ultima generazione e wi-fi, frutti dell’ingegno vivace dell’uomo, non sono dei semplici “mezzi” da utilizzare, degli strumenti che permettono di restare connessi con tutti e ovunque, piuttosto delle porte d’accesso ad un continente ancora da esplorare. Così padre Costa rilancia il mondo di internet spostando l’attenzione dalla tecnologia all’antropologia: internet è un mondo nuovo da scoprire, da imparare a conoscere e dove l’uomo deve abitare. Siamo dei missionari, o come ha detto anche Steve Jobs, degli evangelizzatori tecnologici: dobbiamo smettere di averne paura, ma tuffarci in esso.

Certo, il pericolo c’è. A volte cliccare “mi piace” inganna, illudendo di partecipare effettivamente, nascondendo invece una grande solitudine. L’utilizzo di Internet e degli affollatissimi social network da parte della Chiesa ha generato di contro un po’ di diffidenza; i tweet di Papa Francesco ancora suscitano polemiche. Eppure Internet è capace di aprire nuove questioni e di mettere in discussione anche la Chiesa. Per esempio, il modo di essere è cambiato, l’uomo è cambiato, così come il fare comunità: nel mondo di oggi, quindi, come siamo chiamati a fare comunità? Il web non solo permette di creare delle relazioni e dei nuovi contatti, costruendo una rete in tutto il mondo, ma consente ai cristiani di riconoscersi tra di loro. Per questo è un vero dono fatto da Dio all’uomo, come ha detto Papa Francesco.

E a chi ha storto il naso guardando il “selfie” scattato dal Pontefice con un gruppo di ragazzi, Padre Costa rivolge questa riflessione, insegnando a guardare tutto con occhi nuovi, con occhi da uomini: «Il “selfie” di Papa Francesco ha fatto in modo che i ragazzi intorno a lui passassero da fruitori passivi del messaggio di Dio a primi testimoni della Fede: dopotutto, chi se non Gesù ha compiuto il primissimo selfie, parlando tra gli uomini, mangiando e condividendo attimi di vita con loro?»