Il treno non è amico degli studenti: l’aereo è più economico

L’estate si sta concludendo (ma quest’anno è mai iniziata?), qualcuno di noi (quelli che se lo son concesso) sono andati in vacanza, un viaggio in luoghi più o meno lontani; ad eccezione degli avventurieri della bici o dei pellegrini a piedi, per raggiungere i luoghi delle agognate vacanze suppongo sia stato usato un mezzo di trasporto: dalla più tradizionale automobile stracolma di bagagli, alla più poetica motocicletta fino ai voli low cost.

Sicuramente qualcuno avrà usato il treno: per raggiungere le grandi città d’arte è il mezzo ideale… se si usa la cosiddetta “AV” (l’alta velocità).

Non sono il primo a dirlo e so di essere piuttosto scontato, ma quando si parla di treni non si può fare a meno di parlare di un’Italia “a due velocità”: chi va con “Italo” o con “Le Frecce” e c’è chi va sui treni normali, i “regionali”.

L’estate sarà sì finita, ma una bella fetta della popolazione non dismette le vesti del viaggiatore: sono i celeberrimi pendolari, che quotidianamente viaggiano con i treni regionali per raggiungere le aule universitarie o i luoghi di lavoro prossimi alle grandi metropoli… viaggi che troppo spesso si tramutano in disavventure, epopee, tradotte o (nei peggiori dei casi) veri e propri “viaggi della speranza”.

Settimanalmente sulle pagine dei quotidiani leggiamo di come migliaia di studenti e lavoratori viaggino, tutti i santi giorni dal lunedì al venerdì, tra i disagi, i ritardi, il degrado, i cattivi servizi ferroviari, le carrozze sporche e decrepite, il cantiere infinito della stazione di Bergamo… i pendolari sono un’eroica categoria bistrattata e maltrattata come poche in questo paese. Parlando da bergamasco, appare evidente come le tratte ferroviarie Bergamo-Milano, Bergamo-Brescia e Bergamo-Lecco siano a dir poco imbarazzanti (eccezione fatta per le fasce orarie in cui operano i nuovi, seppur pochi, treni Vivalto messi su rotaia, con “qualche” anno di ritardo, da Trenord) e si ha come l’impressione che Bergamo sia stata in qualche modo tagliata fuori dal resto della Lombardia.

In questo nostro contesto locale, raggiungere le grandi Milano o Brescia risulta difficoltoso sia per tutti i pendolari devono andarci tutti i giorni e sia per coloro che devono in qualche modo arrivarci per prendere i “treni belli, veloci, nuovi e soprattutto puliti” per raggiungere comodamente le maggiori città italiane che però non sono per tutte le tasche… chi non se lo può permettere è costretto a riprendersi un regionale a prezzi minori.

Non è facile viaggiare in treno, specialmente per uno studente che più di chiunque altro (lo dico a difesa della categoria alla quale appartengo) deve avere la possibilità di poter viaggiare, visitare e scoprire il mondo e, prima di tutto, l’Italia. A me personalmente risulta più facile e più economico raggiungere Dusseldorf con Ryanair partendo da Orio che andare a Venezia o a Roma con il treno partendo dalla “stazione” di Bergamo… non c’è poi tanto da stupirsi se ritorniamo a considerare le suddette difficoltà dello studente-pendolare che ogni giorno deve recarsi alle sedi universitarie dislocate a Milano o site a Brescia.

La maggiore difficoltà per uno studente che ha tante spese e troppo poche entrate è il costo che deve affrontare ogni volta che si compra un biglietto (o peggio un abbonamento): Trenord non prevede alcuno sconto per gli studenti e Trenitalia prevede, se si è possessori di CartaFreccia, uno sconto del 20% sulla tariffa base se si è minori di 26 anni (ben poca cosa se si tiene conto che un viaggio da Milano a Roma verrebbe a costarmi comunque 68euro…).

Non voglio viaggiare gratis, pagare per un servizio è doveroso e sacrosanto, ma preferirei sconti più consistenti agli studenti per non farci perdere la voglia di viaggiare attraverso il nostro paese. Se guardiamo ad esempio in altri paesi, in Germania la tariffa del biglietto per km è ben più alta rispetto a quella italiana, ma gli studenti beneficiano di prezzi molto più agevolati rispetto ai nostri; in Belgio se hai meno di 26 anni puoi viaggiare alla tariffa fissa di 5 euro da un punto all’altro del paese, non importano i kilometri…

La mobilità è sempre stata fondamentale nello sviluppo di un territorio e, sebbene la Lombardia abbia una rete ferroviaria capillare rispetto ad altre regioni, la qualità e l’efficienza del servizio sembra essersi fermato agli anni 80. In più noi giovani, che spesso siamo senza il becco di un quattrino, paghiamo a tariffa piena o con sconti poco consistenti.

Viaggiare è sempre stato vitale per me e lo dovrebbe essere per tutti i miei coetanei: la cosa che chiedo è che ci diano treni decenti a prezzi accessibili sia per conoscere un paese che conosciamo troppo poco (e che prima o poi saremo noi a doverlo prendere in mano) sia per raggiungere le aule di università a noi distanti affinché il mezzo di trasporto non sia il “bastone tra le ruote” alla nostra crescita culturale.