Te lo regalo così lo riusi: su Facebook gli oggetti hanno molte vite

Quanti oggetti accumuliamo nelle nostre case, senza avere il coraggio di buttarli, pensando «magari prima o poi mi saranno di nuovo utili»? E se invece l’oggetto potesse in qualche modo avere sin da subito una seconda vita? Questa la filosofia che sta alla base del gruppo facebook «Te lo regalo così lo riusi – Bergamo», attivo da un anno e che conta attualmente 5.423 membri. Una sorta di bazar on line, per chiunque voglia regalare qualcosa, oppure chiedere un oggetto in regalo.
«L’idea del gruppo esisteva già a livello regionale – spiega Giovanna Giudici, della Valgandino, che ha creato quello bergamasco -. Mi sono detta: perché non farlo anche a Bergamo? Sono partita da sola ed ora il gruppo è talmente numeroso che mi aiutano ad amministrarlo altre cinque persone: Emanuela, Elena, Manu, Stefano ed Enrica, in modo del tutto volontario e senza nessun tornaconto economico. Avevo iniziato un percorso di letture riguardanti la decrescita felice, e tra le tante cose si parlava anche di gruppi di scambio – baratto. Qui si va oltre: l’idea è il donare qualcosa, staccandosi dal possesso dell’oggetto, evitando di portare quello che non si usa più in discarica. In questo modo si diminuisce l’inquinamento e si ridà una seconda vita all’oggetto».
Ma come funziona il gruppo? È molto semplice: un utente pubblica la foto dell’oggetto che desidera regalare e chi è interessato, commenta scrivendo “coda”.
«Siamo molto rigidi a livello di amministrazione del gruppo – spiega Giovanna -: prima di accettare nuovi utenti, verifichiamo i profili, cercando di capire se siano veri o troll, e se vivano in Bergamasca. Alla terza mancanza di rispetto, ad esempio se qualcuno si mette in coda per il ritiro di un oggetto, ma dopo l’assegnazione non va a ritirarlo, escludiamo la persona in questione dal gruppo». Per l’assegnazione dell’oggetto, chi dona sceglie a chi destinarlo: «Non si va in ordine di commenti – prosegue Giovanna -, chi regala stabilisce in tutta libertà a chi donare il proprio bene: magari per simpatia, o perché si tratta di qualcuno che ha donato molto nel gruppo e così via. La persona scelta va poi a ritirare l’oggetto da chi dona». Tra gli oggetti, di tutto un po’: dai vestiti, alle scarpe, all’arredamento, fino alle macchine per il caffè o i tapis roulant. Ma ad andare per la maggiore, per la gioia delle mamme, sono i capi di abbigliamento e i giochi per i bambini. «Non c’è un utente-tipo – continua Giovanna -, anche se i ragazzini sono pochi. Le donne sono molto numerose, penso proprio perché gestendo la casa si rendono conto degli oggetti da poter regalare, e tendono appunto a regalare o cercare oggetti o vestiti per i bambini, mentre gli uomini sono più tecnologici e puntano più all’elettronica».
Non sono mancate nel gruppo le iniziative di solidarietà, come una raccolta di abbigliamento per la Siria, da parte di un utente partita come volontaria per portare aiuto alle popolazioni locali, oppure anche raccolte di abbigliamento per neonati per gli ospedali della zona, o per associazioni che ne hanno bisogno. «Non è tanto il dono in sé – conclude Giovanna -, ma il fatto che le persone si incontrino di persona per le consegne. Si sono create delle belle amicizie, spesso organizziamo anche merende collettive al parco. Penso che il vero successo sia proprio questo: le relazioni umane che vengono a crearsi partendo da un gesto semplice e gratuito».