A proposito di mode estive. Ci si spoglia di meno. La crisi è anche questo

Il laico “Express”, noto settimanale della laicissima Francia, si pone una domanda inquietante. “Topless: come mai le donne francesi si svestono di meno?”. Con un seguito. Veniamo a sapere che il monokini continua a perdere terreno e “il rapporto delle donne con il loro corpo è andato evolvendo verso un maggior senso del pudore”. Solo il 12 per cento fa topless sulla spiaggia e la percentuale continua a diminuire.

IL SENSO DEL PUDORE E SARTRE

Due idee mi sono venute in mente. Una alta, nobile, molto francese. Riguarda un francese famoso, un po’ in ribasso ultimamente, ma sempre famoso: Jean-Paul Sartre. È nota la sua tesi del pudore. Il pudore, secondo Sartre, è la reazione del soggetto libero di fronte allo sguardo dell’altro che cerca di ridurlo, proprio perché lo guarda, a semplice oggetto. Io oggetto non sono e non voglio diventarlo e quindi mi sottraggo allo sguardo vorace dell’altro. Dunque il “maggior senso del pudore” sarebbe un piccolo segno di una grande verità: non si è più liberi solo perché ci si spoglia. La libertà vera è essere se stessi e non si è stessi solo in rapporto ai centimetri quadrati che si mettono in mostra. Pensare che si è più liberi sol0 perché ci spoglia è segno solo che si è assai poco liberi. Un po’ come il ragazzotto di turno che pensa di essere diventato un grand’uomo solo perché si è comperato la macchinona nuova.

TRA EUFORIA E DEPRESSIONE

Un’altra idea mi è venuta in mente, un po’ più italiana, forse, ma non esclusivamente. Molti sociologi hanno fatto notare e spiegato dal loro punto di vista una coincidenza della moda del vestito in rapporto alla situazione economica generale. Si tratta di questo. Quando l’economica va bene prevale l’euforia e questa si traduce anche in fogge di vestito più libere. Quando l’economia va male, prevale la depressione questa fa assumere vestiti più dimessi. Insomma: ci si spoglia quando si sta bene e ci si veste quando si sta male. Molto semplificata, la cosa. Ma un fondo di verità c’è. La crisi economica non è solo meno soldi in tasca, ma meno speranza, meno gioia di vivere, meno viaggi, meno vacanze, meno tutto. Meno festa, soprattutto. E quindi si tende a stare a casa e stare con se stessi. Si diventa meno estroversi e quindi ci si veste di più e, appunto, ci si spoglia di meno.
Lo sapevamo di essere in crisi. Adesso perfino i vestiti ce lo ricordano.