Nel cuore della medina di Tunisi, districandosi tra vari viottoli del suq, immersi da una profusione di colori e di odori, si arriva in via Sidi Saber, dove si trova la biblioteca diocesana di scienze e di religioni, che in pochi anni è riuscita a diventare un punto di riferimento per il dialogo interreligioso.
A frequentarla non sono solo studenti dell’università cittadina della Manouba della cattedra sulle religioni comparate, ma anche imam, professori o semplici cittadini. Circa 80 mila tra libri, riviste ed articoli disponibili al pubblico: 5 mila in arabo e i restanti un mix tra francese, italiano, inglese, tedesco, spagnolo e latino. La storia della biblioteca è recente, ma quella dell’edificio che la ospita affonda le sue radici nel 1840, quando Emilie de Vialard, fondatrice della Congregazione delle suore di San Giuseppe dell’Apparizione, vi creò una scuola religiosa per ragazze. Dapprima ospitata in un edificio accanto, al crescere delle iscrizioni si dovette cercare un edificio più consono, quello che ora ospita la biblioteca. Si potrebbe dire che la biblioteca riflette l’animo interreligioso della scuola: nel 1960 vi erano iscritti 616 alunni tra cristiani, musulmani ed ebrei. L’insegnamento andò avanti fino al 1999, quando per mancanza di risorse umane e di fondi, si dovette procedere alla chiusura. L’edificio fu affidato alla Chiesa finché, con l’apertura della cattedra Unesco di Religioni comparate all’università della Manouba, il vescovo pensò di mettere a disposizione i libri sulle religioni agli studenti, spostando la sede della biblioteca di allora. Fu così che dopo la decisione del consiglio episcopale, grazie ad un accordo tra la Chiesa e l’Unesco, si poté procedere all’apertura della nuova biblioteca nel gennaio 2001. A raccontarmi il tutto è Suor Monique, “pilastro portante” della stessa biblioteca: lavorava in una clinica, quando le fu proposto di aiutare padre Francisco Donayre, padre bianco, il primo direttore della biblioteca, nella gestione. “Già dal primo anno – mi racconta Suor Monique – abbiamo avuto i primi lettori: all’inizio si trattava di persone che lavoravano sul tema delle religioni comparate oppure interessate al cristianesimo o all’islam, c’era poco interesse verso l’ebraismo. Vi erano anche studenti di archeologia e architettura, interessati ai libri sulla storia della Tunisia”.
Da un documento risalente a qualche anno fa, si apprende come in media, in quegli anni meno del 20% dei lettori fosse cristiano; tra gli utenti si trovano religiosi e studenti universitari europei, spesso di origine tunisina, interessati soprattutto allo studio delle minoranze. La maggior parte degli utenti è tunisino: dai liceali, ai dottorandi. Con il cambio della direzione con padre Diégo Sarrio, la biblioteca comincia ad ospitare cicli di conferenze e esposizioni di pittura grazie alla collaborazione con l’artista francese Gilbert Descossy.
Un’evoluzione che è proseguita con l’attuale direttore, padre Marc, verso l’informatizzazione: ora la biblioteca ha anche una pagina su facebook (BiblioDio) attraverso la quale tiene aggiornati i lettori sugli avvenimenti e sui cicli di conferenze, quest’anno incentrate sulla pluralità culturale della Tunisia e ormai tutti i libri sono stati informatizzati. Negli ultimi tre anni, in seguito alla cosiddetta “rivoluzione della dignità” che ha interessato il Paese, in linea anche con la maggiore libertà di espressione acquisita dalla popolazione, vi sono più persone interessate all’ebraismo e studenti che provengono dalla facoltà coranica dell’Università Ezzitouna. Per quanto riguarda i libri – all’inizio solo in consultazione, ora prestabili – oltre a quelli in possesso della Chiesa, altri sono stati acquistati grazie all’aiuto della Pim (Partenariat interculturel et méditerranéen, Partneraiato interculturale e mediterraneo), associazione francese con sede a Avrillac e ad una ong spagnola, “Fundacion Promotion Social de la Cultura”. Curiosando tra gli scaffali, oltre alle riviste dedicate al dialogo interreligioso, ci si rende conto che la ricchezza della biblioteca non si ferma solo all’aspetto religioso, anche se è certamente quello che la contraddistingue: tra gli altri, vediamo libri di storia, sociologia, antropologia, architettura, psicologia, filosofia, storia della Tunisia, romanzi di scrittori contemporanei tunisini. Un patrimonio che sembra voler ricordare ai visitatori che una convivenza pacifica e serena tra le differenti fedi è possibile.