La seconda vita di Giordano, in carrozzina: «Ho vinto la depressione grazie ai libri e allo sport»

Giordano Tomasoni oggi è un fiume in piena. Ha 44 anni e due “date di nascita” sulla carta d’identità, un passato da falegname e un presente da atleta, scrittore, consigliere comunale, e molto altro. Ma soprattutto una gran voglia di vivere. La prima data di nascita sulla carta d’identità di Giordano è il 9 dicembre del 1970, la seconda il 14 novembre del 2008.
Questa data è l’inizio della sua nuova vita, quella iniziata su una carrozzina dopo un tentativo di suicidio, al quale Giordano era stato portato da una depressione «male curabile ma spesso sottovalutato, e trattato con diffidenza», come spiega lui oggi. «I numeri legati alla depressione – dice – fanno venire i brividi: in un anno questa malattia provoca nel mondo circa tre milioni di tentativi di suicidi. Per affrontarla bisogna avere il coraggio di farsi aiutare, di aprirsi agli altri, di abbandonare un po’ di orgoglio e di mostrare la propria fragilità. E non bisogna farsi spaventare dall’assunzione di psicofarmaci».

LA LOTTA CONTRO LA DEPRESSIONE

Parla senza mezzi termini Giordano, esattamente come fa quando va nelle scuole, negli oratori o nelle biblioteche di tutta la Regione a raccontare la propria esperienza, a spiegare di come questo possa succedere. Non solo. Giordano si è messo alla prova, davanti a un foglio bianco, ha lanciato una sfida a se stesso e si è trasformato in autore. Nel 2011 è uscito con il suo debutto letterario, Mi spinge la salita, mentre nel febbraio scorso ha pubblicato Esserci può bastare. «Scrivere – dice – è stata una sfida, soprattutto per uno che non ha mai letto moltissimo. Non so come potrebbero essere definiti i miei libri, forse diari, percorsi introspettivi. Scrivere mi ha aiutato a riflettere, a capire perché capitano alcune cose, ma soprattutto a conoscere una parte di me, ad accettare i miei lati oscuri. Mi ha fatto bene, come mi ha fatto bene ricordare quello che mi è successo, anche se non è stato facile ricordare alcune cose. Mi è servito però per non scordarmi da dove sono arrivato e per rispondere alle domande che le mie figlie potrebbero farmi e mi faranno prima o poi: sul perché io sia su una carrozzina, con il primo libro, e sul perché io sia spesso in giro per il Mondo a praticare attività sportive con il secondo». In effetti Giordano si sta dedicando molto all’attività sportiva: ha partecipato alle ultime Paraolimpiadi di Sochi, e attualmente è impegnato con il Giro d’Italia di handbike.

IL GIRO D’ITALIA IN HANDBIKE

«Esserci può bastare – continua – è il racconto di esperienze positive legate allo sport, sia a livello agonistico sia a livello di iniziative personali, è il racconto del mondo che ruota attorno alle attività sportive, dai rapporti con gli allenatori al doping, che per un atleta disabile può anche essere inteso come diversa disponibilità economica rispetto agli avversari: c’è chi può permettersi handbike più leggere, per esempio, e chi no, anche questo a mio parere è doping». Così Giordano ora sta cercando di promuovere il suo libro, senza dimenticare gli appuntamenti sportivi che lo aspettano. A settembre sarà impegnato con le ultime tre tappe del Giro d’Italia, con la maratona di Carpi e anche con un viaggio a Roma dove parteciperà a «Remember to live», l’incontro del Papa con gli atleti diversamente abili. «Esserci può bastare…per cosa? – conclude Giordano – Per essere felici, facendo ciò che piace e cercando sempre di trovare un po’ di tempo per prendersi cura anche di se stessi».

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