Bergamo prega per i cristiani perseguitati in Iraq

«Un autentico Calvario accomuna i battezzati in Paesi come Iraq e Nigeria, dove sono marchiati per la loro fede e fatti oggetto di attacchi continui da parte di gruppi terroristici; scacciati dalle loro case ed esposti a minacce, vessazioni e violenze, conoscono l’umiliazione gratuita dell’emarginazione e dell’esilio fino all’uccisione. A fronte di un simile attacco alle fondamenta della civiltà, della dignità umana e dei suoi diritti, noi non possiamo tacere». Abbiamo tutti negli occhi le immagini dei volti pieni di dolore, dei bambini morti di stenti, delle case marchiate dei cristiani. La diocesi di Bergamo si unisce all’appello della Cei alla preghiera: contro l’indifferenza, un segno forte di vicinanza e di solidarietà. La giornata di domani, con la solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria (15 agosto) è stata scelta per pregare insieme per i cristiani perseguitati quale segno concreto di  partecipazione. Tutte le comunità ecclesiali sono invitate ad unirsi a questa iniziativa, e molte parrocchie hanno già manifestato la loro adesione.
Papa Francesco nell’Angelus di domenica scorsa, 10 agosto, aveva detto con forza che: «Non si fa la guerra in nome di Dio. Non si porta l’odio in nome di Dio. Lasciano increduli e sgomenti le notizie giunte dall’Iraq. Migliaia di persone, tra cui tanti cristiani, cacciati dalle loro case in maniera brutale; bambini morti di sete e di fame durante la fuga; donne sequestrate; violenze di ogni tipo; distruzione di patrimoni religiosi, storici e culturali. Tutto questo offende gravemente Dio e l’umanità. Confido che una efficace soluzione politica a livello internazionale e locale possa fermare questi crimini e ristabilire il diritto. Anche a Gaza, dopo una tregua, è ripresa la guerra, che miete vittime innocenti e non fa che peggiorare il conflitto tra Israeliani e Palestinesi. Noi tutti pensando a questa situazione a questa gente, facciamo silenzio e preghiamo insieme il Dio della pace, per intercessione della Vergine Maria: Dona la pace, Signore, ai nostri giorni, e rendici artefici di giustizia e di pace».
Il Papa rivolge inoltre il suo appello affinché ci si adoperi per proteggere quanti sono minacciati dalla violenza e per assicurare gli aiuti necessari, soprattutto quelli più urgenti, a così tanti sfollati, la cui sorte dipende dalla solidarietà altrui. Un inviato del Vaticano, il cardinale Filoni, è sul posto a portare i primi soccorsi.
E intanto si rafforza l’impegno per porre un argine alla tragedia umanitaria che si sta consumando. «Centinaia di migliaia di cristiani – sottolinea ancora la Cei nel suo appello -, intere comunità, marchiati per la loro fede e fatti oggetto di continui attacchi da parte di gruppi terroristici vengono scacciati dalle loro case, esposti ad umiliazioni e violenze, spogliati dei loro beni, costretti all’esilio. La libertà religiosa, fondamento di ogni altra libertà, è calpestata e con essa la dignità stessa della persona umana».
Il cardinale Bagnasco, presidente della Cei, ha detto: «La prima cosa che faremo, attraverso la Segreteria di Stato e la Nunziatura a Baghdad, è manifestare la nostra piena disponibilità ad accogliere quei perseguitati che eventualmente lasciassero il Paese. Le diocesi italiane sono da sempre disponibili verso gli immigrati: lo sforzo diventerà ancora più urgente e doveroso verso i tantissimi fratelli brutalmente perseguitati a causa della loro fede». Sono 100.000 i cristiani in fuga dalle città del nord iracheno a causa dell’avanzata degli estremisti islamici.

L’IMPEGNO DELLA CARITAS

La Caritas Italiana si è mobilitata subito per rispondere all’emergenza ed è già in coordinamento con la Caritas irachena per assistere fino a 300.000 famiglie sfollate, circa 1 milione e mezzo di persone, con la Caritas del Libano, che ha iniziato ad accogliere il fiume di famiglie cristiane irachene che stanno scappando da Mosul e raggiungono familiari e amici che vivono nel paese, e che si aggiungono ai già tantissimi profughi siriani presenti, e infine con la Caritas della Turchia: molte infatti sono le famiglie che stanno raggiungendo il territorio turco per ricongiungersi con familiari e amici che già vivono in quel Paese. La politica di accoglienza delle autorità turche e la relativa sicurezza stanno favorendo l’ingresso di un numero sempre maggiore di rifugiati. La Turchia sta assistendo queste famiglie sia al confine con l’Iraq che ad Istanbul.
Anche la Caritas diocesana bergamasca raccoglie l’appello alla solidarietà promuovendo una raccolta di fondi a favore di questi nostri fratelli cacciati e perseguitati. Le parrocchie possono invitare i fedeli a destinare le offerte raccolte in una celebrazione o in tutte le Messe della solennità dell’Assunta a questo scopo.
Ricordiamo le coordinate per versare le offerte:​
1) Offerte consegnate direttamente presso la sede della Caritas Diocesana Bergamasca (ufficio amministrativo) in via del Conventino, 8 a Bergamo (da lunedì a venerdì dalle 9 alle 12,30 e dalle 14,30 alle 18)
2) Bonifico Bancario a favore della Caritas Diocesana Bergamasca – Via Conventino, 8 – 24125 Bergamo  sul Credito Bergamasco – Filiale di Bergamo – Malpensata – Codice IBAN IT40 O 03336 11105 000000006330,  indicando la causale «Giornata di preghiera per i cristiani perseguitati»
3) Versamento su conto corrente postale n. 11662244, intestato a Caritas Diocesana Bergamasca, Via del Conventino, 8 – 24125 Bergamo, indicando la causale del versamento «Giornata di preghiera per i cristiani perseguitati»
4) Coloro che desiderano usufruire della detraibilità fiscale per la propria offerta possono effettuare un bonifico bancario a favore dell’Associazione Diakonia Onlus – Via Conventino, 8 – 24125 Bergamo, presso UBI – Banca Popolare di Bergamo – Sede di Piazza Vittorio Veneto, 8 in Bergamo – Codice IBAN:  IT 81 V 05428 11101 000000099169  indicando la causale «Giornata di preghiera per i cristiani perseguitati».